lunedì 30 gennaio 2012

La Lectio Magistralis di Napolitano

La “lectio magistralis” offerta dal Presidente Napolitano, a Bologna, in occasione del suo ricevimento della laurea ad honorem, ha posto l’accento sui differenti ed intrecciati problemi inerenti il panorama politico e culturale del nostro paese e le cause che ne hanno determinato il decadimento progressivo, sino alle scelte in estremis, dettate dall’unica necessita’ di trarre in salvo il pianeta Italia, in preda ai venti cosmici della finanza impazzita.
Ha citato personaggi eccellenti tra cui il politologo Giovanni Sartori, docente alla Columbia di New York, che ha rapportato la nozione di politica con le strutture e le istituzioni qualificate come politiche e la loro distinzione da altri tipi di istituzioni di tipo economiche, religiose e sociali, sebbene la politica, nella sua accezione piu’ ampia, coinvolga quasi tutto cio’ che interessa il nostro quotidiano. E cosi’ Napolitano ci rende partecipi dei momenti che l’hanno visto protagonista nella crescita del suo percorso politico, denunciando il degrado progressivo dei moventi che ispiravano la forza degli ideali e la stessa percezione del ruolo della politica. In particolare egli cita due vocaboli che racchiudono il senso intrinseco di una crisi di valori globalizzata, il “movente” e la “percezione”. Movente, perche’ ogni singola azione umana e’ da considerarsi finalizzata ad uno scopo, che nel corso del ventennio trascorso, ha sempre piu' perso significato, ovvero, ne ha acquisito diversi altri, strettamente legati ai profitti e agli interessi personali in ambito politico, e la percezione, ovvero la fede nei fondamenti di un ideale, altresi'  oramai dispersa nel coacervo di illusioni propagandate dai media a fini anestetizzanti. Egli preme sulla necessita' ugualmente ravvisata dai partiti che compongono la scena politica odierna, di porre un argine allo strapotere della finanza ed il relativo potere di condizionamento dei mercati, e di promuovere politiche di sviluppo sostenibile, secondo i principi basilari che regolano la materia.
Sempre in linea con quanto afferma Sartori, egli riprende una descrizione bellissima sulla relazione che interlaccia partiti e democrazia: “Sono passati ottant'anni (da un saggio classico inglese del 1921) e i partiti sono piu' che mai sotto attacco; eppure nessuno riesce a dimostrare in maniera seria e convincente come la democrazia rappresentativa potrebbe funzionare senza le cinghie di trasmissione poste in essere dai partiti e dal sistema dei partiti.”
Probabilmente dimenticata, la stampa, nel suo ruolo di garante della liberta' democratica e trasparenza istituzionale, Napolitano affonda i suoi fendenti sulle nuove tecnologie informatiche e sull'avvento della Rete, raccomandando le nuove generazioni di non ritenerle le soluzioni importanti per l'associazionismo politico, anche se qualche miracolo e' gia' avvenuto. In particolare egli allarma sul grave rischio di sviluppare il disgusto della politica, anticamera d'eutanasia della democrazia.
Cita poi Thomas Mann che nel 1945 scrisse: “La politica racchiude in se' molta durezza,  
necessita', amoralita', molte expediency e concessioni alla materia, molti elementi troppo umani e contaminati di volgarita', (……) ma non potra' mai spogliarsi del tutto della sua componente ideale e spirituale, mai rinnegare totalmente la parte etica e umanamente rispettabile della sua natura”. La lectio termina con la citazione di Beniamino Andreatta, fondatore della facolta' di Scienze Politiche a Bologna, e del Sen. Paolo Bufalini, entrambi di avverse fazioni politiche, entrambi uniti nel percorso di integrazione del nostro paese nel piu' ampio contesto europeo e nel rispetto univoco delle scelte operate con l'alleanza NATO.
E' questo il senso di cio' che un uomo di vasta cultura politica e di diritto e grande esperienza di 
vita, tramanda alle attuali e future generazioni, una vera lezione a chi in quegli istanti era impegnato in una conversazione violenta e arrogante con le forze dell'ordine, un confronto fisico dai tratti ormai obsoleti, che ricorda le manifestazioni sacrosante, allora, degli anni 60 e 70, paradigmi di contestazione stagionati, ammuffiti, anacronistici, portatori di mera e nociva violenza improduttiva, unicamente rivolta all'affermazione di un'identita' vanesia che assume via via sempre minore importanza, sempre minore efficacia dialettica, sino all'ultima esalazione che ne determinera' il collasso definitivo.
Bologna, 30 gennaio 2012 h. 11.14 pm. Mario R. Zampella












Napolitano Quarta Laurea: "Relazioni Internazionali"

Si e’ tenuta stamane alle 11.00, presso l’aula magna dell’Universita’ di Bologna, la cerimonia solenne di conferimento della laurea magistrale ad honorem in Relazioni Internazionali e Scienze Internazionali e Diplomatiche al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Si e’ altresi inaugurato il nuovo anno accademico, il 924esimo dell’Alma Mater universita’ di Bologna. Il Magnifico Rettore Ivano Dionigi ha introdotto un minuto di silenzio in memoria dello scomparso Oscar Luigi Scalfaro, quindi ha espresso insieme ai presidi delle facolta’ di Scienze Politiche di Bologna e Forli’ le motivazioni a base dell’assegnazione a Napolitano della laurea honoris causa. Frattanto, all’esterno dell’aula magna, il gruppo degli “Indignati” protestava in corteo, scontrandosi diverse volte con la forza pubblica, contro il “governo dei banchieri” di cui Napolitano sarebbe la figura emblematica, e Monti l’esecutiva. Ad oggi si contano due feriti, per contusioni negli scontri. Il Presidente restera’ a Bologna sino a martedi’ 31 gennaio, in un programma di visite e incontri istituzionali.
Bologna 30 gennaio 2011 h. 4.08 pm Mario R. Zampella












sabato 28 gennaio 2012

Lega Bologna, "Schedare gli Islamici"

Nella seduta della giunta comunale di Bologna dello scorso 27 gennaio, giorno della memoria, la consigliera della Lega, Lucia Borgonzoni, ha avanzato una proposta tale da far uscire fuori dall’aula tutti i consiglieri della maggioranza. L’idea consisteva nel conteggio di tutte “le persone islamiche” presenti in citta’, una sorta di schedatura preventiva per sondare la realta’ di Bologna alla luce delle recenti ondate migratorie che la interessano. La reazione dei consiglieri di maggioranza ha inasprito ulteriormente il confronto al punto da irritare la Borgonzoni, offesa dal loro atteggiamento. In effetti la realta’ bolognese e’ delicata e complessa al tempo stesso. La tradizionale attenzione che la citta’ offre a chi vive il disagio della strada, la rende appetitosa per tutti coloro che cercano riparo dal freddo invernale, senza offesa per il resto d’Italia. V’e’ da sottolineare pero’ che l’atteggiamento, fortunatamente di minoranze che non fanno testo, provocatorio e dileggiante a scapito del quieto vivere cittadino, puo’ risultare irritante persino al piu’ paziente dei cosiddetti tolleranti.
Buona parte degli immigrati vive condizioni di difficolta’ estreme, e con umilta’ e grande senso del sacrificio, sbarca il lunario come puo’, onestamente e discretamente. Come statistica vuole, invece, una minoranza, sebbene viva ai margini di una legalita’ discutibile, assume persino un’atteggiamento provocatorio, sfidando la correttezza e l'umilta' dei propri connazionali, e degli ospitanti pure, come se la loro permanenza in Italia non sia l'investimento per il proprio futuro, tutt'altro. Per alcuni, considerata l'estrema miseria dei paesi di provenienza, si tratta del paese di bengodi, quindi vivono il quotidiano come fossero in vacanza, divertendosi, sprecando tempo prezioso ed insultando coloro che sono alla ricerca di lavoro o di opportunita' diverse.
Questa potrebbe essere una delle micce che innescano la spirale razzista, e che spinge qualcuno a formulare sconcertanti propositi in merito. Un'altra minoranza dedica il proprio tempo ad attivita' illegali, punibili a termini di legge come qualsiasi altro cittadino…….. insomma, i fenomeni migratori esistono da un paio di secoli e gli italiani vivono questo tipo di esperienza da appena un trentennio, forse troppo pochi perche' s'instilli una vera e propria cultura dell'ospitalita'. V'e' ancora da dire che il ruolo peggiore, in tutto il contesto dei disagiati senza abitazione e senza lavoro, spetta agli stessi italiani che si trovano, loro malgrado, in una competizione forzata e irritante con gli immigrati, subendo a volte l'umiliazione di essere scavalcati senza poterreagire, altrimenti considerati razzisti. Le dinamiche che si sviluppano nella convivenza in poverta' tendono a porre facilmente uno contro l'altro, una vecchia strategia di guerra, o guerra fra poveri, in cui alla fine prevale l'estinzione automatica di tutta la specie, come quando, per la propria sopravvivenza, alcuni esseri umani furono costretti a nutrirsi con i corpi dei propri simili, cannibalismo forzato.
Bologna 28 gennaio 2012 h. 9.33 pm. Mario R. Zampella












venerdì 27 gennaio 2012

Terzo Reich, Donne Pro e Donne Contro (di George Duncan)

Duncan richiama altre due donne i cui ruoli furono per alcuni versi significativi soprattutto per i propri amanti.

WINIFRED WAGNER

Nata col nome di Winifred Williams nel 1894 ad Hastings, Inghilterra, da padre inglese e madre tedesca. Nel 1915 sposo’ Siegfried Wagner, 25 anni piu’ vecchio di lei e figlio del compositore Richard Wagner. Divenne simpatizzante di Hitler e del movimento nazista nei primi anni ’20. Quando Siegfred mori’ nel 1930, divenne amica intima e sostenitrice di Adolf Hitler, che la incontro’ per la prima volta nel 1923. Si mormorava che potesse concretizzarsi un matrimonio, fra Adolf e Winifred, ma non accadde nulla. Tale evento avrebbe creato enorme consenso nella popolazione tedesca. Il Fuhrer stesso avrebbe pensato che l’unione dei due cognomi Hitler e Wagner gli avrebbe assicurato l’adulazione delle masse per sempre. Infatti un giorno propose a Winifred il matrimonio, ma essendo in procinto a divenire Cancelliere, nel gennaio del 1933, infine decise che non aveva piu’ bisogno di sposarsi. Si sentiva gia’ coniugato con la sua nazione, la Germania. Frequente ospite, nella Wahnfried Villa di Winifred, dove i suoi tre figlioli lo conobbero col nickname di Wolf, Hitler era spesso sorpreso con lei a diverse performances durante il Bayreuth Festival, l’ultima volta nellatarda estate del 1940, quando assistettero ad una esibizione di Gotterdammerung. 
Winifred Wagner mori'  Uberlingen, il 5 marzo del 1980, mai pentita della sua amicizia con Hitler.

EMILIE SHINDLER

Moglie del Cecoslovacco ed industriale tedesco, Oskar Shindler, con cui salvarono oltre 1200 lavoratori ebrei dall'olocausto. Nata in un villaggio tedesco, ora della Repubblica Ceca, sposo' Oskar nel 1928 e nel 1942 si spostarono a Cracovia, in Polonia. Li' fondarono uno stabilimento, a Plaszow, in seguito a Brunnlitz in Cecoslovacchia, producendo utensili per cucine domestiche ed impiegando al lavoro piu' di 1000 ebrei, che decisero di salvare. Il cibo era il problema principale ed Emilie lavorava giorno e notte per procacciare i pasti ai suoi lavoratori. Nel 1949 Oskar ed Emilie andarono in Argentina, dove Emilie rimase abbandonata da Oskar che torno'  in Germania con la sua amante nel 1957, e dove mori' nel 1974. Emilie torno' in Germania nel luglio del 2001, con l'intenzione di chiudersi in una casa di riposo in Bavaria, ma ormai sofferente, mori' in un ospedale vicino Berlino, nell'ottobre del 2001. Aveva 94 anni. Nel 1993, ad Emilie Shindler fu riconosciuto l'onore di “Giusta Gentile” dalla Yad Vashen Holocaust Memorial di Gerusalemme. (Oskar Shindler e' sepolto nel cimitero Cattolico, su Monte Zion, a Gerusalemme.)
Bologna 26 gennaio 2012 h. 1.41 pm. Mario R. Zampella








mercoledì 25 gennaio 2012

Terzo Reich Donne Pro e Donne Contro (di G. Duncan)

Altri due profili, di minor spessore dei precedenti ma non di meno per bonta' o efferatezza. Non sara' mai esaustiva la rappresentazione della reale spietatezza ideologica nazista.

IRENA SENDLER

Nata a Otwock nei pressi di Varsavia nel 1910, figlia di un ripettato medico fra i cui pazienti erano inclusi molti poveri ebrei. Irena fu espulsa dall'Universita' di Varsavia nel 1930, perche' rifiutava di sedersi dal momento che i suoi amici ebrei erano costretti a sedersi separatamente dagli altri studenti. Quando la Polonia fu invasa dai tedeschi nel 1939 Irena lavorava per il Dipartimento di Assistenza Sociale di Varsavia, presso la mensa dei poveri e degli anziani. Si adopero' nella falsificazione di documenti registrando molti ebrei come cristiani affetti di tifo e tubercolosi, cosi che avessero diritto ad assistenza finanziaria e alimentare dal Dipartimento Sociale. Come membro del “Council for Aid to Jewish” (Consiglio per l'assistenza agli ebrei) aiuto' a contrabbandare cibo e indumenti agli ebrei incarcerati nel ghetto di Varsavia. Entrando nel ghetto indossando la maglietta con la stella di David, lei ed i suoi aiutanti, aiutavano centinaia di bambini ad uscirne, affidandoli a famiglie polacche che dovevano promettere di restituirli ad ogni membro della famiglia sopravvissuto dopo la guerra. Fu arrestata ed imprigionata nella nota prigione di Pawiak, dove fu torturata, con piedi e gambe fratturate, senza aver mai fatto parola su dove si trovassero i bambini. I suoi amici corruppero una guardia, la quale registro' il suo nome nella lista dei giustiziati e l'aiuto' a fuggire. Trascorse il resto della guerra nascosta, proprio come i bambini che salvo'. Irena Sendler continuo' il suo lavoro sociale dopo la guerra e le fu riconosciuta la piu' alta onoreficenza polacca del “Order of White Eagle” e la Yad Vashem Medal per i Giusti delle Nazioni.

ILSE KOCH

Chiamata “La puttana di Buchenwald”. Nel 1936 sposo' l'SS Standartenfuhrer Karl Koch, il comandante del campo di Sachsenhausen ed in seguito di Buchenwald. Nel 1944 Karl Koch fu condannato a morte da un tribunale SS riconosciuto colpevole di associazione a delinquere ed omicidio. Fu impiccato nel 1945. Ilse, impopolare per il suo hobby di allestire veli di lampade ricavate dalla pelle tatuata dei prigionieri deceduti, fu arrestata e condannata all'ergastolo da un tribunale militare americano nel 1947. La sentenza fu ridotta in seguito a quattro anni dal Generale Lucius Clay, comandante US di zona. Al suo rilascio fu arrestata ancora nel 1949 e, giudicata da una corte tedesca, condannata di nuovo all'ergastolo. Il 1 settembre 1967, a sessantuno anni, si suicido'' impiccandosi nella sua cella nella prigione di Aichach in Bavaria. Suo figlio Uwe, nato in prigione nel 1947, ricevette la sua ultima lettera in cui scrisse: “Non posso fare altrimenti. La morte e' l'unica via d'uscita”.
Bologna 25 gennaio 2012 h. 10.25 am. Mario R. Zampella







Terzo Reich - Donne pro e Donne Contro (di George Duncan)

Per il giorno della memoria, di cui al prossimo 27 gennaio, appare interessante il lavoro minimale 
 di ricostruzione storica fatto da George Duncan e reperibile sul WEB, ispirato al ruolo ricoperto dalle donne durante l'egemonia del Terzo Reich, donne schierate col regime e donne che hanno combattuto contro. Di seguito due profili, di grande spessore ma diametralmente opposti.

MARLENE DIETRICH

Nata Maria Magdalena Dietrich a Shoneberg, distretto di Berlino, il 27 dicembre del 1901. Inizio' la sua carriera in film minori, la sua grande opportunita' venne nell'ottobre del 1929 quando fu scelta per la parte di Lola nel film “The Blue Angel”. Il film fu premiato al Gloria Palast di Berlino il 1 aprile del 1930. Quando Hitler sali' al potere le fu chiesto di partecipare alla propaganda Nazista. Rifiuto' e volo' negli Stati Uniti dove il 4 gennaio 1941, divenne cittadina naturalizzata americana. Durante la seconda guerra mondiale trascorse molto del suo tempo intrattenendo le truppe statunitensi intorno al mondo cosi'  come s'impegno a propagandare l'anti-nazismo presso i soldati tedeschi. Il canto del famoso brano “Lili Marlene” era il preferito da entrambi gli schieramenti, truppe USA e Germaniche. Nel 1960 torno' in Germania per una serie di concerti, ad uno dei quali fu ricoperta da pomodori marci e da insulti come traditrice. Da allora non volle piu' tornare. Nei suoi ultimi anni si stabili' a Parigi e si chiuse in casa. Mori il 6 maggio del 1992 all'eta' di 90 anni. L'ultimo desiderio espresso, fu quello di essere sepolta al fianco della madre a Friedhof n. 111, Friednau, Berlino. Sposo' Rudolph Rudy Seber nel 1924, un matrimonio che si concluse con la morte del marito nel 1979 e da cui ebbe una figlia, Maria Riva.

MAGDA GOEBBELS

Johanna Maria Magdalena Goebbels, First Lady del terzo Reich e moglie del Ministro della Propaganda e Gauleiter di Berlino, Joseph Goebbels. Nel 1930 divorzio' dal suo primo marito, il milionario Gunter Quandt, da cui le fu affidata la custodia del loro figlio, Harald, quattromila marchi mensili per gli alimenti e cinquemila marchi per l'acquisto di una casa. Prese in affitto un attico di lusso di sette stanze in Piazza Adolf Hitler n. 2 (in seguito Piazza Reichskanzler, ora Theodore Heuss Platz) a Charlottenburg, Berlino. Divenne segretaria di Goebbels, con cui si sposo' nel dicembre il 12 dicembre 1931. Nel bunker, con Hitler durante gli ultimi giorni di guerra, ella commise l'imperdonabile peccato di avvelenare i suoi sei figli Helga, Hilda, Helmut, Holde, Hedda e Heide. Il dottore delle SS Kunz inietto' ai ragazzi della morfina per aiutarli a dormire, ma non ebbe il coraggio di somministrargli il veleno. Il medico personale di Hitler, Dr. Stumpfegger, fu chiamato e con l'aiuto di Magda, aprirono la bocca dei ragazzi durante il sonno ed infilarono un ampolla di cianuro fra i loro denti. Magda e suo marito Joseph, quindi si suicidarono nel giardino della Cancelleria del Reich. Magda era una grande ammiratrice di Hitler, decise di dare ai propri figli tutti i nomi che iniziavano per H. In precedenza ella confido' ai suoi amici di fiducia ed alla cognata Ello Quandt: “Nei giorni a venire Joseph sara' considerato come uno dei piu' grandi criminali che la Germania abbia mai generato. I miei figli sentiranno queste parole ogni giorno, la gente li tormentera'  li disprezzera' e li umiliera'. Li porteremo con noi, sono troppo buoni, troppo amorevoli per il mondo che li attende. Il padre di Magda, Richard Friedlaender, dalla cui madre, Auguste Beherend, divorzio'  quando era giovane, era ebreo. Fu arrestato ed imprigionato nel campo di Buchenwald, dove mori'  un anno dopo, nel 1939. Hitler, prima del suo suicidio, nomino' Joseph Goebbels alla propria successione come Cancelliere di Germania. Goebbels rivesti' la carica per un giorno, dopodiche' si uccise con la moglie ed i loro sei figli.
Bologna, 24 gennaio 2012 h. 2.14 pm. Mario R. Zampella










venerdì 20 gennaio 2012

Bologna Premia Napolitano

Il prossimo 30 gennaio, presso l'Universita' di Bologna, si terra' la cerimonia di conferimento della laurea'“Honoris Causa” al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Come Giovanni Stinco del Fatto Quotidiano anticipa, il movimento degli Indignati bolognesi e' gia' sul piede di guerra, in relazione alla possibile loro esclusione dall'aula in cui verra' celebrato l'evento solenne. A cio' reagiscono senza esclusione di colpi sia verso il Rettore, a cui la decisione farebbe capo, sia verso il Presidente, reo per non avere a cuore la patria, avendo sempre controfirmato nella sua qualita', tutte le leggi del Governo Berlusconi, o per non aver opposto alcuna resistenza allo scoppio della guerra libica, ed infine per aver favorito il Governo Monti, altrimenti definito l'amico dei banchieri. Il movimento estremista, gia'  noto sotto il nome di Occupy Bologna, ha ottime ragioni per contestare la sua possibile esclusione dall'evento, un'azione che determina di  fatto la censura di qualsivoglia dialettica posta alla base del libero scambio di opinione. Di cio' anche il Presidente converra' che l'iniziativa di chiudere le porte dell'Universita' proprio a chi ne costituisce una parte considerevole, gli studenti, non rappresenta un gradevole e corretto stimolo al dialogo ed al confronto. C'e' da rimarcare pero', che ogni effettivo scambio di opinioni poggi su basi solide che alimentino la dialettica con le possibili soluzioni ai conflitti esistenti, benche' di parole ne siano gia' state spese in abbondanza. Quando si contestava Berlusconi e le sue amcizie particolari, fra cui Gheddafi il sanguinario, tutti erano platealmente d'accordo sul fatto che egli fosse un dittatore dalla mano pesante, eppure, quando la NATO ha preso l'iniziativa per la difesa dei diritti di poveri cittadini umiliati dalla fame, si e' urlato “scandalo”, per la guerra alle porte di casa. Ora Gheddafi non c'e' piu' e la guerra e' stato il mezzo “vigliacco” con cui si e' liberata la popolazione libica. La logica segue schemi coerenti. Il Governo Monti ci ha liberato dal Governo Berlusconi, che era in caduta libera senza freni di sorta, e l'Italia ha ripreso parte della credibilita' persa negli anni addietro nel panorama internazionale. Si deve prendere atto che il nostro paese costituisce una tessera importante del “puzzle” mondiale, ancor piu' di quanto si pensi, ed e' per tale ragione che il Presidente Napolitano, in quella settimana memorabile, designo' Mario Monti quale senatore a vita, una rotta seppur piu' lunga del necessario, decisamente piu' sicura da ogni possibile naufragio, in relazione al bilanciamento delle forze presenti nel resto del pianeta. Diverse ed autorevoli sono state le voci a favore del movimento Occupy Internazionale, da Draghi a Krugman, ma non certo in previsione di un risarcimento immediato spedito a domicilio. Gli errori commessi debbono essere corretti, chi ne e' stato responsabile deve pagare e le classi piu' deboli che ne hanno subito le conseguenze devono essere risarcite. Il percorso e' chiaro anche se non di semplice attuazione e la cooperazione a vasto raggio, mai come oggi, risulta l'unica opportunita' per uscire dalla crisi in cui tutto il mondo versa. La posta in gioco e' alta, perche' ogni collasso economico produce coscienze atte alla rimanipolazione degli elementi con piu' ampia liberta' associativa, ed il mondo intero potrebbe beneficiare di tale nuovo vaccino inoculato. Il vecchio slogan che inneggiava al “tutto e subito” potrebbe aver ragione d'essere se si versasse nell'immobilismo totale, al contrario, siamo testimoni, malgrado cecita' e incomprensioni, ad uno dei piu' grandi mutamenti della storia dell'uomo.
Bologna 20 gennaio 2012 h. 8.25 pm. Mario R. Zampella







mercoledì 18 gennaio 2012

Rob Spence, l'occhio cibernetico

Senz’altro un’idea originale quella di Rob Spence, cioe’ installare una mini telecamera al posto
dell’occhio perso da bambino. Un punto di vista unico e, considerate le particolari angolazioni di
ripresa, decisamente competitivo con le recenti tecnologie di ripresa. In collegamento wireless,
tutto cio’ che inquadra viene registrato e chissa’ che non voglia renderci partecipi in una diretta
“non stop live” su qualche sito del WEB, stile Grande Fratello in ripresa soggettiva.
Bologna, 18 gennaio 2011 h. 20.34 pm Mario R. Zampella











giovedì 5 gennaio 2012

Happy Birthday Stephen

Il prossimo 8 gennaio, Stephen Hawking, star eccellente della fisica contemporanea, compira' settant'anni, resistendo ai gravi impedimenti causati dalla sclerosi laterale amiotrofica, di cui e' affetto, e che l'ha, fin da giovane eta', costretto alle varie appendici strutturali che gli permettono di esprimersi e continuare a dedicarsi alla scienza. L'Observer gli dedica una carrellata di ricordi epressi dai suoi colleghi universitari, insegnanti o studenti, con cui ha interagito nel corso della sua carriera, qui di seguito tradotti, in omaggio ad una delle piu' grandi intelligenze del nostro tempo.
BERNARD CARR – Professore di matematica ed astronomia all'Universita' di Londra, Queen Mary – Studente di Stephen Hawking al Dottorato di Fisica nel 1972-1975.
La scoperta di Stephen nel 1974 circa l'emissione di radiazione termica dai buchi neri, dovuta agli effetti quantistici, fu uno dei risultati piu' importanti per i fisici del ventesimo secolo. Cio' in riferimento all'unificazione di tre precedenti aree in cui i fisici esploravano, – la teoria quantistica, la relativita' generale e la termodinamica. Come tutte le idee unificanti, e' molto bello che cio' possa quasi essere vero, anche se ancora non vi sono conferme sperimentali. Il grande fisico John Wheeler una volta mi racconto' che discutere di cio' era quasi come “una caramella che rotola sulla lingua”.
Al tempo della scoperta, lavoravo con lui al dottorato di fisica di Cambridge e mi consideravo molto fortunato ad aver avuto un posto per collaborare a quei sviluppi. Cio' contribui' a rendermi una delle prime persone a studiare le conseguenze cosmologiche dell'effetto e nell'occasione a dare il mio piccolo contributo al soggetto. Ero uno dei primi studenti di Stephen al dipartimento di fisica e spesso la gente mi chiedeva cosa significasse avere lui come supervisore. Non era ancora famoso a quel tempo, ma la sue capacita' erano gia'  chiare ai suoi coetanei e mi trovai piuttosto intimidito quando, durante la ricerca, fui informato da uno dei miei insegnanti, che egli era la persona piu' brillante del dipartimento. Generalmente gli studenti sono sempre intimiditi dai propri supervisori, ma con Stephen la soggezione era totale. Di fatto, nei problemi dei fisici, ho sempre visto in lui un oracolo, poche sue parole producevano riflessioni che avrebbero preso settimane di lavoro su me stesso. Comunque, Stephen e'  solo un essere umano e non tutti gli incontri conducono all'illuminazione. Una volta, dividendo un ufficio con lui all'Istituto di Tecnologia della California, gli chiesi qualcosa che mi arrovellava. Ci penso' su silenziosamente per diversi minuti, ed ero completamente stupito con me stesso per avergli chiesto qualcosa a cui non poteva immediatamente rispondere. I suoi occhi erano chiusi ed io ero ancor piu' meravigliato per il fatto che egli fosse cosi'  profondamente immerso nel pensiero. Solo dopo un po' di tempo, fu chiaro che egli si era addormentato. Anch'io attualmente talvolta mi addormento mentre parlo ai miei studenti, cosi' ricordo quell'incidente con divertimento. L'altra facciata umana di Stephen e'  che egli occasionalmente si infastidiva. Uno dei miti che circolano intorno a lui e' che a volte scaricava la sua frustrazione correndo sui piedi degli studenti. Cio' non accadde mai alla mia persona – non aveva una sedia a rotelle motorizzata in quei giorni – ma posso ben ricordare un'occasione in cui feci un osservazione nell'aula di matematica, all'ora del te', che dimostro' quanto avessi disatteso cio' che egli aveva spiegato. Stephen urlo' “NO” cosi' forte che la sua sedia a rotelle schizzo' all'indietro per mezza aula, a causa del contraccolpo. Ero per lo piu' impressionato che una sua singola parola potesse avere tali drammatiche conseguenze. La mia relazione con Stephen non era la tipica fra supervisore e studente. In quei giorni, prima che egli avesse intorno il suo entourage di infermieri ed assistenti, gli studenti necessariamente dovevano aiutarlo in vari modi, per riguardo alla sua disabilita'. Cio' non richiedeva capacita' particolari, ma faceva si' che la relazione di ognuno con lui divenisse del tutto intima. Ho diviso uno studio con lui, ho vissuto con la sua famiglia per un anno in California e l'ho accompagnato quando viaggiava intorno al mondo per dare conferenze e collezionare medaglie. Come un timido giovane studente, era tremendamente emozionante incontrare cosi' tante celebrita' e rinomati fisici. Una delle grandi eccitazioni nel visitare Caltech (Istituto di Tecnologia della California) nel 1975, dove Stephen era stato un ragazzino scolaro, era incontrare il grande fisico Richard Feynman, che li' era visto quasi come un dio. Visitava il nostro ufficio spesso e, quando la voce di Stephen inizio' a mancare, io ne facevo da interprete. Ho inoltre viaggiato in Cina con lui nel 1985. Durante un lungo viaggio in treno, ricordo la lettura della bozza di un libro popolare che egli stava scrivendo in quel periodo. La mia prima impressione, che esso non avrebbe mai venduto, per le varie imprecisioni, cambio' sin da quando nacque “Una breve storia del tempo”. Poco dopo il suo ritorno dalla Cina, egli si ammalo' seriamente di polmonite e perse la voce. Sin da allora ha dovuto comunicare col suo computer, che e' penosamente lento, cosi' appare un ironia che egli debba essere condotto a divenire uno dei grandi divulgatori della scienza del nostro tempo. Ha persino scritto libri per bambini con sua figlia Lucy, ed e' confortante riflettere che un contributo da me scritto per il loro libro piu' recente, e' stato probabilmente letto da piu' gente di ogni mio altro articolo scientifico. La sua ispirazione per l'interesse pubblico in una delle piu' profonde questioni della fisica, e' certamente una delle ragioni per cui egli e' divenuto una tale figura iconica.
MARTIN REES – Astronomo reale e Insegnante al Trinity College di Cambridge. Come Hawking, studio' sotto Dennis Sciama negli anni '60.
Ho incontrato per la prima volta Stephen nel 1964. Ero alla prima settimana di studio come studente diplomato di Cambridge. Egli era due anni avanti nei suoi studi – ma gia' soffriva di equilibrio instabile e parlava con difficolta'. Appresi che non avrebbe vissuto a sufficienza per completare i suoi studi. Gli astronomi sono abituati ai grandi numeri. Ma pochi potevano essere cosi' grandi come quelli che avrei dato, allora, contro il suo raggiungimento del settantesimo compleanno – dopo i sorprendenti risultati che hanno fatto di lui lo scienziato piu' famoso. Nei suoi primi anni di ricerca, emerse con una successione di intuizioni sulla natura dei buchi neri (allora una idea molto nuova) e su come inizio' il nostro universo. Cio' gli conferi' l'elezione alla Royal Society all'eccezionale giovane eta' di 32 anni. Era cosi' fragile allora che noi tutti supponevamo non avesse mai potuto scalare ulteriori altezze. Invece era solo l'inizio. In quel periodo lavorava all'Istituto di Astronomia, come me, a Cambridge. Spesso mi sarei trovato a spingere la sua carrozzella nel suo ufficio. Si sarebbe seduto immobile per ore a leggere un libro sulla teoria del campo quantistico, soggetto mai affrontato in precedenza. Era persino impedito nel girare le pagine da solo. Mi chiedevo cosa stesse frullando nella sua mente e se le sue energie stessero calando. Ma entro un anno egli ebbe il suo piu' grande “momento eureka” – incapsulato in una equazione che vuole sia scolpita sulla sua tomba. Scopri' un profondo ed inaspettato legame fra gravita' e teoria quantistica, che lo aiuto', come non mai, a porre i presupposti per i fondamentali della fisica. Ha probabilmente fatto cosi' tanto come nessun altro prima di Einstein, estendendo la nostra comprensione sulla gravita', il tempo e lo spazio. E continua a scrivere trattati tecnici, frequentando le conferenze piu' importanti – due volte straordinario per un argomento in cui pochi altri ricercatori che godono di ottima salute, resistono cosi' a lungo in frontiera. La seconda meta' della vita di Stephen, e' stata un crescendo di fama e celebrita'. Quando “Una breve storia del tempo” fu diffuso, i tipografici fecero qualche errore (una foto era sottosopra), e gli editori tentarono di richiamare lo stock in sede. Con grande stupore, scoprirono che tutte le copie erano state gia' vendute. Cio' fu il primo segno che il libro era destinato a un grande successo. Il concetto che una mente imprigionata vagasse per il cosmo, catturo' l'immaginazione della gente. Se avesse raggiunto le stesse eccellenze, diciamo, nella genetica piuttosto che nel la cosmologia, il suo trionfo dell'intelletto contro la sventura probabilmente non avrebbe raggiunto un tale consenso globale. Dopo che il suo handicap fu diagnosticato, (sclerosi laterale amiotrofica) le aspettative di Stephen si ridussero a zero. Diceva che tutto cio'  che sarebbe successo da li' in avanti, era un premio. E quale trionfo e' stata la sua vita. Il suo nome vivra' negli annali della scienza; milioni di persone in tutto il mondo hanno allargato i loro orizzonti cosmici grazie ai suoi libri ed alle sue apparizioni in TV; ed ancora di piu' sono stati ispirati da una conquista unica contro tutte le disuguaglianze.
RAYMONDE LAFLAMME – Direttore esecutivo all'Istituto per la Quantistica Computazionale, Universita' di Waterloo, Canada. Nel 1988 egli consegui'  il suo Dottorato in Fisica a Cambridge, sotto la direzione di Hawking. 
Ho di recente regalato a Stephen un boomerang. Doveva sembrare un dono peculiare per lo scienziato piu' famoso del mondo, ma Stephen, istantaneamente, ne comprese il significato. Sogghigno' quando lo vide, come speravo facesse. Sogghigno'  con lo stesso saggio, sottile e malizioso sorriso che di frequente vedevo – e con cui ero occasionalmente premiato – quando ero un nervoso e giovane studente universitario, sotto la sua supervisione, a Cambridge, 27 anni prima. Fu durante quell'anno universitario che Stephen suggeri' che io affrontassi un idea ispirata dalla sua “proposta infinita” circa le origini dell'universo. Specificatamente, mi chiese di confermare matematicamente la sua teoria secondo cui il tempo avrebbe invertito il suo corso, in un universo in fase di contrazione. Avevo 24 anni ed ero pronto alla sfida, cosi'  mi impegnai. C'era un problema: per quanto provassi non riuscivo a dimostrare la teoria di Stephen. Infatti, potevo solo dimostrare che era sbagliata. La mia matematica sembrava a tenuta ermetica, ma Stephen aveva bisogno di essere convinto. Molti pomeriggi trascorsi insieme con me alla lavagna, scrivendo nervosamente le mie equazioni per Stephen, che insisteva sul fatto che avevo troppo semplificato questo o mancato di considerare quello. Finalmente, dopo innumerevoli sessioni alla lavagna, e con l'aiuto di un membro del postdottorato Don Page, convinsi Stephen che il tempo marcia eternamente in avanti, persino quando l'universo inverte la sua espansione. Sebbene conoscessi poco, questa leccornia cosmologica avrebbe trovato il suo percorso in un libro che avrebbe venduto dieci milioni di copie, e mutato Stephen in una superstar della scienza, “Una breve storia del tempo”. Stephen personalizzo' la mia copia del libro con una nota stampata (non era in grado di scriverla personalmente) all'interno della copertina. Essa recita: “A Raymond, che mi convinse che la freccia del tempo non e' un boomerang. Grazie per tutto il tuo aiuto. Stephen.” Amo quella piccola dedica. Essa contiene gradevolmente il calore e la delicatezza sempre dimostrati da Stephen. Nel 2010, Stephen trascorse un estate a Waterloo, Canada. Lo invitai per una visita all'istituto per dare un'occhiata intorno, e lui felicemente si senti' obbligato. Trascorse il giorno visitando laboratori, incontrando ricercatori e, penso, apprendendo qualche nuova informazione circa le scienze quantistiche. Fu allora che gli regalai il boomerang. Era un gioco interiore, ma era anche qualcosa di piu'. Era la via per dire che, sebbene il tempo sia in realta' una freccia, esso fa in modo che la stessa porti le nostre vite – e le persone a noi piu' care – in un circolo completo.
THOMAS HERTOG – Professore di fisica teorica al KU Leuven, Belgio. Coautore del trattato “top down cosmology” lavorando al CERN con Hawking nel 2006.
Stephen era il mio mentore negli anni 90. Venni a Cambridge dal Belgio per studiare cosmologia teorica e fui contento di essere scelto come suo studente al dottorato di fisica. La cosmologia e' uno dei soggetti preferiti da Stephen. Il suo obiettivo, come lui ama definirlo, e' capire “perche' l'Universo e' cosi'”. Al piu' profondo livello cio' richiede la comprensione delle condizioni fisiche al momento del Big bang. Per avanzare in questo, Stephen, con i suoi studenti e collaboratori negli anni 80, sviluppo' il soggetto della cosmologia quantistica. Parlando volgarmente cio' coinvolge “la somma delle storie” di Feynman, formulazione della meccanica quantistica applicata all'intero Universo. Nella cosmologia quantistica il Big Bang e' descritto nei termini di uno stato meccanico quantistico. Durante i miei anni a Cambridge, Stephen mi introdusse al suo programma e lavorammo insieme per rendere piu' esplicite le sue predizioni circa la natura del neo-universo. Molti anni dopo, quando tornai in Europa, dopo diversi anni di post-dottorato negli Stati Uniti, Stephen ed io eravamo di nuovo insieme. Abbiamo entrambi a lungo pensato sul ruolo dell'osservatore – noi – nella cosmologia quantistica. Insieme a James Hartle, abbiamo deciso di studiare le implicazioni della nostra esistenza nel contesto della cosmologia quantistica. Questo ci ha spinti ad una stretta collaborazione che tutt'oggi continua. E' stato molto eccitante lavorare con Stephen. Spesso l'ho sentito nell'intensa interazione della nostra collaborazione, in special modo quando differenti pezzi di un puzzle prendevano forma in un quadro totale, allora la carrozzella e le difficolta' comunicative divenivano insignificanti. Credo che il genio di Stephen giaccia nella chiarezza della sua visione scientifica. Guidato da affilate intuizioni e acume, insieme ad una consistente attenzione al nocciolo del problema ed una certa audacia a scartare vecchie idee che egli ritiene siano da ostacolo al progresso, Stephen ha prodotto un'idea che ha avuto un profondo impatto sulla cosmologia teorica. La sua cosmologia quantistica ha trascinato lo studio delle origini dell'universo entro il regno delle scienze fisiche, e con cio' le profonde domande che i suoi studi hanno sollevato. Persino a 70 anni egli rimane uno dei maggiori esperti al mondo in questo settore.
FAY DOWKER – Fisica teorica all'Imperial College di Londra. Completo' il suo dottorato in fisica sotto Stephen Hawking nel 1990.
La portata epica della ricerca di Stephen la rende una sfida al suo compendio. Un concetto, in ogni caso, unisce l'intero suo lavoro: spaziotempo. Sin dal lavoro di Einstein, sappiamo che il palco su cui l'Universo esplica il suo dramma, non e' tridimensionale ma  quadrimensionale spaziotemporale, e, soprattutto quel palco, e' dinamico e gioca la propria parte nell'azione evolutiva. Le conquiste di Stephen sono tali che le molte differenti problematiche scientifiche sullo spazio tempo, oggi sono state inquadrate dalle sue scoperte. Il lavoro di Stephen con Roger Penrose sui teoremi della singolarita', prova che la relativita' generale, la nostra migliore attuale teoria sulla gravita' e sullo spazio tempo, deve collassare dentro i buchi neri ed al Big Bang, rendendo essenziale la ricerca per una maggiore teoria unificante della gravita' quantistica. La scoperta di Stephen che i buchi neri sono caldi ed emettono le radiazioni termiche cosiddette di Hawking, unifica la materia quantistica e la fisica gravitazionale dei buchi neri con la termodinamica, la scienza del calore. Sin da quando i sistemi termici sono compresi in termini dei loro micro costituenti, il lavoro di Stephen solleva repentinamente la questione: “Cos’e’ la microstruttura di un buco nero, e dello stesso spazio tempo ?” Noi non siamo ancora d’accordo su una risposta, ma v’e un consenso che, pur non comprendendo la gravita’ quantistica, sara’ completo senza essa. L’alto rispetto in cui Stephen e’ globalmente avvolto ed il vasto e sentito apprezzamento dei suoi contributi alla scienza ed alla societa’, sono dimostrati ovunque nel mondo egli dia una conferenza: l’auditorium e’ sempre pieno, l’atmosfera sempre elettrica e gli applausi fragorosi. Stephen ispira la gente con l’eccitazione e l’importanza della pura indagine scientifica, e celebrare il suo 70esimo compleanno con lui, ci offre la chance di affermare in quale grande misura lo onoriamo per questo. Buon compleanno, Stephen.
Bologna 05 gennaio 2012 h. 12.12 am. Mario R. Zampella