mercoledì 25 gennaio 2012

Terzo Reich Donne Pro e Donne Contro (di G. Duncan)

Altri due profili, di minor spessore dei precedenti ma non di meno per bonta' o efferatezza. Non sara' mai esaustiva la rappresentazione della reale spietatezza ideologica nazista.

IRENA SENDLER

Nata a Otwock nei pressi di Varsavia nel 1910, figlia di un ripettato medico fra i cui pazienti erano inclusi molti poveri ebrei. Irena fu espulsa dall'Universita' di Varsavia nel 1930, perche' rifiutava di sedersi dal momento che i suoi amici ebrei erano costretti a sedersi separatamente dagli altri studenti. Quando la Polonia fu invasa dai tedeschi nel 1939 Irena lavorava per il Dipartimento di Assistenza Sociale di Varsavia, presso la mensa dei poveri e degli anziani. Si adopero' nella falsificazione di documenti registrando molti ebrei come cristiani affetti di tifo e tubercolosi, cosi che avessero diritto ad assistenza finanziaria e alimentare dal Dipartimento Sociale. Come membro del “Council for Aid to Jewish” (Consiglio per l'assistenza agli ebrei) aiuto' a contrabbandare cibo e indumenti agli ebrei incarcerati nel ghetto di Varsavia. Entrando nel ghetto indossando la maglietta con la stella di David, lei ed i suoi aiutanti, aiutavano centinaia di bambini ad uscirne, affidandoli a famiglie polacche che dovevano promettere di restituirli ad ogni membro della famiglia sopravvissuto dopo la guerra. Fu arrestata ed imprigionata nella nota prigione di Pawiak, dove fu torturata, con piedi e gambe fratturate, senza aver mai fatto parola su dove si trovassero i bambini. I suoi amici corruppero una guardia, la quale registro' il suo nome nella lista dei giustiziati e l'aiuto' a fuggire. Trascorse il resto della guerra nascosta, proprio come i bambini che salvo'. Irena Sendler continuo' il suo lavoro sociale dopo la guerra e le fu riconosciuta la piu' alta onoreficenza polacca del “Order of White Eagle” e la Yad Vashem Medal per i Giusti delle Nazioni.

ILSE KOCH

Chiamata “La puttana di Buchenwald”. Nel 1936 sposo' l'SS Standartenfuhrer Karl Koch, il comandante del campo di Sachsenhausen ed in seguito di Buchenwald. Nel 1944 Karl Koch fu condannato a morte da un tribunale SS riconosciuto colpevole di associazione a delinquere ed omicidio. Fu impiccato nel 1945. Ilse, impopolare per il suo hobby di allestire veli di lampade ricavate dalla pelle tatuata dei prigionieri deceduti, fu arrestata e condannata all'ergastolo da un tribunale militare americano nel 1947. La sentenza fu ridotta in seguito a quattro anni dal Generale Lucius Clay, comandante US di zona. Al suo rilascio fu arrestata ancora nel 1949 e, giudicata da una corte tedesca, condannata di nuovo all'ergastolo. Il 1 settembre 1967, a sessantuno anni, si suicido'' impiccandosi nella sua cella nella prigione di Aichach in Bavaria. Suo figlio Uwe, nato in prigione nel 1947, ricevette la sua ultima lettera in cui scrisse: “Non posso fare altrimenti. La morte e' l'unica via d'uscita”.
Bologna 25 gennaio 2012 h. 10.25 am. Mario R. Zampella







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