martedì 15 ottobre 2019

LA MEMORIA SCOMPARSA.



Gli Stati Uniti d'America di oggi non sono piu' gli stessi. Non sono quelli dell'11 settembre 2001, feriti al cuore e sostenuti da una platea internazionale indignata e sconvolta per gli accadimenti di quel giorno. Non sono piu' gli stessi che ottennero solidarieta' e commozione dal mondo intero, per un'azione vile e nefanda.  I tempi sono mutati. La memoria scompare a favore di un interesse personale egoistico al punto da provocare l'ennesimo conflitto ingiusto e forse conveniente a qualcuno.  La guerra dichiarata contro Al Queda e poi contro DAESH, che ha ricevuto consensi dal mondo intero, ora diviene una guerra babeliana ove le forze in conflitto si traducono in bracci di ferro di tutti contro tutti. L'impegno iniziale alla considerazione futura di un territorio da assegnare al popolo curdo, in cambio di un'alleanza comune contro la minaccia dell'IS, e' stato tradito meschinamente da una provocazione senza alcuna base logica, e tanto meno negoziale. Un popolo da tempo errante fra il triangolo IRAQ-SIRIA-Turchia, e' nuovamente costretto a difendersi, fuggire, morire, dopo l'apporto significativo donato alla causa comune contro l'IS. Un apporto insostituibile, che ha impegnato le milizie Curde in campo, faccia a faccia col nemico, risparmiando le vite troppo care degli eserciti occidentali. L'attuale attacco turco contro il popolo curdo e' stato innescato da una semplice provocazione del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che forse, un bel mattino, ha esternato considerazioni personali come se si trattasse di discutere sulla metereologia del giorno. Politiche disastrose, senza senno alcuno, che alimentano divisioni e morte. Putroppo la memoria e' troppo corta e gli interessi economici prevalgono quasi sempre sulle logiche umanitarie. E' tardi per passi indietro, come e' tardi per tamponare ferite in cui, un padre-padrone, di tanto in tanto ama infilarci il dito.
Mario R. Zampella.



















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