mercoledì 1 giugno 2011

L'Italia Senza Cervello

La chiamano la sberla, ma a ben vedere si tratta di un vero e prorpio calcio in culo, il risultato definitivo delle amministrative tenutesi in quest’ultima domenica e lunedi di maggio. L’Italia si e’ confermata essere il popolo dei coglioni, dei senza cervello, di coloro che preferiscono il garantismo delle minoranze e degli emarginati piuttosto che asservire le logiche oligarchiche degli attuali governanti. Tutti contro Berlusconi, Corte Costituzionale, banche, imprenditori, operai, tutti contro il conclamato stile furbesco e malandrino di cui ancora si e’ oggetto di manipolazione e strumentalizzazione. L’arte del mischiare le carte in tavola e’ in via di estinzione, la gente ha maturato la profonda convinzione che lo Stato non si configura quale carrozzone carnevalesco in cui sfilano vallette e modelli di scarsissima entita’ intellettuale, ed i voti di Napoli e Milano sono la smaccata dimostrazione che il Paese necessita di persone serie e determinate per la sua 
gestione sociale e  contabile. Tutte le proteste a cui abbiamo assistito, la Vynils all’Asinara, la Fincantieri, gli studenti di tutte le scuole, gli insegnanti, la Polizia, la Confindustria, la Fiat, la Chiesa e cosi’ via, hanno sottolineato la grave inefficienza dell’attuale establishement governamentale, preoccupato esclusivamente dei propri interessi personali ormai da troppo tempo, lasciando l’Italia nella grave crisi socio-economica in cui si trova. Tuttavia, nessuno di loro e’ disposto a retrocedere per la verifica politica della legittimita’. Si preferisce l’ormai consolidato mercato del compra e vendi parlamentare e cosi’ tocchera’ resistere alla visione di questi volti, ormai consunti dall’uso incontinente di arroganza e  presunzione, lividi di rancore e vendetta, gia’ in combutta per le prossime sporche manovre volte all’acquisizione di consenso, almeno fino al 2013, sempre che qualche paese arabo non ci attacchi, in quel caso saremo in guerra e non piu’ in missione umanitaria (come ufficialmente viene operata la distinzione) e pertanto, in base alla Costituzione, il Governo in carica, sara’ legittimato a restarvi senza limiti di tempo, sino a conclusione del conflitto. La prospettiva non e’ delle migliori, anzi, ha l’alito pesante di cui gli italiani hanno gia’ assaporato l’amarezza, pur indossando una scarpa con due piedi. Qualcuno ha detto: “Se fai un errore, ripetilo”, non era sufficiente ?
Fiumicino 31 maggio 2011 h. 12.24 am. Mario R. Zampella














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