Una costante da troppo tempo e troppe volte ripetuta, che mette a paragone
l’ideologia marxista con quella nazista, ancora emerge dalle parole di
Antonio Iannone, Presidente della Provincia di Salerno, che, in occasione
della morte di Erich Priebke, il noto spietato capitano delle SS, responsabile
di delitti efferati, ha osato citare Ernesto Che Guevara quale termine di confronto
per placare le polemiche in corso sui funerali e la sepoltura di Priebke. Ed ancora
una volta e’ necessario porre i distinguo che evidenziano l’enorme differenza
esistente fra le due ideologie. La prima, nata da un pensiero filosofico, teso
all’implementazione di un sistema socio-politico che pone al centro dell’attenzione
l’essere umano a discapito del capitale, la seconda, che propone ed attua l’estinzione
di un popolo intero, per la salvaguardia della propria etnia ritenuta la sola ed unica
eletta. Anche se entrambe testimoni di morti atroci, solo una profonda ignoranza puo’
aver condotto Antonio Iannone a simili esternazioni. Ernesto Che Guevara, in primis,
era un medico, fedele al giuramento di Ippocrate, che oltre ad aver avuto in cura
pazienti anche affetti da lebbra (quindi rischiando di esserne contagiato solo per
amore del prossimo), ha lottato contro le ingiustizie dettate dal terrore di regimi
assolutistici, imbracciando le armi e facendo sue le cause di migliaia di oppressi.
Di Priebke tutti conoscono le gesta immonde dettate solo da avidita’ di potere e
sprezzo verso la vita umana. E’ profondo il rammarico comune quando l’emersione
di simili affermazioni proviene da pulpiti di valenza istituzionale. Il diritto d’opinione
sancito dalla democrazia non rende immuni da proclami apologetici di stampo criminale.
Guidonia, 14 ottobre 2013 h. 9.29 am. Mario R. Zampella