sabato 7 maggio 2011

Mare Proibito

Profetica l’imitazione di Giulio Tremonti ben interpretata da Corrado Guzzanti, sulle possibilita’ di far cassa vendendo la Sardegna. Ci siamo, il decreto “sottosviluppo” ha disposto la concessione di spiagge demaniali a imprese gestrici per un periodo massimo di novant’anni, oltretutto rinnovabili. Privatizzazione a tutti gli effetti, con effetto graduale, perche’ tutti i beni demaniali venivano gia’ affidati alla gestione degli enti locali, al fine di renderli remunerativi. L’iniziativa e’ in contrasto con le norme  comunitarie che ritengono troppo elevato il periodo di concessione parificandolo di fatto ad un vero e proprio regalo agli speculatori edilizi. Gli ambientalisti insorgono a giusta ragione. Gia’ in precedenza era alquanto problematico accedere alle spiagge, quelle affidate ai gestori di cabine e noleggio degli accessori, figuriamoci ora. Ogni impresa titolare di concesssione si sentira’ maggiormente legittimata a precludere l’ingresso a bagnanti dell’ultim’ora con chiaro
decremento del turismo nazionale ed estero. I beni demaniali per loro natura appartengono alla collettivita’ che ne beneficiano con le limitazioni imposte dalle autorita’ locali per gravi e giustificate ragioni oggettive legate alla sicurezza. Con l’ultima strategia di profitto, i turisti che non intendono sottostare al ricatto economico, saranno costretti a rinunciare al mare o quanto meno a volare sugli stabilimenti balneari per concedersi una pausa rinfrescante nelle accoglienti acque italiane. Il tutto all’insegna dello sviluppo economico che ne giustifica l’ iniziativa in ragione delle maggiori entrate e dell’incremento di occupazione. Semmai dovrebbe agire da volano economico esattamente la concezione inversa, cioe’ rendere fruibili e confortevoli i luoghi incantevoli della penisola all’intera comunita’, che abbia in piu’ la facolta’ di godere dei servizi privati, quali punti di ristorazione, accessori da bagno, strutture minimali che rendono il tutto piu’ gradevole. La politica in corso penalizza sempre piu’ i meno abbienti ritenendo il tempo destinato al relax un lusso per pochi, senza comprendere che ogni salita ha la sua discesa e che ogni sacrificio compiuto per se’ e per il Paese merita la ricompensa adeguata anche nel riposo e nella soddisfazione di semplici bisogni, quali un bagno al mare.
Fiumicino, 7 maggio 2011 h.5.54 am. Mario R. Zampella










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