mercoledì 25 maggio 2011

May You Stay Forever Young Mr. Dylan

Oggi Robert Zimmerman, in arte Bob Dylan traguarda i 70 anni in un vespaio di polemiche che, quando piu’, quando meno, hanno costellato il suo intricato percorso di vita. E’ infatti recente l’accusa al venerabile cantautore, faro illuminante per l’intera generazione musicale degli anni ’70, di aver ceduto alle lusinghe del profitto accettando la censura impostagli dalle autorita’ al suo ultimo concerto in Cina. Il Thunder Review Neverending Tour, cosi’ e’ definito il perenne nomadismo musicale di Dylan, ha toccato il paese comunista, di fronte a un pubblico di giovinetti, probabilmente ignari dei suoi trascorsi autoriali e di quanto abbia inciso il suo talento musico-letterario nella storia della musica folk-rock. I duri e puri, sempre coerenti alla linea, lo accusano inoltre di non aver proferito parola in difesa di Ai Weiwei, il grande artista contemporaneo e Liu Xiaobo, ultimo premio Nobel per la pace rinchiusi nelle patrie galere cinesi. Bob Dylan non e’ nuovo a questo genere di proteste contro il suo atteggiamento apparentemente impermeabile, anzi, la sua carriera ha avuto inizio proprio all’insegna della polemica, quando segno’ la svolta, dopo pochi anni in cui si affermo’ per le sue canzoni di protesta folk, ispirate per lo piu’ dal suo maestro platonico Woody Guthrie, dallo stile folk-country al rock elettrico, tradendo i seguaci piu’ fedeli che lo contestarono nel famoso concerto di Newport. E da allora ogni vicenda sembra portare in se i prodromi di un cavillo idiosincratico al suo modo di essere.
L’accusa di aver finanziato gli armamenti israeliani, essendo di origine ebrea, oppure la critica di aver ceduto il proprio raziocinio alle crisi mistico-religiose, fino al concerto dedicato a Papa Giovanni Paolo II, per non discutere del suo caratteraccio da antidivo, che lo ha spinto piu’ volte ad ignorare il pubblico, o la dannata deformazione a cui sottopone ogni suo brano al punto da essere irriconoscibile. Lo scorticato Dylan non si e’ mai preoccupato di asservire l’industria discografica, persino nel passaggio dalla Columbia alla Sony, non ha mai dato peso alla voce gracchiante e nasale per cui e’ stato spesso additato quale mistificatore eccelso. I primi anni di residenza a New York, gli anni in cui si esibiva per qualche spicciolo in locali di dubbia fama, non indietreggio’ di un millimetro nelle richieste di un genere piu’ conciliante al pubblico che lo seguiva, dichiarando al suo datore di lavoro, Mike Porco, che piuttosto di modificare la sua linea espressiva, avrebbe preferito morire di fame. E cosi’ via dicendo, in una corsa contro il tempo, piu’ veloce del tempo, tanto da rendere i suoi inseguitori, pubblico e critica, sempre anacronistici e antichi, nel suo camaleontico repertorio infinito di modelli filosofico-culturali, che toccano i piu’ grandi temi della vita, l’amore, la morte, la guerra. Il grande e incrollabile Dylan, ancora in trincea come un soldato mai invecchiato, in una esibizione senza fine, appunto definita Neverendin Tour. Se nel corso degli anni e’ risultato impenetrabile da chiunque avesse mosso critiche e accuse al suo comportamento poco adattabile alle esigenze di mercato, questa volta, in occasione del concerto cinese, Dylan ha pubblicato sul suo sito esaurienti delucidazioni su quanto accaduto, sostenendo che nessuno gli avrebbe mai imposto censure e che la scaletta dei brani scelti per la performance teneva conto di un pubblico pressoche’ giovanile, informato solo dei suoi piu’ recenti lavori discografici. 70 anni ben impiegati, vista la sua lucidita’ e l’attivismo continuo che lo vede non solo singer impegnato intorno al mondo, ma anche scrittore. A breve, infatti sranno pubblicati altri due libri autobiografici, dopo Chronicle 1 usciranno il 2° ed il 3°, a cui ne seguiranno altri a quanto si afferma, ma per il momento ci  accontentiamo, noi, che nella difficolta’ di comprenderlo, abbiamo cercato noi stessi, noi, che nella impossibilita’ di afferrarlo abbiamo scoperto la multiforme essenza della sua personalita’, noi, che ci siamo specchiati nei suoi testi scoprendoci nudi di fronte al mondo, perche’ quando credi di aver perso tutto, scopri che c’e’ sempre qualche piccola cosa ancora da perdere. Happy birthday, Mr. Dylan, May you stay forever young.
Fiumicino, 24 maggio 2011 h. 2.10 am. Mario R. Zampella






martedì 24 maggio 2011

Omaggio a Giovanni Falcone

Diciannove anni or sono, in questo giorno, ci lasciavano Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo insieme alla scorta che li seguiva, nell’attentato di Capaci, uno dei piu’ devastanti della storia d’Italia. E anno dopo anno e’ impossibile omettere il ricordo dell’operato di un magistrato che ha anteposto la moralita’ alla propria vita, che ha instillato nei palermitani la fiducia nella possibilita’ di sconfiggere la mafia, con tutta umilta’ e professionalita’. Palermo, citta’ insanguinata, tanto amata da Falcone, non per semplice campanilismo, ma per la profonda e travagliata storia che la caratterizza. L’uomo che poco a poco ha ricostruito l’organigramma di Cosa Nostra comprensivo di tutte le leggi che ne regolavano il funzionamento. Tenace quanto audace, si e’ scontrato con il muro di gomma ben piu’ subdolo e pericoloso, degli intrecci mafia-affari-politica, tutt’oggi esistente ed attivo. Giovanni Falcone, con le sue sigarette ed il “profumo ” del fumo, con la sua semplicita’ ferrea e anticonformista ma al tempo stesso tradizionale e pacata, un “dead man walking”, morto che cammina, come si autodefiniva, cioe’ un condannato a morte, nella consapevolezza di cio’ che l’attendeva. Fu il primo a stabilire rapporti di collaborazione con i colleghi degli Stati Uniti nel tentativo di comporre un quadro unitario legato ai traffici ed alle complicita’ oltre oceano, e per questo, Giovanni Falcone e’ ricordato anche in quella terra quale persona lungimirante e intuitiva, dal pensiero universale e unificante. Un pensiero sintetizzato nella frase di J.F. Kennedy, che lui amava ripetere: “A man does what he must – in spite of personal consequences, in spite of obstacles and dangers and pressures – and that is the basis of all human morality” – “E’ necessario fare il prorpio dovere, fino in fondo, costi quel che costi, per dare un senso alla dignita’ dell’essere umano”.
Fiumicino, 23 maggio 2011 h. 2.16 a.m. Mario R. Zampella














venerdì 20 maggio 2011

Abramo Lincoln e Berlusconi

“Meglio stare zitti e lasciare il dubbio di essere stupidi, che parlare e togliere ogni dubbio”, una famosa frase probabilmente declamata da Abramo Lincoln che calza perfetta all’atteggiamento post elezioni di Silvio Berlusconi, rintanato e inquieto per la disfatta elettorale e per una maggioranza a serio rischio di tenuta (Governo sconfitto per cinque volte in Parlamento), benche’ i lealisti del Capo giurino la propria fedelta’. Si puo’ affermare in tutta serenita’ che nella campagna pre elettorale le apparizioni di Berlusconi hanno penalizzato i candidati piu’ che favorirli, ed i motivi sono piu’ che evidenti. La sua strategia comunicativa cede il passo alle regole di base che governano i meccanismi della  persuasione. Il fallimento ripetuto dei suoi obiettivi primari, l’indifferenza e l’ostentato ottimismo verso politiche future ormai ridotte a pochi interventi legislativi, per lo piu’ dedicati alle sue cause personali, l’attacco reiterato alla magistratura ed ai complotti di cui sarebbe vittima, le tattiche di demolizione degli avversari stile Al Capone, di cui Letizia Moratti ha dato sfoggio, hanno prodotto il pazientemente atteso crollo di consenso. Il tutto e’ avvenuto in un contesto generale a dir poco bollente, fra i manifesti di Lassini, l’arresto di Strauss-Kahan, il consenso pressoche’ unanime dell’Europa a Mario Draghi per la BCE, e la batosta finale di recente acquisizione, secondo cui, a quanto afferma il pentito Giovanni Brusca, Berlusconi avrebbe pagato un pizzo di seicento milioni al mese. Qualche frangia leghista ha messo in seria discussione l’alleanza col PDL, causa probabile di un futuro buio e incerto.
Va da se’ che l’immagine del Primo Ministro subisce un decadimento che lui stesso dovrebbe tenere in seria considerazione, ricitando la frase di Lincoln. Questa volta i sofisticati studi della psicologia applicata al marketing hanno negato cio’ che da troppo tempo si dava per certo, e cioe’ che per il successo di un prodotto non sia indispensabile la qualita’, ma l’immagine, ovvero la confezione, ossia tutto cio’ che costituisce struttura immaginaria nella mente umana. Il pacchetto e’ stato aperto, analizzato, esaminato nella sua composizione e presenza, infine scartato perche’ le caratteristiche organolettiche non corrispondevano a quelle pubblicizzate in etichetta. In effetti la persuasione esprime la sua efficacia quando alla base dell’opera di convincimento esiste un potente e consolidato messaggio di onesta’ e sincerita’, ingredienti indispensabili nelle democrazie piu’ avanzate. Anche Bob Marley ha utilizzato un famoso aforisma di Lincoln, nella sua splendida ballata Get Up Stand Up, “You can fool some people sometime, but you can’t fool all the people all the time”, “puoi ingannare qualcuno ogni tanto, ma non puoi ingannare tutti ogni volta”.
Fiumicino, 20 maggio 2011 h. 2.51 am. Mario R. Zampella













martedì 17 maggio 2011

Strauss-Khan, il Pezzo da 90.

Il Caso StraussKhan tiene banco sulla passerella infinita di complottismo teorico illustrato mediaticamente. Katzav, il Ministro Israeliano arrestato per molestie sessuali, Marrazzo, ex Governatore del Lazio, sorpreso in compagnia di transessuali, Berlusconi, Presidente del Consiglio dei Ministri Italiano, sfruttatore di prostitute minorenni, ed ora StraussKhan,
Direttore Esecutivo del Fondo Monetario Internazionale, violentatore pervertito. Il caso risuona roboante. Quale filo delicato sostiene le pesanti carriere di illustri politici e governanti e quale leggerezza insostenibile invade improvvisamente la mente dell’uomo dettandogli azioni inconsulte che mettono in gioco un’intera esistenza. Sembrerebbe il pedaggio per l’accesso all’Olimpo Sacrificale, il lasciapassare per l’adesione alla fallace e fallibile condizione dell’essere umano, imperfetto e deforme. Nel ginepraio delle variabili nascoste si segue necessariamente la logica dei fatti, l’unica traccia ormai perseguibile per eludere la trappola mentale del complottismo. Fatti che spiegano fatti, che spiegano fatti, che spiegano fatti e cosi’ via, fino al vertice dell’unica possibile spiegazione. Sara’ alquanto intimorito il nostro eccellente Governatore della Banca d’Italia,Mario Draghi, nominato quale possibile candidato alla presidenza della BCE da Francia e Germania, nel fiutare in quale torbido meccanismo dovrebbe sguazzare nell’ipotesi ventilata.
Fiumicino 16 maggio 2011 h. 4.15 am. Mario R. Zampella












domenica 15 maggio 2011

God Save the Queen

“God save the Queen” urlavano i Sex Pistols nel famoso inno punk dedicato alla Regina d’Inghilterra ed e’ proprio il caso di confermarlo ancora, per quanto si apprende dal Guardian, circa la prossima visita di Queen Elizabeth in Irlanda. Evento di portata storica, che non accadeva dall’ultima volta avvenuta nel luglio del 1911, quando il nonno Re George V e Queen Mary misero piede nell’isola, come rappresentanti della famiglia reale. Per l’attuale monarca e’ la prima volta in senso assoluto, dopo aver visitato 129 diverse nazioni, la Repubblica Irlandese e’ la 130esima, un atto di grande valore simbolico, visti i tragici fatti che costellano la storia dei paesi limitrofi. La spessa lastra di ghiaccio che separava Gran Bretagna e Repubblica Irlandese sara’ finalmente sciolta in un benvenuto clima di distensione, come peraltro i cittadini irlandesi si apprestano ad allestire. George Cameroon ed il Segretario per gli Affari Esteri William Hague saranno compresenti per parte del tempo in cui la Regina visitera’ l’isola del “sud” nordico. Non e’ ancora certa la sua partecipazione all’invito estesole per la commemorazione di quel Bloody Sunday del novembre 1920, memorabilmente richiamato dagli U2 in una loro famosa song dedicata alla rappresaglia avvenuta quel giorno da parte delle truppe britanniche a Croke Park, in un campo di calcio durante un incontro sportivo, in cui vennero uccisi 14 civili tra cui anche il giocatore Michael Hogan. L’azione fu determinata dall’uccisione da parte delle forze dell’IRA di 19 agenti britannici, in un contesto di spietata efferatezza che vide mogli figli e fidanzate dei militari testimoni dell’evento. E anche il grande regista Ken Loach riassume bene nel suo “Il vento che accarezza l’erba”, Palma d’Oro 2006 a Cannes, le atrocita’ consumate in quella temperie storica ove la guerra d’indipendenza per quattro lunghi anni sconvolse la pacifica convivenza. L’irlanda attraversa un momento economico delicato, come Grecia e Portogallo, e la presenza della rappresentanza Reale inglese potrebbe essere un azione diplomatica di particolare rilievo nella prospettiva di una celere ripresa. Tre giorni dopo la partenza della Regina, sara’ la volta di Barack Obama, in un blitz di poche ore, per una visita alla famiglia irlandese delle sue radici.
Fiumicino, 15 maggio 2011 h. 3.25 am. Mario R. Zampella








venerdì 13 maggio 2011

Balle Spaziali

Ora si fermino le ruspe, si rivendichi il diritto all’abusivismo, territorio non esclusivamente appannaggio di organizzazioni illecite che riciclano denaro nel settore edilizio, ma anche di famiglie monoreddito che vivono in condizioni non propriamente piacevoli. L’ultima frontiera di raccolta elettorale. L’Italia retrocede nelle classifiche mondiali sia nel settore economico che in quello etico. E’ Umberto Eco che paragona Berlusconi al sanguinario dittatore nazista Adolph Hitler, e la sua e’ una mossa anticipatrice, scaramantica di un futuro che si esorcizza esattamente ipotizzandolo. Con regolari (??????) elezioni il Presidente del Consiglio e’ salito sul trono e la sua tracotanza dimostra quali siano le debolezze della democrazia moderna insieme alla reale composizione del tessuto sociale italiano, una maggioranza a sua immagine e somiglianza. Dieci anni di governo hanno reso il Paese, da qualunque angolazione lo si guardi, un territorio isomorfo, affetto da gravi insufficienze croniche in tutti i settori, che comportano isolamento e perdita di credibilita’ in tutto il resto del globo. Un uomo che ha sepolto il suo passato con battute e dichiarazioni di bassissimo livello intellettuale, cosi’ esaltando il marcio intriso nelle piaghe della nazione e legittimandolo ad un esistenza serena e priva di persecuzioni. Berlusconi e le sue squadracce di giornalisti, avvocati, commercialisti, medici, notai, costruttori, camorristi, mafiosi, puttane, papponi, e schiavi moderni sempre pronti all’umile inchino, hanno occupato l’Italia approfittando del consenso democratico e la dominano con i metodi di cui sono finissimi esperti, democraticamente o no. La civilta’ delle regole nasce dall’esigenza della convivenza forzata in un territorio comune. In questo caso il territorio perde la sua prerogativa d’appartenenza alla collettivita’ divenendo oggetto di proprieta’ privata nelle mani di un unico gestore, che con il potere economico ha dimostrato la sua grande onnipotenza. A dieci anni dal contratto siglato con gli italiani in quella famosa puntata di Porta a Porta,
Berlusconi ha fallito il suo mandato senza peraltro tener fede alla promessa di rinunciare alla successiva candidatura. E gli italiani lo hanno premiato ancora (?????), non si capisce a quale prezzo e non si comprende chi sia il suo elettorato. A volte emerge la netta sensazione di convivere con poche centinaia di profughi pronti al trasformismo piu’ sfrenato, in quest’isola minuscola, dispersa nella galassia delle “balle spaziali” di Mel Brooks, un plastico di cui Bruno Vespa conosce bene i dettagli, ma per chissa’ quale sortilegio cosmico, vige l’omerta’ marziana di ataviche e ancestrali memorie stellari.
Fiumicino 13 maggio 2011 h. 4.10 am. Mario R. Zampella









mercoledì 11 maggio 2011

La Sinistra Puzzolente

Ha ragione Fini a rifiutare la discussione con chi lo definisce con epiteti di largo uso e consumo in ambito popolare ma pur sempre dequalificanti in ambito istituzionale. Il livello e’ “troppo elevato” per poter competere in digressioni che non avrebbero ragion d’essere, che lascerebbero il tempo che trovano senza alcun risultato costruttivo. Come negli Stati Uniti, gia’ anticipato da Paul Krugman, economista e premio Nobel, anche in Italia, e ormai da decenni, va consolidandosi l’agnotologia, che tradotto in termini comuni, sta a indicare l’ignoranza indotta  dall’istruzione o cultura dominante. Se quindi negli USA il Presidente e’ costretto a esibire il proprio certificato di nascita per dimostrare di essere legalmente cittadino americano alla pletora di personaggi che lo accusano di truffa, anche in Italia sembra sia necessario esibire aspetto e vestigia consoni all’ipocrisia dominante, chiaramente utilizzando saponi e shampi dallo spiccato profumo nauseabondo, di cui le donne di destra hanno ottimi esempi, essendo tradizionalmente piu’ belle di quelle di sinistra, come sostiene qualcuno affetto di agnotologia. Questo e’ il tenore della dialettica politica italiana, di giorno in giorno sempre piu’ volgare, non per gli epiteti, sacrosanti quanto necessari nelle giuste occasioni, ma per i contenuti di livello decisamente infimo e dequalificante per l’intero paese. La diffusione a macchia d’olio di una certa “istruzione” e di trend modaioli ha determinato l’onda crescente di una massa di intellettuali che allo stato attuale rappresentano la differenza tangibile fra cultura reale e cultura plastificata, una differenza che risiede in buona sostanza nell’autenticita’ delle radici da cui si attinge l’ispirazione per una genuina interazione sociale. Meglio puzzare di autentico olezzo caprino che di profumata merda colorata.
Fiumicino, 11 maggio 2011 h. 5.12 am. Mario R. Zampella















lunedì 9 maggio 2011

Per i Magistrati Caduti

Nove maggio, giorno della memoria dedicato ai magistrati caduti per mano terroristica o mafiosa, ed il Presidente Napolitano, nella sua duplice funzione di Capo dello Stato e Presidente del CSM, invita ancora ad un clima di precipua collaborazione evitando conflitti che innescherebbero reazioni a catena incontrollabili causando la rottura della legalita’.
Legalita’ di recente a rischio di esistenza, per la grave offesa alla magistratura dai manifesti di Lassini, e per il rimpasto che ha visto la nomina di nuovi sottosegretari in Parlamento senza la verifica dell’aula. Con esemplare equilibrio, Napolitano pone l’accento sul tema delicatissimo che pertiene l’assetto democratico del paese, laddove nel nome di una liberta’ poco rispettosa delle regole che garantiscono la vera liberta’, ci si muove come elefanti in teche di cristalli. E’ il caso del pensionato Vincenzo Michelini a destare scandalo, per le sue proteste reiterate contro la politica berlusconiana e per questo, al comizio tenutosi al Palasharp di Milano per la prossima sfida elettorale alla candidatura di Sindaco di Milano, allontanato in malo modo e persino preso a calci dai gorilla di Stato del Premier. E cade a fagiolo l’articolo dello scrittore, storico e giornalista Pantaleone Sergi pubblicato su l’Unita’ del 7 maggio, relativo alla inedita direttiva di Mussolini del dicembre 1926 in cui dispone ai neo prefetti l’ordine di sparare su chiunque protesti: “Vi devo dire parole chiare e precise, l’ordine pubblico deve essere mantenuto a qualunque costo, anche a costo di far fuoco sopra chi lo turbasse”, frase tratta dall’archivio di Stato della citta’ di Matera.
Nove maggio, ricorrenza in cui nel 1978, fu ritrovato il corpo senza vita di Aldo Moro, vittima della violenza fascista rossa, le BR che oggi occuperebbero la magistratura di Milano, ma a ben vedere il caso dell’estromissione da Consigliere del CSM di Matteo Brigandi’, per abuso d’ufficio, nella vicenda in cui trasmise atti riservati relativi al PM di Milano, Ilda Boccassini, ad Anna Maria Greco, cronista de’ Il Giornale, per infangarne la reputazione, dimostra esattamente l’opposto. Il grande statista fu sacrificato allora alle ragioni di Stato ma non fu la sua grande statura ad offuscare la notizia del ritrovamento del cadavere di Peppino Impastato, nello stesso giorno di 33 anni fa, per sei mesi ritenuto, a torto, il sobillatore del paese in cui viveva e l’attentatore alla linea ferroviaria su cui l’esplosione di un ordigno lo dilanio’ tragicamente. Egli semplicemente e coraggiosamente combatteva la propria famiglia mafiosa.
E’ quindi un clima di grande compenetrazione che caratterizza questo giorno, rinnovando cio’ che il Procuratore Borsellino ripeteva di continuo, sul tema della paura, del ricatto che si usa adoperare sulla paura, perche’ chi ha paura muore ogni giorno un po’, a differenza di chi vive appieno e muore una volta sola.
Fiumicino 9 maggio 2011, h- 4.26 a.m. Mario R. Zampella









domenica 8 maggio 2011

Happy Birthday Mr. Johnson

Oggi 8 maggio 2011, ricorre il centenario dalla nascita di Robert Johnson, uno dei bluesmen piu’ influenti della storia musicale afroamericana. Tutti i fans del mondo si apprestano alla celebrazione dell’evento. Johnson visse per soli 27 anni e mori’ in circostanze misteriose, legate ad un probabile avvelenamento perpetrato ai suoi danni da un marito geloso della propria moglie. Il suo brano piu’ conosciuto e diffuso maggiormente grazie alla versione celeberrima dei Blues Brothers e’ Sweet Home Chicago, ma tutti i suoi brani sono pervasi da un profondo sentimento a volte lacerante, a volte esuberante, che si intreccia con le note di una chitarra che rispecchiano la fragilita’ composta e sofferta del suo sistema nervoso. Molti dei piu’ grandi gruppi rock degli anni settanta hanno attinto al suo magico stile, considerato tale dalla mitica leggenda secondo cui avrebbe venduto la propria anima al diavolo in cambio del successo musicale. Keith Richard, il dannato chitarrista dei Rolling Stones, in un suo documentario del 1990, afferma: “Pensavo di aver avuto sufficiente confidenza col blues, poi ho ascoltato Johnson e, cazzo, molta strada ancora era da percorrere”. Eric Clapton e’ un altro suo grande estimatore. Molti suoi pezzi mostrano le chiare influenze johnsoniane ed ha interpretato con la sua proverbiale maestria alcuni dei suoi brani piu’ intensi. Il 95 enne Edwuard Honeyboy ha suonato insieme a Robert per qualche tempo, ed ancora si presta a shows che ricalcano quelle origini, pregne di emozioni e significati che trascendono il senso letterale e musicale dell’artista per penetrare a fondo in una visione piu’ ampia, dove l’estetica ed il pathos si amalgamano indissolubilmente dando vita alla pulsazione piu’ vera e profonda che la musica moderna e contemporanea abbia mai conosciuto: il blues.
Fiumicino, 8 maggio 2011, h. 5.11 am. Mario R. Zampella












sabato 7 maggio 2011

Mare Proibito

Profetica l’imitazione di Giulio Tremonti ben interpretata da Corrado Guzzanti, sulle possibilita’ di far cassa vendendo la Sardegna. Ci siamo, il decreto “sottosviluppo” ha disposto la concessione di spiagge demaniali a imprese gestrici per un periodo massimo di novant’anni, oltretutto rinnovabili. Privatizzazione a tutti gli effetti, con effetto graduale, perche’ tutti i beni demaniali venivano gia’ affidati alla gestione degli enti locali, al fine di renderli remunerativi. L’iniziativa e’ in contrasto con le norme  comunitarie che ritengono troppo elevato il periodo di concessione parificandolo di fatto ad un vero e proprio regalo agli speculatori edilizi. Gli ambientalisti insorgono a giusta ragione. Gia’ in precedenza era alquanto problematico accedere alle spiagge, quelle affidate ai gestori di cabine e noleggio degli accessori, figuriamoci ora. Ogni impresa titolare di concesssione si sentira’ maggiormente legittimata a precludere l’ingresso a bagnanti dell’ultim’ora con chiaro
decremento del turismo nazionale ed estero. I beni demaniali per loro natura appartengono alla collettivita’ che ne beneficiano con le limitazioni imposte dalle autorita’ locali per gravi e giustificate ragioni oggettive legate alla sicurezza. Con l’ultima strategia di profitto, i turisti che non intendono sottostare al ricatto economico, saranno costretti a rinunciare al mare o quanto meno a volare sugli stabilimenti balneari per concedersi una pausa rinfrescante nelle accoglienti acque italiane. Il tutto all’insegna dello sviluppo economico che ne giustifica l’ iniziativa in ragione delle maggiori entrate e dell’incremento di occupazione. Semmai dovrebbe agire da volano economico esattamente la concezione inversa, cioe’ rendere fruibili e confortevoli i luoghi incantevoli della penisola all’intera comunita’, che abbia in piu’ la facolta’ di godere dei servizi privati, quali punti di ristorazione, accessori da bagno, strutture minimali che rendono il tutto piu’ gradevole. La politica in corso penalizza sempre piu’ i meno abbienti ritenendo il tempo destinato al relax un lusso per pochi, senza comprendere che ogni salita ha la sua discesa e che ogni sacrificio compiuto per se’ e per il Paese merita la ricompensa adeguata anche nel riposo e nella soddisfazione di semplici bisogni, quali un bagno al mare.
Fiumicino, 7 maggio 2011 h.5.54 am. Mario R. Zampella










giovedì 5 maggio 2011

Benvenuta Hillary

Breve visita di Hillary Clinton in Italia, tanto per ribadire che la Libia e’ questione europea perche’ che gli USA si sono gia’ troppo dilungati alla caccia di Osama Bin Laden, e ci mancherebbe altro. Ma in Parlamento viene approvata la mozione leghista, anche Bossi, come Berlusconi, ha appreso l’arte della manipolazione temporale, quindi per il Libia affaire, verra’ posto un limite di tempo oltre il quale l’Italia verra’ meno alla collaborazione con la NATO per il rispetto della risoluzione dell’ONU. Al buio, verra’ deciso un termine e, vada come vada, alla sua scadenza ci ritireremo. Stessa tattica strategica per la legge energetica sul nucleare. Legge congelata per un po’, il tempo di dimenticare Fukushima. Si accelera e si frena a seconda degli interessi particolari non della nazione, non del popolo, non del futuro di giovani ormai quasi rassegnati all’emigrazione.
Dal canto suo l’opposizione si sfalda e ricompone come fosse un informe blob, tanto da richiamare l’attenzione del Presidente Napolitano che l’ammonisce per l’assunzione di uno status di maggior credibilita’, e l’eredita’ di Prodi sembra vacillare, non per la macanza di idee o per crisi depressive profonde che ne minano l’essenza, piuttosto per lo spaesamento prodotto dalla paradossale, assurda e premeditata politica attuata dalla maggioranza. Frattanto Brusca ribadisce e chiarifica, l’eroe Mangano (eroe a detta di Berlusconi) fu il portavoce della trattativa per la trattazione del “papello” con Dell’Utri e Berlusconi, benche’ questi non fosse ancora sceso in “campo”. E le liste di candidati alle amministrative si infittisce di individui loschi, pregiudicati e collusi ai clan di n’drangheta e camorra. I contratti di lavoro collettivo appartengono oramai al passato della cultura sindacale del Paese, gli operai cedono sotto la pressione di promesse che si spera verranno mantenute ed in questa esaltante cornice complessiva, c’e’ qualcuno a cui viene duro, sara’ qualche nuova specie di perversione sado-maso del nuovo millennio, chissa’, sara’ forse necessario visitare qualcuno
di quei musei sugli strumenti di tortura del medio evo, cosi’, solo per scongiurarne la riattivazione.
Fiumicino, 5 maggio 2011 h. 5.36 am. Mario R. Zampella








lunedì 2 maggio 2011

Gli Ultras di Giovanni Paolo II

Il 9 giugno 2007, il Senatore Gustavo Selva sfrutto’ il privilegio dell’emergenza sanitaria utilizzando un’ambulanza per spostarsi lungo il centro di Roma evitando traffico, divieti e isole pedonali. Il precedente ha causato forse la reazione di intolleranza da parte di non meglio identificati devoti del Neo Beato Papa Giovanni Paolo II che ieri 1 maggio intralciavano il percorso di un ambulanza nel cui interno viaggiava questa volta, un neonato di poche ore, in via di trasferimento da Villa S. Pietro all’ospedale del Bambin Gesu’, centro maggiormente specializzato per la malformazione da cui il neonato e’ affetto.
L’emergenza era reale e giustificata, ogni attimo era prezioso, ma quando il veicolo sanitario a sirene spiegate s’imbatteva in un gruppo di pellegrini, questi ultimi, forse infastiditi dalla sirena, o forse increduli sulla vera necessita’ di fare largo (visto il precedente) prendevano a calci l’ambulanza e l’auto al seguito, occupata dai parenti stretti della creatura in via di trasferimento. Un episodio di intolleranza duplice, data la circostanza del pellegrinaggio religioso e dell’ambulanza normalmente addetta solo a quel tipo di funzione.
A piazza S. Giovanni invece, il tradizionale concerto del 1 maggio si e’ svolto senza alcun incidente. Urlare al lupo al lupo senza vero allarme, comporta questo genere di problemi.
Fiumicino, 2 maggio 2011 h. 5.43 am Mario R. Zampella










domenica 1 maggio 2011

Muore Saif Al Arab

Dopo un discorso di ottanta minuti in cui Gheddafi ha denunciato pubblicamente il tradimento del suo amico Berlusconi, nell’occasione definito “un criminale”, ed in cui ha promesso guerra all’Italia, giunge la risposta armata della NATO che in un raid aereo bombarda la casa in cui Gheddafi e famiglia dimoravano, uccidendo il suo sesto figlio Saif Al-Arab, figlio della seconda moglie, e altri tre nipoti. Saif Al Arab e’ quel ragazzo che frequentava l’universita’ a Monaco di Baviera, ben conosciuto dalle autorita’ locali per la sua invadente personalita’, colleziona denunce per disturbo della quiete pubblica (la sua Ferrari e’ rumorosa), risse in discoteca e contrabbando di armi.
Poco prima del bombardamento Gheddafi ha inveito contro l’Italia, accusando di non avere un Parlamento e di sottostare al regime fascista rinnovato da Berlusconi & Co. Ha sostenuto di non avere nulla contro il popolo italiano ma al tempo stesso ha promesso guerra rinnegando il patto di amicizia siglato nel 2008.
Il conflitto e’ ora bilaterale, ci si attende un attacco, chissa’, qualche missile, forse Lampedusa e’ a portata di tiro, saremo in stato di guerra effettiva, non piu’ ufficialmente impegnati in missioni umanitarie, e Gheddafi e’ rifornito da armi sovietiche che provengono dal CIAD e dal Niger, insomma, il nostro Paese potra’ costituire scenario di morte.
Cio’ che rimane vagamente latente, almeno a parere di chi scrive, e’ quell’affermazione urlata in TV, “Berlusconi ha commesso un crimine”, dal sapore particolarmente amaro, vendicativo, quasi un monito al popolo italiano.
Fiumicino, 1 maggio 2011 h. 4.20 am. Mario R. Zampella