domenica 25 marzo 2018

CAMERA E SENATO - PRIMI PASSI


Il primo passo che indirizza le nuove forze politiche verso la formazione di governo, e' stato fatto. La "cosa pubblica" avra' forse qualche speranza di essere amministrata, anche se difficilmente per i prossimi cinque anni. Perche'?  Sono stati eletti i rappresentanti di Camera e Senato, nelle rispettive figure di  Roberto Fico ed Elisabetta Alberti Casellati. Dopo un iter elettorale non molto travagliato, ma comunque costellato da qualche colpo di scena,  le formazioni piu' rappresentative del voto del 4 marzo, hanno designato due politici, entrambi di radicale estrazione intellettuale, anche se per nulla convergenti nelle loro visioni di governance della cosa pubblica. Mo cio' non influisce, in quanto rappresentanti super partes di un Parlamento che inizia a assumere i contorni di cio' che sara' la XVIII legislatura. Si e' comunque molto lontani ancora da quell'impronta caratteriale di cui si e' accennato in precedenza. E si, perche' i responsabili delle nomine di Presidente della Camera e del Senato, si riassumono nei due grandi schieramenti, M5S e Lega, benche' la Casellati appartenga da sempre al circolo di Forza Italia. Si tratta di un connubio strano. Due forze politiche, con programmi diversi ed obiettivi comuni (come sempre). Se la nomina alla presidenza del Senato non muta molto il quadro istituzionale entro cui si sono espressi gli ultimi trent'anni della nostra Repubblica, quella della Camera assume particolare rilievo per il noto back ground di militante attivo  che riveste il suo esponente: Roberto Fico. Sempre in prima linea. in testa al movimento dei 5Stelle di Napoli, ha formato la propria personalita' politica nelle piazze, nelle dure giornate di contestazione del sistema ed ha da sempre inciso un solco spartiacque di vedute fra lui e l'ondivago rappresentante ufficiale del movimento, Luigi Di Maio, che fra mille contraddizioni, e' riuscito a traghettare quell'iniziale protesta viscerale sino al Parlamento. Roberto Fico e' cresciuto all'ombra di un Grillo che nei teatri di tutta Italia, denunciava giustamente le storture di tutta la politica e di tutto il sistema che da sempre caratterizza il paese Italia. E quindi rappresenta quell'ala ortodossa del "non compromesso", anche se in qualita' di Presidente della Camera, non potra' sbilanciare piu' di tanto il suo comportamento. Una cosa e' certa. Malgrado le forze politiche in discorso non avranno molto materiale in comune su cui lavorare, Roberto Fico, sicuramente rimane parte significativa di un'impronta politica  di carattere. Non bastera' ad amalgamare le forze in gioco, ma costituira' almeno una garanzia parziale che tutto si svolgera' in un clima corretto.
             25 marzo 2018                                                                                     Mario R. Zampella





sabato 17 marzo 2018

COMMUNICATION.


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La comunicazione del terzo millennio e' divenuta arte sopraffina. Leggere fra le righe di quanto si viene informati, costituisce uno degli esercizi piu' delicati e intriganti che possa coinvolgere la mente umana. Oramai l'informazione regna sovrana, ma l'arte del neologismo, dell’allusione o, se si vuole, del doppio senso, ha radici molto antiche. Eppure, qualcuno giurerebbe che nulla sarebbe da ascrivere a colui che crea cultura e/o informazione. In sostanza, tutto cio' che viene interpretato, dai graffiti rupestri alle antiche e sacre scritture, sino ai giorni nostri, non costituisce una personale traduzione del vero significato esistente all'interno di quanto espresso, bensi' un'interpretazione dettata da profondi studi e ricerche sui possibili significati e simbolismi di cui se ne scrutano i messaggi. In tutto cio' dai primi dell'ottocento, con le nuove forme di comunicazione di massa, quali la radio, il cinematografo, seguito dalla televisione, il linguaggio della comunicazione e' estremamente modificato. La chiarezza esplicita ha via via ceduto il posto alla comunicazione crittografata, non quella di "enigma". Una sorta di trasmissione in back ground di elementi e chiavi di lettura alternative al collaudato e ben conosciuto linguaggio tradizionale. Soprattutto, si e' compreso che l'esplicito non costituisce piu' il miglior piatto servito a tavolino, anzi. Si tratta esattamente del contrario, che non vuol significare ambiguita', ma viva partecipazione del fruitore alla comunicazione. L'esercizio principale si basa sulla sottrazione, anziche' sulla dettagliatissima informazione. Sottrazione che intriga, incuriosisce, sprona alla ricerca di quanto carente in ognuno e in ambito artistico, restituisce quel margine di immaginazione in piu', violato oramai dai sempre piu' iperconfezionamenti spediti a domicilio che stimolano pigrizia, rallentamenti neuronali e possibili senilita' premature. Ecco pertanto l'interazione essenziale fra comunicatori e fruitori, sostanziabile in quel filo sottile che li intreccia l'uno all'altro in una estrema e lunga azione di transfert, in cui il non detto assume l'importanza peculiare dell'essenza comunicativa.
 17 marzo 2018                                                        Mario R. Zampella



mercoledì 14 marzo 2018

MORO, 40 ANNI DAL SEQUESTRO.


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40 sono gli anni trascorsi dal 16 marzo 1978, giorno in cui avvenne il sequestro dell'Onorevole Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse. 40 anni in cui ancora non e' emersa una verita' definitiva e certa. Nel corso di questo lungo periodo, si e' composto un quadro frammentario, contraddittorio e insufficiente a delinare l'insieme che nella realta' giace ancora dietro le quinte di tale tragico momento storico. Da piu' parti e' giunta voce che l'Onorevole potesse essere salvato, da Raffaele Cutolo sino alle dichiarazioni di un sottoufficiale della Guardia di Finanza. Le ulteriori dichiarazioni di Bettino Craxi, rese in quei momenti drammatici, avallano ancor di piu', sulla base di strane coincidenze, la probabile intenzione di abbandonare Moro al suo destino, per oggettive (o soggettive?) impossibilita' al compromesso. I misteri legati alla sparizione di documenti dai fascicoli giudiziari, alla scomparsa di una delle 18 cassette audio sequestrate nel covo delle BR, la probabile infiltrazione di membri dei servizi di sicurezza nelle colonne dei brigatisti, che abbiano in qualche via contribuito all'attacco, come le possibili partecipazioni di servizi dell'intelligence estera, pongono il caso Moro in un alea di interesse internazionale alla sua eliminazione. E appare strano, in riferimento al richiamo di Kissinger, allora Segretario di Stato degli U.S.A.,  per cui il compromesso storico fra il partito della Democrazia Cristiana ed il Partito Comunista avrebbe dovuto essere evitato, non risolve per nulla, quale possibile movente, cio' che poi e' accaduto. Molto piu' importanti ed esecrabili ragioni giacciono insieme al corpo dell'Onorevole, e forse mai emergeranno. Enrico Berlinguer non era affatto un leader temibile, ne' per gli USA ne' per qualsiasi altro stato mondiale. Eppure la giustizia italiana, ovvero, le commissioni appositamente costituite per l'istruzione delle indagini in merito, ipotizzano un insieme di forze, nazionali ed internazionali, legali e criminali, quali possibili mandanti ed organizzatori del processo e condanna a morte del grande statista. Era forse Aldo Moro a conoscenza di qualcosa di indicibile ? Non resta che attendere, forse invano, come invane sembrano le attese per le tragedie di Ustica, Bologna, Piazza Fontana, Enrico Mattei, Pier Paolo Pasolini etc. etc.  La visione onirica di Marco Bellocchio, nel suo lungometraggio "Buongiorno Notte", suggerisce un finale sospeso, a lieto fine, in cui Moro abbandona con le proprie gambe il covo brigatista e si allontana poco alla volta. Ci piace ricordarlo cosi'.
   14 marzo 2018                                                                           Mario R. Zampella





martedì 13 marzo 2018

HAPPY BIRTHDAY Mr. EINSTEIN


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Il 14 marzo ricorre il 139esimo anno dalla nascita di uno dei piu' celebrati e famosi scienziati del '900. Parliamo di Albert Einstein, nato a Ulm (Germania) nel 1879. Il suo contributo alla scienza mondiale e' ben conosciuto oramai ovunque e le sue scoperte allo stato attuale rappresentano i fondamenti della fisica relativistica. L'intuito particolare che egli sviscero' verso il cosmo, con l'ausilio della fisica classica newtoniana, lo condusse alla formulazione di due teorie che, in fase odierna, sono puntualmente confermate dalle osservazioni dirette e dalle sperimentazioni secondo il metodo scientifico. E' da evidenziare, infatti, che sia nel 1905 che nel 1915, anni in cui Einstein presento' rispettivamente la teoria della Relativita' Ristretta e la terioa della Relativita' Generale, la comunita' scientifica di allora opponeva stregua resistenza alle sconvolgenti rivelazioni, pur esse poggiando su impianti e modelli matematici di indiscutibile eleganza e rigorosita'. Entrambe le teorie descrivono il comportamento di masse in moto accelerato, a velocita' pressoche' luminali. Cio' che Isaac Newton aveva gia' elaborato ed in quel tempo oramai parte integrante della fisica classica, Einstein e' tentato di innovare, con soluzioni alternative esemplari, tant'e' che, in suo scritto, colpevolizza se stesso per aver recato un simile torto alle pur eleganti teorie di Newton. Cio' che le distingueva basicamente, era del tutto riassunto nella velocita'. Le equazioni di Newton rappresentavano la realta' in contesti di velocita' assolutamente non  luminali. Einstein, invece, avendo oramai per certa la finitezza della velocita' della luce, riesce a predire il comportamento di massa, tempo e spazio, in ambito esclusivamente matematico, a velocita' luminale. Nacque cosi' la quarta dimensione, lo spazio-tempo, della cui prova ne sara' edotta tutta la comunita' scientifica, per la prima volta, nel 1919, quando, in occasione dell'eclissi solare che in quel momento avrebbe dovuto verificarsi intorno alla zona equatoriale, Arthur Eddington, stimatissimo collega di Einstein, provvide di recarsi presso un'isola al largo di Capo Verde, ove pote' confermare la curvatura dello spazio-tempo catturando la luce emessa da stelle altrimenti non visibili o posizionate in luoghi diversi. E' cio' che fu denominato il fenomeno delle lenti gravitazionali, ovvero, in stretta relazione con la deformazione del tappeto spazio-tempo in presenza di una massa, in questo caso il sole, la luce delle stelle ne segue la curvatura, rendendole visibili pur essendo nascoste dal sole. Einstein collaboro' per molti anni con autorevoli scienziati e matematici, vinse un premio Nobel per la Fisica nel 1921 per la scoperta dell'effetto fotoelettrico, ma l'attribuzione di meriti ugualmente significativi andrebbero rivolti a sua moglie, Mileva Maric, la quale supporto' in ogni suo passo il grande scienziato e taluno, forse per invidia, affermo' persino che le folgoranti intuizioni fossero partorite dalla mente della donna. Ad ogni buon conto a noi piace ricordare anche l'uomo, pacifista convinto e tuttavia costretto a collaborare alla realizzazione della bomba nucleare. Umile e gentile, Einstein raccolse il favore e l'ammirazione del grande pubblico, ed in tal proposito, sara' divertente ricordare un aneddoto, relativo all'incontro fra il famoso scienziato ed il grande regista Charlie Chaplin. "E' strabiliante come tu possa aver avuto tutto questo successo, con delle equazioni di cui nessuno capisce nulla" disse Chaplin. "E' altrettanto strabiliante come anche tu abbia riscosso i tuoi consensi, senza mai dire nulla" rispose Einstein.
     13 marzo 2018                                                                                     Mario R. Zampella





giovedì 8 marzo 2018

IMAGINE

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La partita elettorale si e' conclusa senza alcuna maggioranza in grado di governare in solitaria. I tre contendenti principali si trovano nell'impasse gia' rodata lo scorso 2013, anno in cui il Presidente Napolitano fu rieletto per la seconda volta e con grande pazienza invito' alla composizione di un governo di larghe intese. La legge elettorale di allora, il cosiddetto porcellum, non consenti' l'affermazione di un partito o di una coalizione, e cosi', in vista di gravosi compiti relativi alle grandi riforme, si opto' per  una formazione mista, in cui gli equilibri delle forze potessero affrontare le sfide di piu' grande interesse per il popolo italiano. Con la nuova legge elettorale, il rosatellum, le cose non sono poi cambiate molto. Non v'e' una maggioranza che consenta la governabilita' e soprattutto l'attuazione programmatica tanto propagandata da ogni singolo schieramento. Le soluzioni possibili risiedono in alleanze del momento che conducano alla soglia del 40%, con relativi compromessi in riferimento all'ideologia, se cosi' vogliamo chiamarla, di ciascun partito e/o coalizione.  Lo scoglio piu' imponente quindi, consiste nella fusione di ognuna delle singole promesse elettorali in un'unico grande programma che possa integrare cio' che in campagna elettorale e' stato venduto per vero. Il razionalismo scettico che pervade la scena, non cede alcuno spazio utile all'immaginazione di possibili alleanze, a meno che, non si tradiscano le promesse fatte. E qui veniamo al dunque.  Se sin dal principio, non si e' nella condizione di poter garantire quanto detto e ribadito in ogni manifestazione e conferenza, l'onesta' intellettuale vorrebbe che si rinunciasse all'impegno palesemente fittizio che non portera' a nulla di concretamente attuabile.  In parole povere, il popolo, sia esso popolare o populista, ha votato in relazione a schemi e programmi a se' favorevole. Perche' mai dovrebbe rinunciarvi per altri cinque anni ? Si tratta di intere collettivita' in preda alla miseria, che speranzosi in un futuro appena migliore, hanno affidato la propria sorte in blocco a nuove formazioni di rottura dell'establishment politico consolidato. Sara' il popolo talmente ancora comprensivo e malleabile, di fronte all'ennesimo tradimento ? Potra' esso ancora resistere alle bordate di una condizione di insicurezza generale causata da disoccupazione, da tasse oltremodo pressanti, da redditi esigui e pensionamenti ritardati ? Se il pensiero delle parti in gioco non sara' conciliabile, si dovra' procedere nuovamente ad un governo posticcio, come il precedente, che non ha lavorato del tutto malamente, ma certamente non ha impresso l'impronta caratteriale ideologica di questo o di quel partito. E cio' che assume importanza, soprattutto nel momento di una possibile ripresa, e' proprio quell'impronta che conferisce al paese intero un carattere preciso e immutabile per l'intera legislatura. Naturalmente con un'opposizione altrettanto forte e attenta agli errori che mai mancano. In definitiva, lo stallo italiano sembra voler protrarre nel tempo la sua peculiarita', che rimanda ai 60 anni precedenti vissuti in un clima molto simile. A meno che il teatrino dei burattini non sia inscenato in un gigantesco padiglione governativo i cui  manovratori sono ben consapevoli del raggiro perpretato ai danni di milioni di persone. In tal caso s'imporrebbe una rivoluzione culturale che imprima una svolta decisiva all'oramai conclamata situazione stagnante.
         08 marzo 2018                                                                                Mario R. Zampella


mercoledì 28 febbraio 2018

CAMILLERI: SCRITTORE E STORICO.



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Lunedi' 26 febbraio e' andata in onda la trasposizione cinematografica di un racconto, fra i tanti di quelli storici, scritti da Andrea Camilleri. "La Mossa del Cavallo", ambientato negli anni successivi l'unificazione dell'Italia, precisamente nel settembre del 1877. Il racconto trae spunto da fatti realmente accaduti, conditi naturalmente dalla fervida immaginazione dello scrittore. Un giovane regioniere, cresciuto a Genova ma di origini siciliane, si appresta all'impegno del suo nuovo incarico, Ispettore alle dipendenze dell' allora neonata Istituzione per l'accertamento dei reati previsti in materia di evasione fiscale Nel piccolo paese di provincia e' gia' noto l'arrivo del controllore, che sara' addetto alla verifica della produzione di farina e relative gabelle imposte. I suoi predecessori sono stati tutti eliminati, senza stracci di prove, e lui deve provvedere alla sua difesa personale con una certa perizia. Ma ecco che scatta un piano criminale, allestito dal boss locale in combutta col Delegato facente funzioni di Polizia, e tutti i suoi collaboratori. Con l'ausilio di una donna generosa e bella, poco a poco il ragioniere viene coinvolto a sua insaputa in un gioco piu' grande di lui, che lo portera' all'impriginamento ed alla dichiarazione della sua infermita' mentale. La sua astuzia, avra' la meglio, riuscendo a dimostrare l'estraneita' alle accuse che gli vengono mosse. Il racconto pone in evidenza quai fossero le sottili e raffinate macchinazioni gia' in quel periodo, messe in atto da un'associazione di stampo mafioso che reggeva anche sulle collaborazioni di forze di sicurezza istituzionali, arruolate dalla precedente missione di liberazione d'Italia, fra il brigantaggio  presente in numerose zona del sud italiano. Analogamente a quanto accadde in occasione dello sbarco in Sicilia delle forze alleate per la liberazione dal nazifascismo, in cui mafia e forze militari strinsero alleanze per la cacciata del comune nemico. Ma soprattutto, in relazione ai metodi utilizzati per coinvolgere in tutto l'onesta' del ragioniere, le cose non sembrano mutate dopo tutto questo tempo. Da notare che il sesso riveste un ruolo decisamente determinante, in ogni questione di stampo mafioso,  e che la macchina del fango risale ad antichissime origini populiste alimentate dalla corruzione in atto.
Mercoledi 28 febbraio 2018                                                                Mario R. Zampella




lunedì 26 febbraio 2018

LE ELEZIONI VISTE DALLO SPAZIO 2

Siamo sempre in compagnia di Paolo Nespoli, immersi nello spazio assoluto con la Stazione Spaziale Internazionale. E risulta sempre piu' difficile assuefarsi alle visioni concesse dall'Italia in miniatura, riguardo le prossime elezioni politiche del 04 marzo 2018. Li' in fondo, sulla destra, c'e' un palco dal quale una sorta di predicatore affabula il pubblico con in mano un rosario ed un vangelo, noti simboli cattolici per eccellenza. Si affanna a giurare di promesse forse irrealizzabili, ed e' forse percio' che si appella ai miracoli divini. Di convinzioni politiche piuttosto opposte a quanto predica la religione cattolica ed in particolare Gesu' Cristo, il quale non discriminava affatto fra suoi seguaci e devoti, tenta disperatamente di giocarsi quest'ultima carta, a pochi giorni dal D-Day. Ci avviciniamo ancora un po', e dall'altro lato, sulla sinistra, si nota una donna molto impegnata a sfoggiare cartoncini con su scritto "sciogliamo le bande fasciste". Quasi per "reazione", compare improvvisamente una biondina dai toni accesi, che, utilizzando lo stesso target della precedente brunetta, ossia mostrando analoghi cartoncini che riportano "...se non e' fascismo questo", fa bella mostra della sua ignoranza relativamente all'esistenza della  L. 645 del 20.06.1952, la quale disciplina severamente ogni manifestazione ed aggregazione che abbia quale riferimento il disciolto partito fascista. Ma ecco che si rivede l'omuncolo della volta scorsa, in quest'occasione balla e si agita con le movenze di un primate, presso l'Associazione Nazionale Costruttori Edili. E' da qualche tempo che promette agli italiani di proteggerli e garantire loro una governabilita' di gran lusso, offrendo l'attuale Presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, quale prossimo premier nel caso il suo partito e/o coalizione vincesse le elezioni. Non si comprende bene pero' se vuole offrire su un piatto d'argento l'Onorevole Tajani all'Italia oppure l'Italia su un piatto d'argento a Tajani. Ad ogni modo le prospettive elettorali non sono cambiate di molto, dall'ultima visione spaziale. C'e' persino chi si e' pregiato dell'onore di presentare la lista dei ministri presso la presidenza della repubblica, al Quirinale, come se si fossero svolte le elezioni, solo nella sua mente. La sicumera ostentata ha travalicato ogni possibile immaginazione. Qui si viaggia a 25.000 Km/h e pertanto si dovranno rinviare alla prossima orbita le immagini comiche, grottesche e incredibili che il nostro paese offre in occasione di un cosi' importante appuntamento.
 26 febbraio   2018                                                             Mario R. Zampella





mercoledì 21 febbraio 2018

LE ELEZIONI VISTE DALLO SPAZIO.

Link: Agoravox
Nei panni di Paolo Nespoli, sulla stazione spaziale internazionale, la veduta del nostro paese, in procinto di selezionare i migliori candidati alle prossime elezioni politiche del 4 marzo, appare non poco patetica e triste. In primis si nota una gran confusione, fra tutte le liste e relativi nomi pronti a sfidarsi per la conquista del potere parlamentare. Se poi attiviamo il potentissimo zoom a disposizione della ISS, si potra' notare una figura dal volto giovane e ottimista che, come Gesu' Cristo fece a suo tempo, si affanna ad espellere uno ad uno tutti gli interessati commercianti,  dal suo tempio. Per ora solo otto. Spostandoci un po' piu' a destra, si intravede un omuncolo che farfuglia qualcosa, dunque attiviamo anche il super ricettore audio ed ascoltando rimaniamo allibiti alle sue parole. Parla ancora di lire, riguardo alle pensioni che da lui sarebbero aumentate alla somma straordinaria di mille unita'. Giunge poi a definire la minaccia piu' concreta del nostro paese, l'antifascismo, o forse un "certo antifascismo", come se esista o sia mai esistito un "certo fascismo". Qualcun altro, che con il precedente omuncolo ebbe a che fare, nonostante fosse stato appena condannato in via definitiva, lo si nota sudare sette camicie per riaffermare la sua leadership ormai decaduta, nell'estremo tentativo di concludere cio' che Rino Formica defini' il programma della loggia P2. Ed il panorama, da quell'altezza straordinaria, risulta essere cosi' deprimente da causare umiliazione anche per chi scrive queste quattro parole inutili. Frattanto gli otto espulsi dal tempio, sono immediatamente stati invitati a far parte dello schieramento opposto, quasi questo fosse un contenitore di raccolta indifferenziata. Un po' piu' a sud, invece, c'e' un uomo che scalpita e impreca, contro una specie di giornalismo camorristico, atto a generare prove fasulle di reati a carico di un giovane assessore, che poi risulta essere il figlio. E puntando il nostro obiettivo ancora a destra, con grande ribrezzo, notiamo un oncologo che, nelle liste di Forza Italia, si preoccupa di inviare un invito personalizzato a tutti i suoi pazienti malati di cancro, quasi volesse trasmettere l'illusione di una pronta guarigione in caso di vittoria. Il caro Paolo Nespoli sta meditando seriamente di trattenersi piu' a lungo, lassu', dove il silenzio regna sovrano e la contaminazione puo' solo riguardare i raggi cosmici. A meno che non si indicano a breve le prime elezioni spaziali dal Big Bang in poi.
            21 febbraio 2018                                                                 Mario R. Zampella




mercoledì 14 febbraio 2018

MAFIA E DINTORNI.


Link: Agoravox Leggo da Micromega on-line, un interessante articolo a firma di Angelo Cannata', che espone  a chiare lettere, facendo leva sul libro del Magistrato Nino Di Matteo "Collusi"l'atteggiamento riservato, per non dire omertoso, di certa stampa compiacente che se non evita, sorvola appena su tutte le vicende che hanno stretti riferimenti con la mafia. Sarei d'accordo, seguendo teoremi fino ad oggi quasi dimostrati completamente. Ma sento anche il dovere di difendere tutti i giornalisti che, con sprezzo del pericolo, affrontano quotidianamente le problematiche mafiose del nostro paese, citando qualche nome, come Saviano, Abbate, Bolzoni e mi scuso per non poterli citare tutti, i quali, alla luce delle minacce e delle scorte predisposte a loro protezione, superano di gran lunga le centinaia di unita'. Capisco le remore di un Magistrato, che offre il suo impegno, condizionando non poco la sua vita e quella dei suoi familiari, verso una delle colonne fondanti della democrazia, la stampa. Ma ho anche maturato appieno la convinzione che l'Italia, in primis, seguita da tanti altri paesi, vive una realta' sconfortante per la massiccia presenza di elementi mafiosi, al punto tale che  il senso di appartenenza del popolo, ad un'organizzazione cosi' vasta e capillare, e' divenuto a poco a poco l'anticultura per eccellenza, ponendo a serio rischio l'intero impianto democratico. Sia ben chiaro che non si tratta della mafia sanguinaria degli anni 70, 80 e 90, bensi' di un coacervo di poteri che si scambiano favori in barba alla legalita', mirando all'unico tornaconto possibile, che consiste in vantaggi materiali o profitti veri e propri. La questione riveste davvero un'importanza profonda, che porrebbe quale soluzione possibile, l'intero coinvolgimento di tutte le risorse disponibili al fine di espiantare detta anticultura, che trova riscontro in migliaia di manifestazioni negative che ogni giorno popolano le cronache, dal femminicidio all'educazione scolastica, sino alle baby gang e quant'altro ancora. Progetto che, per il poderoso impegno richiesto, vedrebbe impiegati anni di riforme e soprattutto, la partecipazione unanime, senza alcuna esclusione. Si direbbe utopia pura, anche perche', non risulterebbe per nulla pensabile operare in tale progetto nel solo nostro paese. In definitiva, uno sforzo collettivo che varchi i confini geografici, in piena sinergia fra ogni singolo settore interessato, dalle forze dell'ordine al settore giudiziario, dall'imprenditoria al settore bancario, dalle scuole medie inferiori alle universita' e cosi' via dicendo, in via da creare un blocco compatto a difesa dei valori che assicurano, nel corso del tempo presente e futuro, un'economia sana e florida, una societa' in armonia con le istituzioni e un'alternanza politica non conflittuale, critica, ma operosa e costruttiva. Finche' il potere mafioso non verra' picconato mattone per mattone, le lagnanze di Di Matteo e tanti altri magistrati in trincea come lui, avranno giusto motivo di diffusione, ma poco riscontro generale. Lunedi' 12 febbraio, e' andato in onda un nuovo episodio del Commissario Montalbano, nei cui dialoghi, si evidenzia palesemente, senza ipocrisia alcuna, l'effettiva impotenza delle forze dell'ordine di fronte al fenomeno mafioso.
            14 febbraio 2018                                                                  Mario R. Zampella




giovedì 8 febbraio 2018

CRIMINI ITALIANI E CRIMINI STRANIERI.



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Il recente accadimento registrato a Macerata, in cui un fanatico razzista di matrice nazi ha rievocato i momenti bui delle leggi razziali, solleva polemiche populiste in tutto il paese, sulle ragioni che hanno spinto il rivoluzionario ad impugnare la pistola e far fuoco sugli immigrati presenti in zona. E' vergognoso, se non giustificare appieno le sue azioni, ricercare cause sociologiche in chissa' quale meandro della mente perversa umana. Il movente e' stato attribuito all'immigrazione incontrollata, e cio' ne ha in qualche modo sdoganato l'estrema scelta. Cosi', un atto criminale di natura razziale, assurge a divenire una quasi ragazzata, e, l'ingresso in carcere di Luca Traini, il reo, fra gli applausi dei detenuti che hanno apprezzato il gesto, pone quasi in discussione la differenza che il popolo attribuisce fra un reato commesso da un italiano e quello commesso da uno straniero. Si e' giunti al punto che la legge abbia due misure differenti. I criminali italiani sono migliori dei criminali stranieri. Si tratta di un'onda che cresce gradualmente, come gia' accaduto un tempo, e, il parere discorde del Sindaco di Macerata e del Ministro dell'Interno Minniti sulla possibilita' di indire una manifestazione antirazzista ed antifascista, ne esalta effettivamente la portata. Il diritto inviolabile a manifestare il proprio dissenso netto a tali non piu' sporadici eventi, deve anch'esso essere rivendicato piu' volte, quasi ci si trovasse di fatto in un fascismo in fase embrionale. A tal fine avrei il piacere e l'onore di riportare alcune fra le parole piu' significative di Aristotele: "Un tiranno desidera ricchezze, mentre un Re desidera onori. Le guardie del tiranno sono dei mercenari, mentre le guardie del Re sono cittadini. I tiranni sono per lo piu' dei demagoghi, che raggiungono il potere promettendo di proteggere il popolo contro la nobilta'. Per conservare il potere, un tiranno deve impedire il sorgere di una persona di meriti eccezionali, se necessario mediante condanna a morte o assassinio. Deve propibire i pasti in comune, i circoli e qualsiasi sorta di educazione che possa generare sentimenti a lui ostili. Deve vietare riunioni o discussioni letterarie. Deve evitare che le persone si conoscano bene fra loro e deve obbligarle a vivere la propria vita pubblica alla sua presenza. Deve impiegare spie, come le donne poliziotto di Siracusa. Deve seminare discordie e impoverire i suoi sudditi. Deve tenerli occupati in grandi lavori, come faceva il Re d'Egitto costruendo le piramidi. Deve dare il potere alle donne e agli schiavi, per far di loro degli informatori. Deve fare la guerra perche' i suoi sudditi abbiano qualcosa da fare e abbiano sempre bisogno di un capo. Altro metodo per conservare la tirannia consiste nel mostrarsi moderato e religioso.  Non esiste malvagita' troppo grande per un tiranno."
08 febbraio 2018                                                                                               Mario R. Zampella



mercoledì 31 gennaio 2018

ELEZIONI POLITICHE 2018


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Cosa sono destra e sinistra. recitava un celebre brano di Giorgio Gaber. A circa un mese dalle elezioni, i dubbi di Gaber si propongono ancora alla mente, per cercare di sfuggire a "cliche"' ormai lisi e datati. Gli schieramenti sono pronti: centro destra, centro sinistra ed un movimento che sta qua e la', a seconda delle matrici che lo caratterizza di volta in volta, instaurando il mercato degli eleggibili, con quotazioni e rilanci che paiono essere tutti di stampo economico. Il traguardo piu' importante, sempre rimanendo in tema di "cliche"', e' rappresentato dal fatto che, finalmente, non vi siano modelli di riferimento comportamentali e ideologici riferiti al l'una o l'altra fazione politica. Ogni individuo ha ormai sviluppato la propria personalita', che non lo lega piu' al passato, in quella veste ideologica-comportamentale riconoscibile a distanza. I tempi sono cambiati, cosi' cantava Bob Dylan, e possiamo dirci fuori del tutto dagli schemi cantati da Gaber, in cui la doccia rappresentava la sinistra e la vasca la destra, oppure il collant la sinistra e il reggicalze la destra etc. etc. E si, sono cambiati i tempi, e sono scomparsi i cliche', ognuno ha modo di esternare le proprie convinzioni politiche, se vuole, senza ostentare questa o quella divisa particolare, che lo contraddistingue. "De gustibus non disputandum est" e non v'e' peggior pregiudizio che quello di giudicare una persona ed il suo pensiero politico dal modo di vestire o da altre scelte personali. Insomma la vera essenza del respiro democratico, consiste proprio nell'abbattimento di ogni specie di pregiudizio. Piuttosto, i problemi contemporanei sono altri, in tema strettamente politico. Cos'e' oggi la politica ? Sembrerebbe un tema da liceali, eppure, anche al liceo o in facolta', come dappertutto, la politica ha perso quella profonda funzione di armonizzazione del vivere civile. Ovvero, ogni iniziativa o promessa elettorale, di destra, sinistra o centro che sia, ha l'amaro sapore di uno slogan pubblicitario ben calibrato e mirato a penetrare i neuroni cerebrali in via tale da creare un affollamento di dubbi e perplessita' il cui pacchetto decisionale relativo alle scelte possibili, si presenta ai monticoli, (organi cellulari cerebrali, deputati alle scelte dell'individuo), e, a seconda del peso riferito come positivo o negativo, alla stregua di un mini sistema maggioritario, determina ogni scelta definitiva. E quanto piu' il mondo della comunicazione ci investe con nuove tecnologie e sistemi avanzati di pubblicita' e/o propaganda elettorale, tanto piu' il rischio di una spersonalizzazione dell'individuo cresce, al punto da rischiare di divenire una semplice pedina sullo scacchiere di turno. Il problema antico, della differenziazione politica-culturale dell'individuo, in base ai suoi modelli comportamentali o di costume, non sono piu' presenti, ma un nuovo problema si affaccia con tutte le sue conseguenze, e cioe' quello di una sempre piu' arida partecipazione alle doglianze collettive, determinato purtroppo, dalle meccaniche poste alla base della comunicazione e della pubblicita'. Lo slogan elettorale non prende piu' in esame un quadro d'insieme sociale per dare una risposta credibile alle varie soluzioni da intraprendere. Esso si limita a individuare taluni punti nevralgici e la competizione si esprime sul chi offre di piu' e meglio. E' vero, in conclusione ad ogni individuo interessa risolvere i propri problemi quotidiani, e quindi opera le sue scelte in funzione di un concreto diretto vantaggio ma la politica, quella vera, non esiste piu', e con essa e' tramontata anche la partecipazione civile della societa' a quell'"Agora"' un tempo fulcro centrale di ogni confronto, causando il tanto temuto astensionismo. ll consumismo si e' impossessato anche di quell'ultimo caposaldo sacrosanto, che in sostanza si compendia nella liberta' di voto e di pensiero. Si va tutti al supermercato elettorale a votare, e ogni vetrina viene allestita a volte con cura, a volte grossolanamente, per esporvi i prodotti ben confezionati dalle tecniche avanzate di marketing, al fine di determinare un indirizzo politico che non si differenzia affatto da tutti gli altri: la questione e' "L'Economia.
31 gennaio 2018                                                              Mario R. Zampella




venerdì 26 gennaio 2018

50 ANNI DAL 1968

Harlem (NY) 2002 - © Mario R. Zampella
Link: AgoravoxE' dunque iniziato il grande dibattito internazionale che vede per oggetto il cinquantesimo anniversario della rivoluzione sessantottina. Il confronto e' vasto e coinvolge le posizioni piu' disparate. Coloro che 50 anni or sono hanno partecipato attivamente al movimento politico, si confrontano oggi, con l'eta' avanzata e la consapevolezza che forse, malgrado il mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati, qualcosa di notevolmente illuminante e' avvenuto. Erano gli anni in cui la contestazione giovanile mise in discussione il potere costituito ed il suo autoritarismo. Gli anni in cui le storture e le contraddizioni del capitalismo affioravano in pieno boom economico. Era il tempo in cui i consumi erano spinti dalla sempre crescente avidita' di profitti, ed in cui le attenzioni ambientali non esistevano. Era il momento in cui classe operaia e studenti marciavano uniti per la rivendicazione di migliori condizioni lavorative e salariali. Ed e' stato anche il tempo in cui la violenza di guerriglia urbana ha maturato la propria identita', distinta fra azioni di matrice eversiva di destra e di sinistra. Che altre e piu' altolocate partecipazioni abbiano contribuito, se non proprio governato, i devastanti attentati di cui la storia narra, purtroppo non e' mai stato appurato ufficialmente. V'era poi una fazione, come dire, neutrale, in cui le rivendicazioni consistevano in semplici inviti alla pace, all'amore ed alla liberazione dagli schemi dominanti che imperavano allora. Si trattava del Flowers' Power, che, dalle radici delle contestazioni americane contro la guerra in Vietnam, si espanse in tutta Europa, contaminando l'ideale giovanile, ancora in preda ai pregiudizi da parrocchia di provincia. E dunque un vero e proprio movimento politico-culturale rivoluzionario prese piede, fra giovani ed operai, rivendicando l'effettiva liberta' dettata da una democrazia esistente solo sulla carta costituzionale, rispetto alle ipocrisie diffuse di quel periodo. Se gli obiettivi politici mirati alla correzione delle iniquita'  del capitalismo industriale non furono esattamente raggiunti, molti sono gli orizzonti aperti in quel momento storico e che oggi diamo per scontati. Dalla liberalizzazione dei costumi, all'apertura verso una politica piu' laica, sino all'affermazione dell'individualita' e dell'identita' dei giovani di allora e ancor piu' dei contemporanei. Non era infatti ne' logico ne' normale, che le nuove generazioni di allora avessero rimostranze e rivendicazioni, circa la propria liberta' d'azione e di pensiero. La violenza conobbe la sua escalation quando opinione pubblica e clero si scagliarono contro il movimento liberatorio, quando le forze dell'ordine iniziarono a colpire duro, e da li' fu tutto un crescendo di accuse e controaccuse. La violenza scaturi' dal momento che non era pensabile attaccare la classe capitalista, in pieno boom economico, ovvero, il  primo istante in cui, dalla fine della 2° guerra mondiale, si poteva finalmente sperare in un futuro sereno. Non era ammissibile una protesta che sputasse nel piatto in cui una minestra fredda e rancida era servita. Ogni forma di contestazione andava repressa, anche e soprattutto con la forza. I 50 anni trascorsi hanno frattanto messo a fuoco che talune delle rivendicazioni di allora, erano giuste e sacrosante. L'affanno attuale per la preservazione dell'ambiente l'avremmo evitato, le armi, le centrali e le scorie nucleari non le avremmo fra i piedi con i loro pericoli, si e' goduto della liberazione sessuale (sino alla comparsa dell'AIDS),  e' giunto il divorzio, la liberta' dei costumi e molto altro ancora. In sintesi, benche' non di matrice europea, il 1968, ancor oggi costituisce l'innegabile momento illuministico dal dopo guerra in poi, in un paese che ancora covava risentimento per il tramonto del fascismo. Le paure ancestrali si sono dissolte nella freschezza di una generazione che ha dovuto impegnarsi non poco per scardinare una mentalita' obsoleta e padronale.
26 gennaio 2018                                                                                 Mario R. Zampella






domenica 21 gennaio 2018

OLOCAUSTO

Bologna (Vittime Resistenza) - © Mario R. Zampella
Link: Agoravox
Come ogni anno, il prossimo 27 gennaio, sara' il giorno dedicato alla memoria di una delle peggiori crudelta' che la storia del '900 abbia mai registrato. Fra le varie iniziative istituzionali, spicca sin da ora, la nomina a Senatrice a vita, da parte del Presidente Sergio Mattarella, di Liliana Segre', testimone e vittima dell'olocausto che causo' l'atroce scomparsa di piu' di 5 milioni, fra ebrei, zingari, gay e non allineati. E' quanto mai impellente e giusto, l'inserimento al Parlamento italiano, di una simile presenza, dopo i numerosi rigurgiti di stampo fascista emersi nel corso dell'anno appena concluso. E' emblematica la lunga lista di interventi ed azioni mirate di indiscutibile violenza, poste in essere da  varie fazioni dell'estrema destra italiana, di cui, al link di seguito, il giornalista dell'Espresso Federico Marconi, fornisce ampia documentazione: ( Un Anno di Violenza Fascista). Ed e' proprio alla luce dei tempi cupi che avvolgono la nostra esistenza, che giunge doveroso l'impegno a rimarcare e ricordare, senza sconti e indulgenze, la necessita' di una sempre vigile attenzione al bieco fenomeno, che in sordina va emergendo con grande portata. Sembrerebbe un ben architettato congegno, attuato da una regia troppo lontana per essere visibile, che pone le basi di un malcontento sociale volto a istigare e provocare movimenti di massa sempre piu' decisi e numerosi. E' ancor piu' necessaria risulta l'esigenza di stroncare ogni forma e genere di assolutismo dispotico, non solo il giorno che celebra l'arrivo delle milizie russe ad Awshwitz, ma tutti i santi giorni dell'anno. Mai piu', mai piu' simili orrori.
Mario R. Zampella   21 gennaio 2018




venerdì 12 gennaio 2018

VANITA' 3° ATTO.

                 Tien An Men © Mario R. Zampella
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      Siamo giunti al terzo ed ultimo atto di questo trittico inerente la "Vanita'". Naturalmente senza alcuna pretesa di aver esaurientemente affrontata la questione. Nel secondo atto abbiamo appena evidenziato i possibili rischi relativi alla "Vanita'" incontrollata, ovvero quell'escalation interconnessa fra potere, economia e autocompiacimento. I legami stretti che intercorrono fra gli elementi cennati, producono, negli individui vanitosi, una sorta di spirale non reversibile, in cui l'immagine di se' risulta talmente sopravvalutata, che al minimo scricchiolio di tutta l'impalcatura eretta, essi, a costo di preservare quell'immagine offerta al proprio pubblico sino ad allora, sarebbero capaci di qualsiasi azione, pur di conservarla intatta. Ed ecco che la "Vanita'", a volte, puo' irrompere nella violenza, generando mostri di grande statura, di cui la storia narra le gesta. Hitler, Mussolini, Napoleone, sino ai giorni nostri, Kim Jong Un, Trump, e via dicendo, erano e sono i grandi vanitosi, insufflati dal proprio potere e possedimenti. Per fortuna, il teorema potere/vanita' non e' affatto scontato e molti esempi opposti lo dimostrano, per citarne solo alcuni, potremo nominare Obama, Mandela,  Mohamed Yunus, Pepe Mujica, Einstein ed tanti altri del mondo politico, dello spettacolo o della scienza. Quindi la "Vanita'" puo' rappresentarsi in una scala graduata, ove i livelli minimi produrrebbero persino maggiore empatia fra gli individui, mentre ai livelli massimi, in combutta con altre cause concomitanti, la "Vanita'" potrebbe essere la leva fondante di tragedie e catastrofi.
       12 gennaio  2018                                                                                   Mario R. Zampella







giovedì 11 gennaio 2018

VANITA' 2° ATTO

 Il Cigno © Mario R. Zampella
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Continuando la conversazione inerente la "vanita'", ammirando in particolare la posa sinuosa di quest'esemplare animale, che con massima naturalezza esprime l'armonia universale della bellezza, pur non essendo per nulla contaminato da tutte le strutture e sovrastrutture che rendono l'essere umano vanitoso, notiamo che la sua posizione richiama un'autenticita' atavica, pur appartenendo all'era contemporanea. V'e' da premettere che per "vanita'" in generale non s'intende esclusivamente tutto cio' che rimanda alla bellezza ma anche all'affermazione di se', ovvero l'immagine della forma e del contenuto fusi insieme, cosi' da generare quell'autoammirazione che a volte sconfina in arroganza, prevaricazione e assolutismo. L'egocentrismo, infatti, rappresenta la naturale evoluzione di questo vizio, e quando esso travalica i confini naturali entro cui, ogni individuo, oggetto di ammirazione per le proprie e reali capacita',  in misura minore o maggiore, sviluppa quel sano narcisismo che lo rende leader incontrastato, la problematica diviene importante. Tanto piu' se, nell'analisi comportamentale, si evince che il soggetto non possiede alcuna capacita' reale, ma, come si diceva, banali e inconcludenti sovrastrutture a cui egli riferisce in via sempre piu' assidua, tale da esserne totalmente dipendente. In effetti, viviamo nell'era digitale, dove l'autenticita' delle cose e' rappresentata, purtroppo, sempre piu' di rado. Il trionfo della finzione, della banalita' e della futilita' e' presente quotidianamente sotto gli occhi di tutti e cio' che ancor di piu' preoccupa e' rappresentato dalla continua necessita' di vivere in tali contesti, come fossero droghe che attanagliano l'individuo nella sua assuefazione mentale. Il cigno di cui al fotogramma, si mostra in tutta la sua eleganza senza per questo sminuire cio' che esso stesso e', e rappresenta, ovvero forma e contenuto fusi insieme.
 11 gennaio  2018                                                                             Mario R. Zampella





mercoledì 10 gennaio 2018

VANITA'

Vanita'  © Mario R. Zampella
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     Il fotogramma esposto e' titolato "Vanita'". La gatta esprime in posa tutta la sua fierezza e orgoglio felino, quasi fosse consapevole di essere ripresa. Si tratta, evidentemente, di un comportamento istintuale, che, benche' distorto dalla realta' domestica a cui ogni animale da compagnia si e' via via, nel corso degli ultimi due millenni e anche piu', abituato, trova completa e sempre piu' affinita' d'espressione al mondo degli esseri umani. 
     La vanita' e' considerata una dei vizi peculiari dell'uomo, e, se contenuta nei limiti accettabili ove l'abuso e l'esagerazione non trovano spazio, e' capace di restituire parte di quell'autostima di cui spesso se ne denuncia il deficit. Tuttavia, la "Vanita'" in senso proprio non va confusa con l'esasperazione dell'ego dovuta alle miriadi di messaggi subliminali e non, in cui, in piena era dell'informazione, l'essere umano diviene facile preda di manipolazioni mentali e psicologiche, che lo spingono facilmente ad eccessi di tale comportamento vizioso. Si puo' dire che essa (la vanita'), nelle sue forme esasperate, potrebbe condurre a serie e gravi patologie comportamentali, dovute appunto al massiccio bombardamento di stereotipi ideali dettati dal sistema economico ormai ben calibrato e collaudato.
     Se dunque, la gatta in posa, non fa altro che attingere a quel po' di umanesimo da noi instillato nel corso dei secoli, la difesa piu' opportuna all'eccesso di tale specie di patologia mentale, risulterebbe, per converso, l'assimilazione o il risveglio, in dosi naturalmente adeguate, di quell'istintualita' di cui ogni animale, uomo compreso, e' profondamente dotato.
                 10 gennaio 2018                                                               Mario R. Zampella