domenica 30 ottobre 2011

Resistere, Resistere, Resistere

Nessuna istituzione, lo so bene, nessun principio, nessuna regola sfugge ai condizionamenti storici e dunque all’obsolescenza, nessun cambiamento deve suscitare scandalo, purché sia assistito dalla razionalità e purché il diritto, inteso come categoria del pensiero e dell’azione, non subisca sopraffazione dagli interessi. Ma ai guasti di un pericoloso sgretolamento della volontà generale, al naufragio della coscienza civica nella perdita delsenso del diritto, ultimo, estremo baluardo della questione morale, è dovere della collettività “resistere, resistere, resistere” come su una irrinunciabile linea del Piave.” Queste le celebri parole dell'ex magistrato Francesco Saverio Borrelli, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario 2002, parole profetiche, di memoria storica, per il netto riferimento alla resistenza armata opposta durante la Prima Guerra Mondiale. Il decennio trascorso da quel discorso, ha platealmente esibito cio che nessuno forse avrebbe mai immaginato. 
La guerra moderna del terzo millennio intrapresa contro “l'entita'”, termine coniato da Piero Grasso e Walter Veltroni, sembra non avere fine, quando tutti contro tutti resistono appellandosi alla giustizia “personalizzata”.
Se nel 2002, la fisionomia dell'”entita” rispecchiava un profilo quanto meno riconoscibile, dopo quasi dieci anni, l'operato del Governo Berlusconi ha provveduto ad un attento e curato “maquillage” in cui gli intrecci dei poteri forti hanno rivelato l'estrema difficolta' a configurare il mostro senza testa contro cui, allo stato attuale, il mondo intero e' impegnato a combattere. Dalla grave crisi economica scoppiata nel 2007 ai terremoti sessuali, dalle gravi infiltrazioni mafiose nelle istituzioni ai “default” economici, dalla sovversione dei valori acquisiti per la difesa dei lavoratori ai licenziamenti facili, sino alle compravendite parlamentari, e cosi via, in una successione scandalosa di eventi legislativi che hanno di volta in volta lacerato sempre piu' l'Italia, tanto da renderla un paese oramai privo di dignita' e deriso da tutti.  Le dimissioni del Premier, chieste a grande maggioranza nazionale e internazionale, rappresentano il fallito mandato di un Governo che barcolla pericolosamente, di una legislatura che ha profondamente minato le assi portanti della nazione e di un organico parlamentare complice in affari per nulla cristallini. L' “entita” e' divenuta invisibile, col gioco del coinvolgimento, delle mani che lavano le altre o di quelle che devono sporcarsi per mera sopravvivenza, col gioco dei ricatti e della macchina del fango, col puntuale appoggio del “sistema” in cui le istituzioni sono palesemente coinvolte. La coscienza civica collettiva e' rappresentata da sparute minoranze che resistono sempre meno alle ripetute manifestazioni dove “black bloc” puntuali intervengono a sedare le passioni, sempre gli stessi, facce diverse, stessa matrice. Dal canto suo anche Berlusconi resiste, e' sua la recente dichiarazione secondo cui, l'impegno politico gli sarebbe costato 5000 miliardi delle vecchie lire, e commuove la sua generosita', il suo impegno civico e il suo grande talento imprenditoriale, che ha mutato un organizzazione sociale e politica in una gerarchia militare di evidente stampo fascista. Il patetismo melodrammatico di un uomo che voleva essere amato dal suo popolo ha raggiunto e soverchiato ogni limite e non bastera' inginocchiarsi per chiedere perdono per le malefatte, dopo aver costretto tutti a inginocchiarsi ed umiliarsi, non bastera' risarcire adeguatamente anni di privazioni e menzogne perpretate, Silvio Berlusconi ha smarrito per sempre la propria immagine e credibilita' nel mondo intero.
Bologna, 29 ottobre 2011 h. 1.50 am. Mario R. Zampella












sabato 22 ottobre 2011

Futuro Remoto

Leggi e regolamenti sono necessari alla civile convivenza, per un sereno sviluppo collettivo. La norma acquista percio’ una valenza impositiva per tutti, senza discriminazioni, in cui e’ affermato il principio ispiratore che ne ha indotto la creazione. Cio’ che ha causato l’intervento delle forze NATO in Libia, e’ dipeso esattamente dalla violazione di un complesso di norme o regolamenti contenuti nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo che, sebbene non siano riconosciuti formalmente da tutti i paesi del mondo, costituiscono il riferimento essenziale, per cosi’ dire la bussola a cui ci si affida, per evitare naufragi collettivi di grande entita’, di cui la II Guerra Mondiale ne e’ l’esempio principe. Proprio in quella circostanza, i valori fondanti espressi nel Bill of Rights statuinitense, raffinati successivamente in occasione della rivoluzione francese, hanno 
assunto importanza globale per cio’ che concerne la corretta interpretazione dei diritti dell’essere umano. Sebbene ogni guerra generi inevitabili interessi di carattere economico, a partire dall’industria di armi belliche, gli intenti umanitari, in qualche modo, giustificano il ricorso ai conflitti armati, intesi quale strumento al servizio dei popoli. La caduta di Gheddafi rappresenta senza eccezione, un percorso gia’ iniziato volto alla conquista del valore universale di cui l’uomo stesso e’ rappresentante e portavoce, la strada maestra che dovrebbe condurre l’intera esistenza a comprendere che ogni violenza esercitata abusivamente infrange l’essenza della pacifica convivenza con grave offesa ai martiri caduti per detto valore. Il sentiero intrapreso via via assume dimensioni sempre piu’ implicanti la partecipazione globale, un’autostrada veloce il cui traffico scorre senza intralci di sorta. Il benessere dei popoli e’ la meta ultima per una costituzione mondiale, dove i confini geografici perdono la propria attuale funzione a favore dell’unita’ complessiva. L’esproprio proletario esercitato dalla democrazia rappresenta la garanzia dei valori espressi in quelle parole immortali, che tanto sono costate, consacrate al diritto di un’esistenza felice. Salvo poi intuire di essere parte dell’effimera rappresentazione di un futuro remoto in cui burattini e burattinai si dividono vicendevolmente i rispettivi ruoli. 
Bologna 22 ottobre 2011 h. 01.56 p.m. Mario R. Zampella










martedì 11 ottobre 2011

Confessionale Italia

Ci risiamo, il Governo si accinge a varare l'ennesimo perdono per reati di natura fiscale e, come li definiscono, piccoli abusi edilizi. E' oramai un trend consolidato, tanto da aspettarsi il suo inserimento nel Documento di Programmazione Finanziaria ed Economica annuale, quale voce contabile fissa, atta alla raccolta forfetaria della materia imponibile evasa, con grande agevolazione, sperequativa nei confronti di chi ha una coscienza sociale sensibile in virtu' della quale assolve alle proprie incombenze tributarie e dei lavoratori dipendenti.  E' una vecchia piaga, un rimedio alle scarse entrate nei periodi di crisi, ma anche un escamotage per la raccolta di voti in prossimita' delle scadenze elettorali. Si raschia il fondo come si puo', senza vergogna, senza lontanamente pensare che chi osserva in maniera puntuale la legge, forse avrebbe diritto ad un premio piu' consistente, anziche' veder vanificare i propri sforzi a favore di chi, a conti fatti, rischia poco o nulla, evadendo per due, tre o quattro anni, in attesa del prossimo perdono. E' altresi' vanificata l'attivita' di controllo e organizzazione investigativa, l'Agenzia delle Entrate diviene il confessionale del terzo millennio, dove e' possibile lavare la coscienza utilizzando la lavatrice finanziaria  con cui lo Stato rende possibile l'assolvimento ai propri peccati fiscali, con qualche preghierina di comodo. A cio' si aggiunge il perdono degli abusi edilizi, anch'esso piu' volte utilizzato  per venire incontro a chi non ha mai rispettato i piani regolatori territoriali, ma a quanto si prevede, questa volta il condono dovrebbe interessare quella platea di proprietari che avrebbero ignorato le regole per piccole violazioni, sanando la posizione irregolare con pochi spiccioli. Altri paesi europei e non, ricorrono all'istituto del condono quale evento eccezionale dovuto solitamente a crisi economiche di grande entita', con la autoconsapevolezza di ricorrere ad un rimedio che risolve ben poco nei buchi di bilancio statale, poiche' l'evasione oltre a  non risultare conveniente, essendo penalizzata in via aspra e determinata con strumenti sofisticati, non rientra nella cultura sociale che caratterizza quell'economia. Solo di recente in Italia assistiamo a campagne pubblicitarie che facendo leva sulla morale individuale, spingerebbero gli evasori al senso di colpa verso coloro che le tasse le pagano. Era paventata persino la diffusione pubblica di tutte le  dichiarazioni dei redditi,  in via tale da creare conflitti popolari fra chi paga e chi non paga le tasse,  ma le norme di tutela sulla privacy hanno posto limiti oggettivi a simili procedure.  Eppure l'ammontare annuale del sommerso sfiora cifre triple o quadruple di quanto al contrario viene dichiarato, e lo strumento della lotta all'evasione e' sempre apparso ridicolo e inadeguato, non in linea con i progressi tecnologici ed informatici, non efficiente per l'eccessiva proliferazione legislativa che determina cambiamenti a cadenza semestrale senza apportare  benefici sostanziali, se non quelli "ad personam". Insomma, ogni perdono fiscale, diminuisce la credibilita' dell'imposizione stessa e naturalmente delle norme costituzionali e di tutto l'impianto giuridico che la prevedono, svilendo di fatto l'attendibilita'  dell'immagine all'estero, con conseguenti declassamenti da parte delle agenzie di rating,  penalizzanti non poco per gli investimenti dall'estero. 
Bologna 11 ottobre 2011 h. 3.40 pm. Mario R. Zampella








giovedì 6 ottobre 2011

Il Partito della Gnocca

E' il suo chiodo fisso, la "gnocca", da sempre, quasi volesse sfuggire alla condanna opposta, quella di essere definito un "gay", come egli stesso tenne a precisare, quando affermo' che e' meglio la "gnocca" che essere omosessuale. Silvio Berlusconi denuncia con costante determinazione un trauma, probabilmente vissuto in eta' scolare, vuoi per l'affetto vicendevole ed esagerato intercorso con la madre, vuoi per qualche recondito e ben seppellito evento, di cui se ne  puo' immaginare l'entita' senza peraltro scendere in dettagli osceni. D'altro canto, l'eta' infantile e' territorio esclusivo della curiosita', quindi non imputabile e giudicabile al pari dell'eta' adulta. Alla sua veneranda eta', Silvio Berlusconi maschera male il suo ingenuo candore in materia sessuale, confessando ripetutamente di essere un eterosessuale convinto e scongiurando ogni possibile equivoco sulla sua natura maschile. Ostentare tale atteggiamento, denuncia senza compromessi un comportamento difensivo, teso all'esclusione di ogni possibile dubbio riguardo le sue preferenze sessuali, ma cio' fa emergere parallelamente la stessa matrice che egli nega con ostinata convinzione, ossia, una possibile omosessualita' latente.  Le sue reiterate scappatelle, orgoglio non solo personale ma parte integrante della fierezza maschile italiana, la sua estrema idolatria del sesso femminile e le paure radicate nel rischio di poter, seppure per un attimo, apparire lievemente effemminato, celano senza grande maestria, un grave timore, che molto probabilmente risiede nel suo inconscio. Cio' per quanto attiene l'ambito psicologico, ma impostando la questione in altri termini, Silvio Berlusconi, potrebbe aver adottato una strategia comportamentale che vede favorire in termini espliciti il sistema che amministra e governa il mondo della "prostituzione". Un sistema potentissimo in tutto il mondo, non per nulla e' il mestiere piu' antico, e come tale ha assunto dimensioni elefantiache in ogni contesto sociale, piu' o meno ipocritamente. I poteri forti, si sa, vanno a braccetto, o quanto meno non si pestano i piedi, e le beghe in cui il Premier e' incappato non riguardano esclusivamente la questione morale, purtroppo in Italia molto sentita. Le vicende giudiziarie che lo inchiodano alla sbarra degli imputati richiamano il reato di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, reato concettualmente e materialmente ignobile, che si affianca a quello della schiavitu', molto praticato fino al secolo scorso.  Cio' che un politico ha da guadagnare da tale associazione di fatto e' naturalmente il consenso elettorale, il quale, nelle trascorse elezioni, si' e' dimostrato nettamente a favore per l'antica pratica di compravendita corporea, lasciando emergere agli occhi di tutti i paesi internazionale le vere radici in cui si e' sviluppata la storia del nostro paese. Come detto, nessun altro e' esente o immune da fattispecie similari, se non altro, qualcuno ha avuto il saggio pudore di regolarne la materia a livello piu' esemplare, disciplinando un'attivita' il cui diritto all'esercizio appare sacrosanto in ogni fondamento costituzionale. Certo, la democrazia concede anche il diritto a fondare il Partito della Gnocca, peccato che in tal caso, tutto dovrebbe tradursi in meri termini economici e di mercificazione, pratica gia' in uso presso la nostra societa' senza l'avallo pubblico.                                 Bologna 6 ottobre 2011   h. 11.55  pm.     Mario R. Zampella                                                                                                          










mercoledì 5 ottobre 2011

Sud Africa e Cina

Da quanto si puo' apprendere dal New York Times on line, l'autorita' preposta al rilascio dei visti d'ingresso in Sud Africa, avrebbe non garantito o temporaneamente sospesa la possibilita' di visitare il Paese al Dalai Lama, il cui programma era gia' noto dallo scorso mese di agosto. In agenda figurava anche un incontro con Desmond Tutu, noto attivista contro ogni forma di segregazione e razzismo, il quale compira' 80 anni il prossimo sette di ottobre. Egli stesso ha accusato il proprio Governo di seguire l'orientamento ostile cinese, che dal 1950 guerreggia con la comunita' tibetana, ostacolando in ogni occasione la sua identita' di tradizione e cultura filosofico-religiosa. Da parte sua, il Dalai Lama, ha pensato di ritirare la propria richiesta d'ingresso  e Desmond Tutu ha inveito contro il Presidente Jacob Zuma, il quale sarebbe avviluppato nelle politiche estere di dominanza cinese. Alla protesta si sono uniti il Prof. Loyiso Nongxa, vice cancelliere dell'Universita' di Witwatersrand, il quale afferma: "L'indecisione deliberata dello Stato pone in ridicolo il valore pregnante alla liberta' di parola, di espressione e movimento scolpite nella nostra Costituzione, insieme alle liberta'  per cui molti sud africani hanno vissuto o sono morti". Il Desmond Tutu Peace Center, un gruppo di attivisti cofondatori del movimento e la sede territoriale a Pretoria dell'Office of Tibet hanno definito l'azione come una profonda mancanza di rispetto verso due premi Nobel fra i piu' riveriti al mondo. Il fatto singolare, coincide con la visita in Cina del vice Presidente sud africano , Kgalema Motlanthe, il quale avrebbe trattato e concluso numerosi accordi di sviluppo commerciale.                                        
 Bologna, 5 ottobre 2011 h. 8.43 pm.     Mario R. Zampella








sabato 1 ottobre 2011

Napolitano a Napoli

Venerdi 30 settembre scorso, il Presidente Napolitano ha pensato come atto dovuto una breve visita alla sua citta',  in occasione del 150° anniversario dell'unita' d'Italia. Sceso dal treno ha percorso i trecento metri che lo separavano da me, fra applausi, qualche urlo. Evento inaspettato, per me, viaggiatore stanco, e la curiosita' giornalistica di porgli un quesito ha scatenato un vortice mentale, in cui ogni suo passo era ripreso in rallenty, e il tempo dilatato mi permetteva di elaborare le domande a cui vorrei risposta, secondo dopo secondo, sempre piu' fitte.
Buon Giorno Presidente, quanto Napoli conta nel collame nazionale che tiene l'Italia ancora insieme ? E le rivendicazioni secessioniste della Lega, hanno riferimenti voluti a questa citta' ? La situazione politica di stallo, riflette o no l'impotenza delle nostre istituzioni, magistratura compresa, e quindi una democrazia violata nella sua essenza ?  La Chiesa lancia segnali d'allarme molto seri, anche contrapposti, pensa che sia legittimo il suo intervento ? Scusi Presidente, so che ha fretta, so che andra' al monumento di Garibaldi, ritiene che il grande condottiero sia mai stato scettico sulla portata dell'impresa a cui era chiamato ?  Secondo Lei il mondo intero, allo stato attuale, e' in fase di progresso o di regresso ?  Grazie Presidente, felice permanenza a Napoli.
Napolitano sfila sotto i miei occhi,  il tempo di un "click" fotografico, il tempo di un rigurgito d'emozione, in cui quella figura mi rappresenta, con il suo impegno sempre piu' vivo e presente, al richiamo di quei principi in cui credo ancora, malgrado tutto, per non affondare nella melma del qualunquismo. Scusi Presidente, in che pianeta viviamo ?
Mercatale, 01 ottobre 2011 h. 04.20 pm.