mercoledì 28 febbraio 2018

CAMILLERI: SCRITTORE E STORICO.



Link: Agoravox
Lunedi' 26 febbraio e' andata in onda la trasposizione cinematografica di un racconto, fra i tanti di quelli storici, scritti da Andrea Camilleri. "La Mossa del Cavallo", ambientato negli anni successivi l'unificazione dell'Italia, precisamente nel settembre del 1877. Il racconto trae spunto da fatti realmente accaduti, conditi naturalmente dalla fervida immaginazione dello scrittore. Un giovane regioniere, cresciuto a Genova ma di origini siciliane, si appresta all'impegno del suo nuovo incarico, Ispettore alle dipendenze dell' allora neonata Istituzione per l'accertamento dei reati previsti in materia di evasione fiscale Nel piccolo paese di provincia e' gia' noto l'arrivo del controllore, che sara' addetto alla verifica della produzione di farina e relative gabelle imposte. I suoi predecessori sono stati tutti eliminati, senza stracci di prove, e lui deve provvedere alla sua difesa personale con una certa perizia. Ma ecco che scatta un piano criminale, allestito dal boss locale in combutta col Delegato facente funzioni di Polizia, e tutti i suoi collaboratori. Con l'ausilio di una donna generosa e bella, poco a poco il ragioniere viene coinvolto a sua insaputa in un gioco piu' grande di lui, che lo portera' all'impriginamento ed alla dichiarazione della sua infermita' mentale. La sua astuzia, avra' la meglio, riuscendo a dimostrare l'estraneita' alle accuse che gli vengono mosse. Il racconto pone in evidenza quai fossero le sottili e raffinate macchinazioni gia' in quel periodo, messe in atto da un'associazione di stampo mafioso che reggeva anche sulle collaborazioni di forze di sicurezza istituzionali, arruolate dalla precedente missione di liberazione d'Italia, fra il brigantaggio  presente in numerose zona del sud italiano. Analogamente a quanto accadde in occasione dello sbarco in Sicilia delle forze alleate per la liberazione dal nazifascismo, in cui mafia e forze militari strinsero alleanze per la cacciata del comune nemico. Ma soprattutto, in relazione ai metodi utilizzati per coinvolgere in tutto l'onesta' del ragioniere, le cose non sembrano mutate dopo tutto questo tempo. Da notare che il sesso riveste un ruolo decisamente determinante, in ogni questione di stampo mafioso,  e che la macchina del fango risale ad antichissime origini populiste alimentate dalla corruzione in atto.
Mercoledi 28 febbraio 2018                                                                Mario R. Zampella




lunedì 26 febbraio 2018

LE ELEZIONI VISTE DALLO SPAZIO 2

Siamo sempre in compagnia di Paolo Nespoli, immersi nello spazio assoluto con la Stazione Spaziale Internazionale. E risulta sempre piu' difficile assuefarsi alle visioni concesse dall'Italia in miniatura, riguardo le prossime elezioni politiche del 04 marzo 2018. Li' in fondo, sulla destra, c'e' un palco dal quale una sorta di predicatore affabula il pubblico con in mano un rosario ed un vangelo, noti simboli cattolici per eccellenza. Si affanna a giurare di promesse forse irrealizzabili, ed e' forse percio' che si appella ai miracoli divini. Di convinzioni politiche piuttosto opposte a quanto predica la religione cattolica ed in particolare Gesu' Cristo, il quale non discriminava affatto fra suoi seguaci e devoti, tenta disperatamente di giocarsi quest'ultima carta, a pochi giorni dal D-Day. Ci avviciniamo ancora un po', e dall'altro lato, sulla sinistra, si nota una donna molto impegnata a sfoggiare cartoncini con su scritto "sciogliamo le bande fasciste". Quasi per "reazione", compare improvvisamente una biondina dai toni accesi, che, utilizzando lo stesso target della precedente brunetta, ossia mostrando analoghi cartoncini che riportano "...se non e' fascismo questo", fa bella mostra della sua ignoranza relativamente all'esistenza della  L. 645 del 20.06.1952, la quale disciplina severamente ogni manifestazione ed aggregazione che abbia quale riferimento il disciolto partito fascista. Ma ecco che si rivede l'omuncolo della volta scorsa, in quest'occasione balla e si agita con le movenze di un primate, presso l'Associazione Nazionale Costruttori Edili. E' da qualche tempo che promette agli italiani di proteggerli e garantire loro una governabilita' di gran lusso, offrendo l'attuale Presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, quale prossimo premier nel caso il suo partito e/o coalizione vincesse le elezioni. Non si comprende bene pero' se vuole offrire su un piatto d'argento l'Onorevole Tajani all'Italia oppure l'Italia su un piatto d'argento a Tajani. Ad ogni modo le prospettive elettorali non sono cambiate di molto, dall'ultima visione spaziale. C'e' persino chi si e' pregiato dell'onore di presentare la lista dei ministri presso la presidenza della repubblica, al Quirinale, come se si fossero svolte le elezioni, solo nella sua mente. La sicumera ostentata ha travalicato ogni possibile immaginazione. Qui si viaggia a 25.000 Km/h e pertanto si dovranno rinviare alla prossima orbita le immagini comiche, grottesche e incredibili che il nostro paese offre in occasione di un cosi' importante appuntamento.
 26 febbraio   2018                                                             Mario R. Zampella





mercoledì 21 febbraio 2018

LE ELEZIONI VISTE DALLO SPAZIO.

Link: Agoravox
Nei panni di Paolo Nespoli, sulla stazione spaziale internazionale, la veduta del nostro paese, in procinto di selezionare i migliori candidati alle prossime elezioni politiche del 4 marzo, appare non poco patetica e triste. In primis si nota una gran confusione, fra tutte le liste e relativi nomi pronti a sfidarsi per la conquista del potere parlamentare. Se poi attiviamo il potentissimo zoom a disposizione della ISS, si potra' notare una figura dal volto giovane e ottimista che, come Gesu' Cristo fece a suo tempo, si affanna ad espellere uno ad uno tutti gli interessati commercianti,  dal suo tempio. Per ora solo otto. Spostandoci un po' piu' a destra, si intravede un omuncolo che farfuglia qualcosa, dunque attiviamo anche il super ricettore audio ed ascoltando rimaniamo allibiti alle sue parole. Parla ancora di lire, riguardo alle pensioni che da lui sarebbero aumentate alla somma straordinaria di mille unita'. Giunge poi a definire la minaccia piu' concreta del nostro paese, l'antifascismo, o forse un "certo antifascismo", come se esista o sia mai esistito un "certo fascismo". Qualcun altro, che con il precedente omuncolo ebbe a che fare, nonostante fosse stato appena condannato in via definitiva, lo si nota sudare sette camicie per riaffermare la sua leadership ormai decaduta, nell'estremo tentativo di concludere cio' che Rino Formica defini' il programma della loggia P2. Ed il panorama, da quell'altezza straordinaria, risulta essere cosi' deprimente da causare umiliazione anche per chi scrive queste quattro parole inutili. Frattanto gli otto espulsi dal tempio, sono immediatamente stati invitati a far parte dello schieramento opposto, quasi questo fosse un contenitore di raccolta indifferenziata. Un po' piu' a sud, invece, c'e' un uomo che scalpita e impreca, contro una specie di giornalismo camorristico, atto a generare prove fasulle di reati a carico di un giovane assessore, che poi risulta essere il figlio. E puntando il nostro obiettivo ancora a destra, con grande ribrezzo, notiamo un oncologo che, nelle liste di Forza Italia, si preoccupa di inviare un invito personalizzato a tutti i suoi pazienti malati di cancro, quasi volesse trasmettere l'illusione di una pronta guarigione in caso di vittoria. Il caro Paolo Nespoli sta meditando seriamente di trattenersi piu' a lungo, lassu', dove il silenzio regna sovrano e la contaminazione puo' solo riguardare i raggi cosmici. A meno che non si indicano a breve le prime elezioni spaziali dal Big Bang in poi.
            21 febbraio 2018                                                                 Mario R. Zampella




mercoledì 14 febbraio 2018

MAFIA E DINTORNI.


Link: Agoravox Leggo da Micromega on-line, un interessante articolo a firma di Angelo Cannata', che espone  a chiare lettere, facendo leva sul libro del Magistrato Nino Di Matteo "Collusi"l'atteggiamento riservato, per non dire omertoso, di certa stampa compiacente che se non evita, sorvola appena su tutte le vicende che hanno stretti riferimenti con la mafia. Sarei d'accordo, seguendo teoremi fino ad oggi quasi dimostrati completamente. Ma sento anche il dovere di difendere tutti i giornalisti che, con sprezzo del pericolo, affrontano quotidianamente le problematiche mafiose del nostro paese, citando qualche nome, come Saviano, Abbate, Bolzoni e mi scuso per non poterli citare tutti, i quali, alla luce delle minacce e delle scorte predisposte a loro protezione, superano di gran lunga le centinaia di unita'. Capisco le remore di un Magistrato, che offre il suo impegno, condizionando non poco la sua vita e quella dei suoi familiari, verso una delle colonne fondanti della democrazia, la stampa. Ma ho anche maturato appieno la convinzione che l'Italia, in primis, seguita da tanti altri paesi, vive una realta' sconfortante per la massiccia presenza di elementi mafiosi, al punto tale che  il senso di appartenenza del popolo, ad un'organizzazione cosi' vasta e capillare, e' divenuto a poco a poco l'anticultura per eccellenza, ponendo a serio rischio l'intero impianto democratico. Sia ben chiaro che non si tratta della mafia sanguinaria degli anni 70, 80 e 90, bensi' di un coacervo di poteri che si scambiano favori in barba alla legalita', mirando all'unico tornaconto possibile, che consiste in vantaggi materiali o profitti veri e propri. La questione riveste davvero un'importanza profonda, che porrebbe quale soluzione possibile, l'intero coinvolgimento di tutte le risorse disponibili al fine di espiantare detta anticultura, che trova riscontro in migliaia di manifestazioni negative che ogni giorno popolano le cronache, dal femminicidio all'educazione scolastica, sino alle baby gang e quant'altro ancora. Progetto che, per il poderoso impegno richiesto, vedrebbe impiegati anni di riforme e soprattutto, la partecipazione unanime, senza alcuna esclusione. Si direbbe utopia pura, anche perche', non risulterebbe per nulla pensabile operare in tale progetto nel solo nostro paese. In definitiva, uno sforzo collettivo che varchi i confini geografici, in piena sinergia fra ogni singolo settore interessato, dalle forze dell'ordine al settore giudiziario, dall'imprenditoria al settore bancario, dalle scuole medie inferiori alle universita' e cosi' via dicendo, in via da creare un blocco compatto a difesa dei valori che assicurano, nel corso del tempo presente e futuro, un'economia sana e florida, una societa' in armonia con le istituzioni e un'alternanza politica non conflittuale, critica, ma operosa e costruttiva. Finche' il potere mafioso non verra' picconato mattone per mattone, le lagnanze di Di Matteo e tanti altri magistrati in trincea come lui, avranno giusto motivo di diffusione, ma poco riscontro generale. Lunedi' 12 febbraio, e' andato in onda un nuovo episodio del Commissario Montalbano, nei cui dialoghi, si evidenzia palesemente, senza ipocrisia alcuna, l'effettiva impotenza delle forze dell'ordine di fronte al fenomeno mafioso.
            14 febbraio 2018                                                                  Mario R. Zampella




giovedì 8 febbraio 2018

CRIMINI ITALIANI E CRIMINI STRANIERI.



Link: Agoravox
Il recente accadimento registrato a Macerata, in cui un fanatico razzista di matrice nazi ha rievocato i momenti bui delle leggi razziali, solleva polemiche populiste in tutto il paese, sulle ragioni che hanno spinto il rivoluzionario ad impugnare la pistola e far fuoco sugli immigrati presenti in zona. E' vergognoso, se non giustificare appieno le sue azioni, ricercare cause sociologiche in chissa' quale meandro della mente perversa umana. Il movente e' stato attribuito all'immigrazione incontrollata, e cio' ne ha in qualche modo sdoganato l'estrema scelta. Cosi', un atto criminale di natura razziale, assurge a divenire una quasi ragazzata, e, l'ingresso in carcere di Luca Traini, il reo, fra gli applausi dei detenuti che hanno apprezzato il gesto, pone quasi in discussione la differenza che il popolo attribuisce fra un reato commesso da un italiano e quello commesso da uno straniero. Si e' giunti al punto che la legge abbia due misure differenti. I criminali italiani sono migliori dei criminali stranieri. Si tratta di un'onda che cresce gradualmente, come gia' accaduto un tempo, e, il parere discorde del Sindaco di Macerata e del Ministro dell'Interno Minniti sulla possibilita' di indire una manifestazione antirazzista ed antifascista, ne esalta effettivamente la portata. Il diritto inviolabile a manifestare il proprio dissenso netto a tali non piu' sporadici eventi, deve anch'esso essere rivendicato piu' volte, quasi ci si trovasse di fatto in un fascismo in fase embrionale. A tal fine avrei il piacere e l'onore di riportare alcune fra le parole piu' significative di Aristotele: "Un tiranno desidera ricchezze, mentre un Re desidera onori. Le guardie del tiranno sono dei mercenari, mentre le guardie del Re sono cittadini. I tiranni sono per lo piu' dei demagoghi, che raggiungono il potere promettendo di proteggere il popolo contro la nobilta'. Per conservare il potere, un tiranno deve impedire il sorgere di una persona di meriti eccezionali, se necessario mediante condanna a morte o assassinio. Deve propibire i pasti in comune, i circoli e qualsiasi sorta di educazione che possa generare sentimenti a lui ostili. Deve vietare riunioni o discussioni letterarie. Deve evitare che le persone si conoscano bene fra loro e deve obbligarle a vivere la propria vita pubblica alla sua presenza. Deve impiegare spie, come le donne poliziotto di Siracusa. Deve seminare discordie e impoverire i suoi sudditi. Deve tenerli occupati in grandi lavori, come faceva il Re d'Egitto costruendo le piramidi. Deve dare il potere alle donne e agli schiavi, per far di loro degli informatori. Deve fare la guerra perche' i suoi sudditi abbiano qualcosa da fare e abbiano sempre bisogno di un capo. Altro metodo per conservare la tirannia consiste nel mostrarsi moderato e religioso.  Non esiste malvagita' troppo grande per un tiranno."
08 febbraio 2018                                                                                               Mario R. Zampella