La triste vicenda che ha visto il neo assessore al turismo ed allo spettacolo della
Regione Sicilia, Franco Battiato reo di aver denunciato, con parole spietate, il
mercato schiavista che imperava al Parlamento nella legislatura precedente
l’era Monti, lo ha condannato al pubblico ludibrio, essendo egli stesso parte
delle istituzioni teste’ incriminate.
Certamente il linguaggio autentico di chi non conosce mezze misure, quale quello
di un artista che solitamente e’ uso alla sincerita’, non e’ stato uno dei migliori
biglietti da visita presso il Parlamento Europeo, peraltro del tutto informato su
come andavano le cose qui in Italia.
Cio’ che ha soprattutto esposto l’assessore alla condanna unanime delle forze
politiche e dei poteri istituzionali, e’ stato il non rispetto della forma, che in
democrazia risulta essere componente importante oltre al contenuto. Battiato
ha dipinto il luogo che piu’ di ogni altro rappresenta l’intera popolazione italiana
e le sue rappresentanze istituzionali, il Parlamento, quale casa d’appuntamenti
equivoci, oramai da tanto tempo legalmente non riconosciuti, in seguito alla legge
Merlin. Eppure, la maggioranza che a suo tempo occupava gli scranni di potere,
rappresentava ugualmente un elettorato che ha espresso scelte ben precise. Una
maggioranza capeggiata da colui che oggi e’ sotto processo per sfruttamento e
favoreggiamento della prostituzione minorile. E il teorema appare chiaro. L’allora
fetta piu’ importante di elettori italiani, esprimeva il proprio consenso per
l’affrancamento di un potere occulto ma tutt’ora esistente. Esprimeva la propria
volonta’ all’emersione di quella parte di sistema illegale, forse il piu’ potente,
attraverso l’operato di un partito che spesso ha dovuto confrontarsi con la
magistratura per questioni di compravendita elettorale, benefits illegali e
mercimonio. Lo sdegno suscitato oggi dalle parole di Battiato, come egli stesso
ha tenuto a precisare col senno di poi, e’ dipeso dalla mutata compagine parlamentare,
non oggetto di discussione da parte sua. Chiarificazione tardiva, pena l’estromissione
dal suo ruolo politico, come il Governatore Crocetta ha disposto. Una breve
esperienza, sufficiente a rendere l’idea al cantautore italiano di quante e quali
siano le ipocrisie e le storture che serpeggiano nel “Bel Paese”.
Torino 27 marzo 2013 h. 3.02 pm. Mario R. Zampella
Nessun commento:
Posta un commento