Sembrerebbe necessario uno di quei corsi serali di aggiornamento, sui
fondamenti che hanno caratterizzato il periodo della liberazione italiana dal
fascismo. Un corso che rinfreschi la memoria, che ritocchi tappa dopo tappa le
nefandezze perpetrate e che instilli a chi ha assoluta necessita' di
"ricordare", malgrado tanto si sia fatto e speso, la giusta dimensione del disgusto verso quel
tipo di esperienza. Ripartendo dal vocabolo, "antifascismo", dalla
sua pronuncia sino alla sua scrittura, "a-n-t-i-f-a-s-c-i-s-m-o",
magari per cento, mille, diecimila volte, come un tempo si faceva a scuola. E
poi ancora, imparare ad urlarlo, senza paure vigliacche o inibizioni che paiono
quali false aperture all'elettorato appena entrato nell'area del voto. Forza, "A-N-T-I-F-A-S-C-I-S-M-O",
a voce alta, perche' se ne possa udire l'eco a distanze elevate, perche' il
concetto permei per bene i corpi della gente, sino all'assimilazione di base
nelle strutture del DNA. I bambini di qualche decennio fa sanno bene come un
concetto si fissava indelebilmente nella memoria, eppure ancor oggi, a qualche
adulto, ne sfugge clamorosamente il senso profondo, al punto da evitare di
persino di pronunciare quella parola. Valga lo stesso corso di recupero per un
altro termine, non politico e ideologico, ma che pure incontra difficolta'
nell'essere affermato. Da bravi, tutti insieme, ad alta voce:
"A-N-T-I-M-A-F-I-A" e "A-N-T-I-F-A-S-C-I-S-M-O". Ora
scrivere per mille volte: "IO SONO UN ANTIMAFIOSO ED UN ANTIFASCISTA."
Guidonia, 18 gennaio, 2013 h. 06.12 am. Mario R. Zampella
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