I vescovi tedeschi approvano l’uso della pillola abortiva del giorno dopo, ma
solo nei casi particolari in cui la donna sia stata oggetto di violenza sessuale
ed escludendo ogni altro tipo di intervento che riguarda l’interruzione di
gravidanza, ovvero la soppressione di ovuli gia’ fecondati. Cosi’ si esprime
la CEI in Germania, in uno dei momenti piu’ illuminati che la Chiesa affronta
nel corso di questo terzo millennio. Parrebbe una concessione di grande apertura
mentale, di vedute tutto sommato al passo con i tempi, ma in pratica restano troppe
le problematiche da affrontare per una Chiesa che vuole apparire moderna nel
contesto futurista gia’ in atto. L’utilizzo dei contraccettivi, ad esempio, rimane
confinato nel tabu’ del pregiudizio, persino quando il suo sdoganamento potrebbe
di molto ridurre i rischi legati alla trasmissione di malattie infettive e quindi migliorare
il grado di benessere generale. Il progresso in seno alle religioni, marcia purtroppo
con velocita’ troppo inferiori al reale sviluppo mentale collettivo, e non c’e’ competizione
ne’ nuovi campi da arare, in virtu’ di un atteggiamento ancorato agli stili medievali
della storia. E’ proprio questo che facilita l’insorgenza della crisi spirituale in funzione
di una piu’ o meno ipocrita adesione a questa o quella religione. Forse Joseph Ratzinger
lo hacapito bene.
Guidonia, 22 febbraio 2013 h. 09.14 am. Mario R. Zampella
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