martedì 11 ottobre 2011

Confessionale Italia

Ci risiamo, il Governo si accinge a varare l'ennesimo perdono per reati di natura fiscale e, come li definiscono, piccoli abusi edilizi. E' oramai un trend consolidato, tanto da aspettarsi il suo inserimento nel Documento di Programmazione Finanziaria ed Economica annuale, quale voce contabile fissa, atta alla raccolta forfetaria della materia imponibile evasa, con grande agevolazione, sperequativa nei confronti di chi ha una coscienza sociale sensibile in virtu' della quale assolve alle proprie incombenze tributarie e dei lavoratori dipendenti.  E' una vecchia piaga, un rimedio alle scarse entrate nei periodi di crisi, ma anche un escamotage per la raccolta di voti in prossimita' delle scadenze elettorali. Si raschia il fondo come si puo', senza vergogna, senza lontanamente pensare che chi osserva in maniera puntuale la legge, forse avrebbe diritto ad un premio piu' consistente, anziche' veder vanificare i propri sforzi a favore di chi, a conti fatti, rischia poco o nulla, evadendo per due, tre o quattro anni, in attesa del prossimo perdono. E' altresi' vanificata l'attivita' di controllo e organizzazione investigativa, l'Agenzia delle Entrate diviene il confessionale del terzo millennio, dove e' possibile lavare la coscienza utilizzando la lavatrice finanziaria  con cui lo Stato rende possibile l'assolvimento ai propri peccati fiscali, con qualche preghierina di comodo. A cio' si aggiunge il perdono degli abusi edilizi, anch'esso piu' volte utilizzato  per venire incontro a chi non ha mai rispettato i piani regolatori territoriali, ma a quanto si prevede, questa volta il condono dovrebbe interessare quella platea di proprietari che avrebbero ignorato le regole per piccole violazioni, sanando la posizione irregolare con pochi spiccioli. Altri paesi europei e non, ricorrono all'istituto del condono quale evento eccezionale dovuto solitamente a crisi economiche di grande entita', con la autoconsapevolezza di ricorrere ad un rimedio che risolve ben poco nei buchi di bilancio statale, poiche' l'evasione oltre a  non risultare conveniente, essendo penalizzata in via aspra e determinata con strumenti sofisticati, non rientra nella cultura sociale che caratterizza quell'economia. Solo di recente in Italia assistiamo a campagne pubblicitarie che facendo leva sulla morale individuale, spingerebbero gli evasori al senso di colpa verso coloro che le tasse le pagano. Era paventata persino la diffusione pubblica di tutte le  dichiarazioni dei redditi,  in via tale da creare conflitti popolari fra chi paga e chi non paga le tasse,  ma le norme di tutela sulla privacy hanno posto limiti oggettivi a simili procedure.  Eppure l'ammontare annuale del sommerso sfiora cifre triple o quadruple di quanto al contrario viene dichiarato, e lo strumento della lotta all'evasione e' sempre apparso ridicolo e inadeguato, non in linea con i progressi tecnologici ed informatici, non efficiente per l'eccessiva proliferazione legislativa che determina cambiamenti a cadenza semestrale senza apportare  benefici sostanziali, se non quelli "ad personam". Insomma, ogni perdono fiscale, diminuisce la credibilita' dell'imposizione stessa e naturalmente delle norme costituzionali e di tutto l'impianto giuridico che la prevedono, svilendo di fatto l'attendibilita'  dell'immagine all'estero, con conseguenti declassamenti da parte delle agenzie di rating,  penalizzanti non poco per gli investimenti dall'estero. 
Bologna 11 ottobre 2011 h. 3.40 pm. Mario R. Zampella








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