sabato 30 novembre 2019

IMBECILLITA' E VIOLENZA.



Si moltiplicano esponenzialmente gli episodi di razzismo, non solo in Italia, come l'ONU aveva allarmato non molto tempo fa, ma in tutto il globo, come anche la politica di estrazione conservatrice si sta affermando. Le formazioni clandestine di membri appartenenti a sedicenti organizzazioni naziste spuntano nel tempo e nello spazio, come un risveglio da letargo mai sospettato. L'allarmismo e' peraltro giustificato e sostenuto, vista la crescente ambizione di replica di una follia apparentemente dimenticata. Si, perche' si tratta di follia, il tentativo di destabilizzare la civilta' democratica facendo ricorso alla violenza. Fenomeno sperimentato e fallito. Una violenza, peraltro, che si scopre intimorita dalle variegate diversita' che minacciano la propria identita'. E quando l'identita' di un individuo fragile e' compromessa o risulta violabile dalla diversita', la violenza appare la soluzione piu' rapida e dolorosa per riaffermarla con forza e determinazione.  E' il gioco tragico dello specchio in cui il neonato si riflette e, riconoscendo se stesso quale entita' esistente, si identifica in esso con la speranza collettiva che le differenze fra il se' e l'immagine riflessa non valichino i confini del vivere civile. Processo impossibile. Nessuno mai sara' abile a tal punto da far collimare l'ideale del se' con la propria realizzazione nelle realta'. E quando lo scarto diviene insostenibile, l'istinto animale emerge quale tsunami emotivo ricorrendo alla coercizione. Producendo danni incalcolabili e ferite perenni nel tessuto sociale che non appare mai immune a tali espressioni di intolleranza. Puo' essere difficile l'accettazione della disparita' fra se' e idealizzazione del se', ma le persone fragili non amano le difficolta', preferiscono la (in)giustizia sommaria. Ecco quanto emerge dall'insostenibile pesantezza della comprensione: l'imbecillita' che produce violenza.
Mario R. Zampella 30.11.2019


sabato 26 ottobre 2019

COMPUTER QUANTISTICI.


La via, a quanto si dice, al computer quantistico e' giunta ad una definizione di massima che rappresenta la prima pietra posta in essere in tale campo. La competizione per tagliare il traguardo dei computer quantistici, da' per vittoriosa la realizzazione completa, ma ancora da raffinare, di un computer ideato da Google di Larry Page & Co. Si tratta di una diavoleria informatica capace di elaborare simultaneamente cio' che le piattaforme tradizionali computazionali sono obbligate a rispettare ovvero  il dualismo  0 o  1. In sostanza  0 e 1, nella fisica quantistica, risultano sovrapposti, quindi simultanei allo stesso evento. Se un elaboratore tradizionale deve sviluppare calcoli o tracciare simulazioni, non puo' trascendere dall'alternativita' di due condizioni possibili, nelle sue istruzioni.  Al contrario, l'eleboratore quantistico  gestisce le due possibilita' in tempo reale e non alternativamente. Cio' da' luogo ad una potenza e velocita' di calcolo inimmaginabili. Basti dire che la Google ha sostenuto di aver affidato un calcolo matematico alla sua nuova creatura, che e' stato processato nel giro di tre minuti e venti secondi, quando per esempio l'IBM, afferma che lo stesso calcolo effettuato da una potentissima macchina propria, ha impiegato due giorni e mezzo. Le applicazioni future, in vista di tale innovativa rivoluzione informatica, sono del tutto estranee alla nostra realta' quotidiana. Per citare un esempio, un computer quantistico avrebbe le potenzialita' adeguate ad implementare un sistema di teletrasporto. Come persino la gestione del tempo. Viaggiare nel passato o nel futuro potrebbe rivelarsi possibile alla luce delle nuove tecnologie. La materia comune, in ambito quantistico, riveste due aspetti dei quali solo uno risulta' visibile e reale ai nostri occhi, quello particellare. L'altro aspetto, quello ondulatorio, e' possibile riprodurlo esclusivamente in minime entita' e per brevissimi periodi, in laboratori altamente specializzati.  Cio' che un processore quantistico potrebbe realizzare, vista la sua altissima precisione, velocita’  ed attendibilita', si traduce appunto nella ipotetica possibilita' di trasformare la natura particellare della materia in natura ondulatoria, e perche' no, eventualmente in energia pura, vista l'equazione einsteniana che parifica massa ed energia. E' molto probabile che non saremo mai testimoni di tale rivoluzione tecnologica, ma se avverra', e su questo nutro un certo ottimismo, i mali del mondo spariranno, e con loro forse anche la terra.
Mario R. Zampella 26.10.2019

martedì 15 ottobre 2019

LA MEMORIA SCOMPARSA.



Gli Stati Uniti d'America di oggi non sono piu' gli stessi. Non sono quelli dell'11 settembre 2001, feriti al cuore e sostenuti da una platea internazionale indignata e sconvolta per gli accadimenti di quel giorno. Non sono piu' gli stessi che ottennero solidarieta' e commozione dal mondo intero, per un'azione vile e nefanda.  I tempi sono mutati. La memoria scompare a favore di un interesse personale egoistico al punto da provocare l'ennesimo conflitto ingiusto e forse conveniente a qualcuno.  La guerra dichiarata contro Al Queda e poi contro DAESH, che ha ricevuto consensi dal mondo intero, ora diviene una guerra babeliana ove le forze in conflitto si traducono in bracci di ferro di tutti contro tutti. L'impegno iniziale alla considerazione futura di un territorio da assegnare al popolo curdo, in cambio di un'alleanza comune contro la minaccia dell'IS, e' stato tradito meschinamente da una provocazione senza alcuna base logica, e tanto meno negoziale. Un popolo da tempo errante fra il triangolo IRAQ-SIRIA-Turchia, e' nuovamente costretto a difendersi, fuggire, morire, dopo l'apporto significativo donato alla causa comune contro l'IS. Un apporto insostituibile, che ha impegnato le milizie Curde in campo, faccia a faccia col nemico, risparmiando le vite troppo care degli eserciti occidentali. L'attuale attacco turco contro il popolo curdo e' stato innescato da una semplice provocazione del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che forse, un bel mattino, ha esternato considerazioni personali come se si trattasse di discutere sulla metereologia del giorno. Politiche disastrose, senza senno alcuno, che alimentano divisioni e morte. Putroppo la memoria e' troppo corta e gli interessi economici prevalgono quasi sempre sulle logiche umanitarie. E' tardi per passi indietro, come e' tardi per tamponare ferite in cui, un padre-padrone, di tanto in tanto ama infilarci il dito.
Mario R. Zampella.



















giovedì 1 agosto 2019

VEDUTE DIVERSE O DEMOCRAZIA IN DECLINO ?


Due eventi che fanno riflettere sui valori democratici, accadono nelle ultime ore in luoghi distanti migliaia di chilometri. Il primo, che certamente tutti conoscono, riferisce al comportamento antidemocratico posto in atto dagli organi della Polizia di Stato, quando hanno tentato di boicottare le riprese video del giornalista Valerio Lo Muzio de' La Repubblica, inerenti la passeggiata concessa al figlio di Matteo Salvini su di uno scooter acquatico della Polizia. Si e' trattato effettivamente di una tentata censura, decisamente fuori da ogni contesto democratico. La stampa imbavagliata e' un atto che ogni tanto riemerge come abitudine incontrollata nel nostro paese. Il secondo evento,  riferisce invece all'assoluzione di Julian Assange negli Stati Uniti. Assange era imputato per aver sottratto, a mezzo dell'organizzazione Wikileaks da lui creata, numerosissime mails, oggetto di comunicazioni fra leaders democratici, fra cui Hillary Clinton. La loro pubblicazione ha mandato in subbuglio tutto l'establishment democratico, il quale pero' l'ha chiamato in giudizio per rispondere delle accuse di hakeraggio. Il giudice John Koeltl ha assolto Assange in base al primo emendamento degli Stati Uniti, che garantisce la liberta' di espressione e pensiero, finanche quando le notizie pubblicate, benche' vere, siano state sottratte illegalmente. La sentenza richiama l'importanza fondamentale della stampa quale garante di ogni sistema democratico. Non a caso la si definisce la quarta gamba del tavolo su cui la demcrazia poggia i suoi principi. E quindi salta agli occhi la diversita' di vedute, anche se in Italia l'iniziativa, peraltro non andata a buon fine, di impedire pubblicazioni scomode, e' nata da alcuni organi membri del potere esecutivo, mentre negli States, la difesa del diritto alla divulgazione di notizie importanti, anche se ottenute illegalmente, e' stata affermata dal potere giudiziario. Una diversita' di vedute piuttosto marcata.
Mario R. Zampella.







martedì 23 luglio 2019

CANTONE LASCIA L'ANAC


Era il 6 febbraio 2019 quando si ravviso' la decisione di Raffaele Cantone di abbandonare l'Autorita' Nazionale Anticorruzione. Decisione poi ritirata, sino ad oggi, data in cui sembra essere definitiva. Cantone lascia l'ANAC per tornare in magistratura. A quanto pare, come egli sostiene, l'organo giuridico naviga in acque in cui e' necessario un sostegno al rapporto di fiducia fra italiani e Istituzioni. In attesa del D-Day in cui ogni relazione economica e istituzionale sara' del tutto trasparente e priva degli effetti corruttivi, Cantone spendera' le proprie energie presso una delle colonne della democrazia italiana: la magistratura. Che in definitiva e' stata la sua attivita' prima di esercitare le funzioni di controllore di ogni transazione economica. Nel febbraio 2018, dalle risultanze di Transparency International, l'Italia si poneva al 54° posto nel mondo. Peggio del Ruanda. Il miglioramento rispetto al 2012 e' stato di sei misere posizioni. I paesi piu' virtuosi risultano essere Danimarca e Nuova Zelanda, con rispettivamente 89 e 88 punti. L'Italia ne conta 50. Il sud Sudan 12 e la Somalia 9, tutti su base 100. Rimane dunque molto lavoro da fare, considerato che l'Africa, uno fra i paesi piu' sottosviluppati, detiene il primato della corruzione. E noi, che apparteniamo all'europa, rappresentiamo la maglia nera. Sorge spontanea una domanda. Cantone ha mollato per mera rassegnazione o per reale interesse verso le sorti della magistratura, che recentemente ha subito gravi e seri colpi, in relazione al caso Palama'. La corruzione fra amministrazione pubblica e imprese, come anche in ambito esecutivo, fra le fila delle forze dell'ordine, e nell'ambito della magistratura, rappresenta il vero freno allo sviluppo economico di ogni paese, contaminando in profondita' il tessuto sociale, portando sfiducia negli investimenti esteri e domestici ed incitando all'emulazione di atti poco edificanti per ogni essere umano. 
Il vincente e' corrotto. 
Si vedra' il corso degli eventi cosa riserva, nel frattempo un augurio a Cantone per il prossimo futuro.

S. Felice Circeo -  23 luglio 2019 - Mario R. Zampella - 




martedì 11 giugno 2019

DEMOCRAZIA VIOLENTA ?



Quando i poteri politici si scontrano nell'ambito della legalita', tutto appare lecito e parte integrante del confronto dialettico che stimola conflitti e crescita costruttiva. In sostanza la diatriba politica nasce da visioni differenti della realta', vista nel suo insieme sia per le conseguenze future che per le pregresse vicissitudini. Nel caso in esame la questione assume carattere non piu' dialettico ma coercitivo. E l'Italia gia' e' testimone passivo e attivo di eventi riconducibili all'affermazione della violenza per la risoluzione di problematiche sia esse pubbliche che private. Dopo alcune minacce ricevute nel corso del mese corrente, due giorni fa il Procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, ha ricevuto un proiettile a lui indirizzato in busta chiusa in cui viene ulteriormente minacciato insieme alla sua famiglia, di conseguenze gravi se non provvede alla definitiva chiusura degli sbarchi di migranti presso i territori di sua competenza giurisdizionale. Ne da' notizia l'agenzia giornalistica ADN Kronos on line, di cui e' possibile prendere visione al seguente link: ADNKronos.
Il fenomeno preoccupa non poco, per diversi motivi. La malavita dichiara ufficialmente la sua presa di posizione politica, al fianco dell'elettorato che ha fortemente desiderato tali scelte. Preoccupa inoltre per le vicende gia' occorse nel nostro paese, in cui la violenza ha assunto la dimensione naturale per affermare i propri indirizzi. E preoccupa per tutti i possibili coinvolgimenti del nostro paese in dimensioni conflittuali con l'Europa democratica oppure in alleanze con qualche frangia euroscettica. Il sistema democratico erge a propria difesa e sicurezza la distribuzione dei poteri a garanzia di un equilibrio che non va assolutamente alterato. E l'attuale stato di crisi del CSM, come dell'ANM, per le note vicende di possibili infiltrazioni corruttive, non dovrebbe assolutamente destabilizzare l'intero impianto democratico, della cui fiducia e garanzia risponde direttamente il Presidente della Repubblica, nella sua doppia veste di Presidente del Paese e del CSM.                                                                          
Guidonia 11.06.2019 h. 16.03 Mario R. Zampella.

mercoledì 8 maggio 2019

IL PIFFERAIO MAGICO



C'era una volta un piccolo paese in cui inizio' a manifestarsi un fenomeno molto sgradito. Una piccola colonia di topi aveva deciso di stabilirsi in quel luogo e, poco a poco, per la proliferazione naturale, la colonia divenne una vera e propria popolazione di ratti. A quel punto, il Sindaco, insieme ai cittadini, dovettero affrontare il problema che man mano diveniva sempre piu' ingombrante. Uno fra i cittadini sostenne di conoscere un bravo pifferaio che aveva il potere di ipnotizzare i topi e quindi di convogliarli all'esterno del paesello. Si chiamo' subito il pifferaio ed egli con gran solerzia, inizio' a suonare le musiche piu' incantevoli mai sentite, al punto che, per davvero i topi uscirono dalle proprie tane e seguirono il pifferaio. Il problema pero' non era facile. Infatti da ogni angolo del paese uscivano quantita' di topi che nessuno avrebbe immaginato. Sicche' il pifferaio prese un viottolo che portava fuori dal paese e, trovandosi dietro un vero e proprio mare di animali, decise di condurli verso un precipizio non troppo distante da li'. Giunti alla meta, il pifferaio naturalmente evito' di cadere giu' per il dirupo, e cosi' fecero anche i topi. Continuo' quindi il suo cammino ed incontro' altri paesi ed altri topi e cosi' via, ancora paesi ed ancora topi, sino al punto in cui non sapeva piu' come difarsene. E fu cosi' che il pifferaio continuo' il suo cammino ininterrottamente per tutta la sua vita con una gigantesca schiera di ratti al suo seguito.
08 maggio 2019 Mario R. Zampella

lunedì 29 aprile 2019

GERONTOLOGIA.


     Come se il processo d'evoluzione delle civilta' vada cristallizandosi poco a poco, cosi' e' avvertita sempre piu' una nuova forma di intolleranza, quella che discrimina i vecchi, particolarmente sentita dalle generazioni piu' giovani. 
Il recente avvenimento a Manduria, in cui un pensionato e' rimasto vittima dei soprusi di una banda di ragazzetti, rappresenta il fenomeno che qui e la va sempre piu' affermandosi, se non nei fatti, soprattutto nell'immaginario giovanile e anche di eta' piu' avanzate. La sensazione principale si manifesta nel fatto che il lento incedere della vita sia fermo, producendo di fatto il congelamento della realta' e cosi', separando le nuove generazioni dalle vecchie, quasi fossero queste ultime, meri scarti di modelli vitali ormai obsoleti ed inutili. Cio' che inoltre contribuisce ad acuire le divisioni in esame, deriva sicuramente da un progresso tecnologico fuori controllo, che, nel nome del profitto, predilige e favorisce le menti scaltre rispetto a quelle piu' lente e ferraginose. L'esclusione di fatto dei vecchi dalla rivoluzione tecnologica risiede nel mancato rispetto della loro lentezza fisiologica, nel senso che ogni nuovo dispositivo realizzato non e' propriamente utilizzabile se non acquisite per intero le infinite istruzioni per l'uso, provocando cosi' l'erezione di un muro fra la generazione digitale e quella analogica. Il termine con cui viene definita tale forma di razzismo (ageism) e' stato coniato dal gerontologo Dr. Robert Butler, nel lontano 1969, ovvero 50 anni or sono, nel mezzo della civilta' statunitense. L'allarme non ben compreso in quel momento storico, ha assunto via via dimensioni piu' importanti, man mano che l'esclusione dei vecchi dai processi evolutivi dell'uomo si e' accentuata, considerandoli in tale attuale contesto, semplici avanzi generazionali da rottamare. E cosi' la memoria storica di frammenti o anche di pezzi importanti del nostro comune cammino, viene spietatamente calpestata, benche' l'essere vecchi, a volte, rappresenti l'arroccarsi alle proprie torri d'avorio senza alcuna concessione al dialogo ed al compromesso. Quel che le nuove leve stentano a comprendere si traduce nel fatto che il tempo scorre comunque, che un giorno o l'altro, con un po' di fortuna (o sfortuna), anch'essi si troveranno nell'area geriatrica a soffrire di qualche patologia senile o di qualche forma di rifiuto ad accettare nuove modernita'. E' il ciclo della vita, e il tempo non riserva sconti gratuiti, a meno che non si voglia seguire l'esempio di un noto brano dei WHO, in cui "hope I die before I get old" (spero di morire prime di invecchiare).
29 aprile 2019 Mario R. Zampella












venerdì 12 aprile 2019

IL GEMELLO NELLO SPAZIO.


Un articolo comparso su NYTimes on line, dell'11 aprile 2019, a firma di Karl Zimmer, riassume in breve i risultati ottenuti dall'esperimento condotto negli Stati Uniti, relativo alla differenza riscontrata nell'evoluzione biologica di due fratelli gemelli, di cui uno in permanenza nello spazio per oltre un anno.
L'esperimento richiama il famoso assunto teorico di Albert Einstein, secondo cui, un fratello gemello lanciato nello spazio a velocita' prossime a quelle luminali, tornerebbe sulla terra piu' giovane rispetto all'eta' del fratello, che possiede le stesse caratteristiche genetiche.
La teoria riferisce naturalmente alla Relativita' Speciale o Ristretta, la quale stabilisce che la velocita' rispetto allo stato stazionario, dilata e rallenta  il tempo, in via proporzionale, sino al raggiungimento della velocita' finita pari a 299792 Km al secondo, in cui il tempo si arresterebbe del tutto.
Ebbene, il Sig. Scott Kelly, come riferisce Zimmer, ha viaggiato in orbita per ben 340 giorni, durante i quali ha provveduto ad effettuare prelievi sanguigni e di urina. Ha testato i suoi riflessi con appositi videogiochi per misurar le sue capacita' di reazione e quant'altro fosse d'aiuto per compararlo agli identici test effettuati dal fratello Mark, che frattanto era sulla terra, ad attenderlo. Giovedi scorso, ben tre anni dopo il ritorno di Scott dallo spazio, si sono concluse le ricerche che hanno evidenziato talune mutazioni di base nelle cellule del viaggiatore spaziale, rispetto alle condizioni del fratello gemello Mark. 
Il DNA e' cambiato in alcune cellule, il suo sistema immunitario ha prodotto nuovi segnali di reazione ed il microbioma ha ospitato nuove forme batteriologiche. 
Molti dei cambiamenti registrati, sono tornati spontaneamente al loro stato naturale, una volta che Scott e' tornato a casa. Altri invece persistono. Ad esempio le mutazioni genetiche e un generico declino cognitivo. 
Gli studi effettuati sulle mutazioni genetiche hanno preso in esame quella sezione del filamento del DNA, denominato telomero, la cui lunghezza si divide in due ogni qualvolta una cellula si divide. 
Ma il suo deterioramento puo' essere causato anche da radiazioni, inquinamento ed altri fattori concomitanti esterni. Il fatto che piu' incuriosisce gli scienziati, e' che i telomeri di Scott hanno accusato un cambiamento, non diminuendo ma aumentando in lunghezza. Cio' va contro quanto accade normalmente, perche', a seconda della costituzione di ogni individuo, un precoce o ritardato invecchiamento, dipende dalla suddivisione di ogni cellula, quindi di ogni telomero che risiede nel cromosoma, sino al punto in cui la cellula non riesce piu' a suddividersi entrando in un processo di morte detto apoptosi.
Il risultato di cui in argomento, potrebbe essere stato causato da un buon esercizio fisico come anche da una buona alimentazione, sostiene la Dr. Susan  Bailey, biologa del cancro alla  Colorado State University, ma la permanenza in uno stato di assenza gravitazionale, potrebbe aver risvegliato popolazioni di cellule altrimenti sopite.
Piu' che allungare i telomeri del Sig. Scott, il suo viaggio ha permesso nuove produzioni di cellule, forse staminali, con telomeri nuovi di zecca.
Inoltre, vastita' di geni hanno incrementato la loro attivita' nello spazio, quando quelli del fratello Mark sulla terra sono rimasti in perfetta quiete.
Cio' potrebbe essere dovuto alla maggiore radioattivita' presente nello spazio rispetto alla terra, che e' pari a circa 48 volte, e quindi aver stimolato l'attivita' di geni deputati alla correzione di errori che si manifestano nel DNA, afferma Christopher Mason, genetista presso la Weill Cornell Medicine di New York.
Ma le mutazioni registrate potrebbero anche essere state prodotte dai tremiti quantistici. Una impercettibile vibrazione che dura frazioni infinitesimali di secondo, che colpisce le cellule e  in cui, nel processo standard di riproduzione cellulare, viene effettuata una copiatura errata di quell'istante fatidico in cui la cellula era differente a causa del tremito. 
Detto fenomeno, potrebbe essere molto accentuato in condizioni di assenza gravitazionale, e anche in presenza di maggiore radioattivita', tale da minare l'intera struttura nucleotidica, ed attivare il frenetico intervento dei geni preposti alle correzioni di errori possibili. 
L'intero esperimento, purtroppo, non sara' attendibile a livello scientifico, proprio per il rispetto dovuto al metodo scientifico che ne fissa parametri e limiti. Molti altri astronauti dovranno intraprendere tale percorso prima di poter trarre conclusioni definitive.
La velocita', come Einstein sosteneva, rende piu' giovani della staticita', ma purtroppo il cosmo non sembra, almeno per ora, essere un ambiente proprio consono alla vita degli esseri umani. E lo conferma anche un nostro Astronauta, Paolo Nespoli, il quale ha dichiarato, dopo una recente missione spaziale, di sentirsi invecchiato di almeno 10 anni, una volta sulla terra.
12 aprile 2019 - Mario R. Zampella

lunedì 8 aprile 2019

LA QUADRATURA FINALE.


          Sembra sia arrivata a conclusione definitiva il grande mistero che ha avvolto le viscere dell'Universo e coinvolto i piu' grandi scienziati, ricercatori e studiosi, circa la massa mancante entro i confini del nostro Universo. Dai calcoli risultanti in base alle forze gravitazionali presenti, non si riscontrava la materia visibile corrispondente. In sostanza, la differenza fra materia visibile ed i calcoli effettuati sulla base delle forze gravitazionali, avendo le quali e' possibile desumere il valore delle masse che si attraggono reciprocamente, costituiva la cosiddetta materia oscura, ossia non visibile. Il mistero ha impegnato per diversi anni la comunita' scientifica al fine di restituire un'identita' alla massa mancante, senza soluzioni. Da quando invece, si e' decisa la modifica del parametro a cui riferisce il sistema di pesi e misure, utilizzando la costante di massa di Planck (2,17645 x 10 ^-8), anziche' la scala comunemente utilizzata per misurare la massa che era riferita al chilogrammo, i conti sembrano tornare. Infatti, se sulla terra la variazione fra i due parametri e' pressoche' insignificante, in scala universale acquisisce valore rilevante, tale da compensare quel 25% di materia ritenuta invisibile e percio' detta oscura. Si tratta di comprendere ora quel 70% rimanente di energia oscura, che e' causa dell'espansione continua dell'Universo. Si trattera' forse di una centrale elettrica che opera illegalmente.
07 aprile 2019
(Asimmetrie - La Massa Mancante)