martedì 5 marzo 2013

Mercati in Bianco e Nero

L’Europa marcia sul binario sbagliato. E’ Paul Krugman a sostenere che la politica 
dell’austerita’ posta in essere non puo’ altro che irrigidire gli scambi commerciali, 
ponendo i mercati in sofferenza e penalizzando infine l’intero apparato economico 
di ogni nazione. L’espansione dei flussi monetari, al contrario, conferirebbe l’ossigeno
necessario ad una, seppur lieve, ripresa economica, o al massimo, alla tenuta delle 
posizioni raggiunte, senza retrocedere. Non la pensa cosi’ il governo degli Stati Uniti, 
che di recente ha imposto a Barack Obama la firma al decreto sui tagli della spesa 
pubblica per 85 miliardi di dollari. Quindi non solo l’Europa adotta gli stessi principi
di rigore economico, e la crisi in atto potrebbe determinare la chiusura a riccio di ogni
economia mondiale con relative ripercussioni derivanti dall’autoisolamento. Ma il 
problema centrale non risiede, aggiungo io, nello scarso o addirittura nullo flusso 
finanziario ufficiale. Esso si manifesta infatti in virtu’ delle fonti ufficiali che lo 
accreditano di volta in volta sulla base degli scambi certificati. Cio’ che sfugge al
loro controllo si palesa quale mercato nero, mai citato se non nelle politiche di lotta
all’evasione ed alle attivita’ illegali. Esso rappresenta una fetta sostanziale dell’economia
mondiale, non certificata, ma egualmente significativa, tenuto conto del tenore di vita
condotto da taluni operatori, non pochi, che non accusano mai crisi. Tagliare la spesa
pubblica rappresenta l’ultimo atto di una serie di provvedimenti principali che hanno 
priorita’ nel riassetto di un’economia in evidente deficit. Stringere la cinghia rappresenta
l’ultima necessita’, dopo aver esperito il percorso indispensabile dell’agevolazione
all’emersione di tutto cio’ che rimane in ombra. Il mondo e’ molto piu’ ricco di quanto
sembri.
Guidonia, 04 marzo 2013 h. 10.03 am. Mario R. Zampella









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