lunedì 9 maggio 2011

Per i Magistrati Caduti

Nove maggio, giorno della memoria dedicato ai magistrati caduti per mano terroristica o mafiosa, ed il Presidente Napolitano, nella sua duplice funzione di Capo dello Stato e Presidente del CSM, invita ancora ad un clima di precipua collaborazione evitando conflitti che innescherebbero reazioni a catena incontrollabili causando la rottura della legalita’.
Legalita’ di recente a rischio di esistenza, per la grave offesa alla magistratura dai manifesti di Lassini, e per il rimpasto che ha visto la nomina di nuovi sottosegretari in Parlamento senza la verifica dell’aula. Con esemplare equilibrio, Napolitano pone l’accento sul tema delicatissimo che pertiene l’assetto democratico del paese, laddove nel nome di una liberta’ poco rispettosa delle regole che garantiscono la vera liberta’, ci si muove come elefanti in teche di cristalli. E’ il caso del pensionato Vincenzo Michelini a destare scandalo, per le sue proteste reiterate contro la politica berlusconiana e per questo, al comizio tenutosi al Palasharp di Milano per la prossima sfida elettorale alla candidatura di Sindaco di Milano, allontanato in malo modo e persino preso a calci dai gorilla di Stato del Premier. E cade a fagiolo l’articolo dello scrittore, storico e giornalista Pantaleone Sergi pubblicato su l’Unita’ del 7 maggio, relativo alla inedita direttiva di Mussolini del dicembre 1926 in cui dispone ai neo prefetti l’ordine di sparare su chiunque protesti: “Vi devo dire parole chiare e precise, l’ordine pubblico deve essere mantenuto a qualunque costo, anche a costo di far fuoco sopra chi lo turbasse”, frase tratta dall’archivio di Stato della citta’ di Matera.
Nove maggio, ricorrenza in cui nel 1978, fu ritrovato il corpo senza vita di Aldo Moro, vittima della violenza fascista rossa, le BR che oggi occuperebbero la magistratura di Milano, ma a ben vedere il caso dell’estromissione da Consigliere del CSM di Matteo Brigandi’, per abuso d’ufficio, nella vicenda in cui trasmise atti riservati relativi al PM di Milano, Ilda Boccassini, ad Anna Maria Greco, cronista de’ Il Giornale, per infangarne la reputazione, dimostra esattamente l’opposto. Il grande statista fu sacrificato allora alle ragioni di Stato ma non fu la sua grande statura ad offuscare la notizia del ritrovamento del cadavere di Peppino Impastato, nello stesso giorno di 33 anni fa, per sei mesi ritenuto, a torto, il sobillatore del paese in cui viveva e l’attentatore alla linea ferroviaria su cui l’esplosione di un ordigno lo dilanio’ tragicamente. Egli semplicemente e coraggiosamente combatteva la propria famiglia mafiosa.
E’ quindi un clima di grande compenetrazione che caratterizza questo giorno, rinnovando cio’ che il Procuratore Borsellino ripeteva di continuo, sul tema della paura, del ricatto che si usa adoperare sulla paura, perche’ chi ha paura muore ogni giorno un po’, a differenza di chi vive appieno e muore una volta sola.
Fiumicino 9 maggio 2011, h- 4.26 a.m. Mario R. Zampella









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