mercoledì 25 maggio 2011

May You Stay Forever Young Mr. Dylan

Oggi Robert Zimmerman, in arte Bob Dylan traguarda i 70 anni in un vespaio di polemiche che, quando piu’, quando meno, hanno costellato il suo intricato percorso di vita. E’ infatti recente l’accusa al venerabile cantautore, faro illuminante per l’intera generazione musicale degli anni ’70, di aver ceduto alle lusinghe del profitto accettando la censura impostagli dalle autorita’ al suo ultimo concerto in Cina. Il Thunder Review Neverending Tour, cosi’ e’ definito il perenne nomadismo musicale di Dylan, ha toccato il paese comunista, di fronte a un pubblico di giovinetti, probabilmente ignari dei suoi trascorsi autoriali e di quanto abbia inciso il suo talento musico-letterario nella storia della musica folk-rock. I duri e puri, sempre coerenti alla linea, lo accusano inoltre di non aver proferito parola in difesa di Ai Weiwei, il grande artista contemporaneo e Liu Xiaobo, ultimo premio Nobel per la pace rinchiusi nelle patrie galere cinesi. Bob Dylan non e’ nuovo a questo genere di proteste contro il suo atteggiamento apparentemente impermeabile, anzi, la sua carriera ha avuto inizio proprio all’insegna della polemica, quando segno’ la svolta, dopo pochi anni in cui si affermo’ per le sue canzoni di protesta folk, ispirate per lo piu’ dal suo maestro platonico Woody Guthrie, dallo stile folk-country al rock elettrico, tradendo i seguaci piu’ fedeli che lo contestarono nel famoso concerto di Newport. E da allora ogni vicenda sembra portare in se i prodromi di un cavillo idiosincratico al suo modo di essere.
L’accusa di aver finanziato gli armamenti israeliani, essendo di origine ebrea, oppure la critica di aver ceduto il proprio raziocinio alle crisi mistico-religiose, fino al concerto dedicato a Papa Giovanni Paolo II, per non discutere del suo caratteraccio da antidivo, che lo ha spinto piu’ volte ad ignorare il pubblico, o la dannata deformazione a cui sottopone ogni suo brano al punto da essere irriconoscibile. Lo scorticato Dylan non si e’ mai preoccupato di asservire l’industria discografica, persino nel passaggio dalla Columbia alla Sony, non ha mai dato peso alla voce gracchiante e nasale per cui e’ stato spesso additato quale mistificatore eccelso. I primi anni di residenza a New York, gli anni in cui si esibiva per qualche spicciolo in locali di dubbia fama, non indietreggio’ di un millimetro nelle richieste di un genere piu’ conciliante al pubblico che lo seguiva, dichiarando al suo datore di lavoro, Mike Porco, che piuttosto di modificare la sua linea espressiva, avrebbe preferito morire di fame. E cosi’ via dicendo, in una corsa contro il tempo, piu’ veloce del tempo, tanto da rendere i suoi inseguitori, pubblico e critica, sempre anacronistici e antichi, nel suo camaleontico repertorio infinito di modelli filosofico-culturali, che toccano i piu’ grandi temi della vita, l’amore, la morte, la guerra. Il grande e incrollabile Dylan, ancora in trincea come un soldato mai invecchiato, in una esibizione senza fine, appunto definita Neverendin Tour. Se nel corso degli anni e’ risultato impenetrabile da chiunque avesse mosso critiche e accuse al suo comportamento poco adattabile alle esigenze di mercato, questa volta, in occasione del concerto cinese, Dylan ha pubblicato sul suo sito esaurienti delucidazioni su quanto accaduto, sostenendo che nessuno gli avrebbe mai imposto censure e che la scaletta dei brani scelti per la performance teneva conto di un pubblico pressoche’ giovanile, informato solo dei suoi piu’ recenti lavori discografici. 70 anni ben impiegati, vista la sua lucidita’ e l’attivismo continuo che lo vede non solo singer impegnato intorno al mondo, ma anche scrittore. A breve, infatti sranno pubblicati altri due libri autobiografici, dopo Chronicle 1 usciranno il 2° ed il 3°, a cui ne seguiranno altri a quanto si afferma, ma per il momento ci  accontentiamo, noi, che nella difficolta’ di comprenderlo, abbiamo cercato noi stessi, noi, che nella impossibilita’ di afferrarlo abbiamo scoperto la multiforme essenza della sua personalita’, noi, che ci siamo specchiati nei suoi testi scoprendoci nudi di fronte al mondo, perche’ quando credi di aver perso tutto, scopri che c’e’ sempre qualche piccola cosa ancora da perdere. Happy birthday, Mr. Dylan, May you stay forever young.
Fiumicino, 24 maggio 2011 h. 2.10 am. Mario R. Zampella






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