mercoledì 14 marzo 2012

Zichichi, I Fotoni, I Neutrini e lo Scoop.

Sul sito de “La Stampa” e’ apparso ieri 13 marzo, un articolo di Piero Bianucci, che richiama un
argomento bollente in tema di frode e correttezza deontologica, nel caso in esame, in ambito scientifico. Si, poiche’ domenica 11 marzo Il Sole 24 Ore ha pubblicato nel suo supplemento culturale, un intervento di Fernando Ferrone, Presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, col quale pone in seria discussione tutta la questione relativa all’esperimento “Opera” di Antonio Ereditato, in termini squisitamente comunicativi, a prescindere dall’errore scientifico registrato e tempestivamente rettificato. Lo scoop informativo emerse dalle pagine de “Il Giornale”, di cui oggi ogni traccia e’ irreperibile, (cliccando il link seguente se ne puo’ avere conoscenza:
La scoperta che mette in crisi Einstein) dal quale si apprendeva che il Prof. Antonino Zichichi portava a conoscenza della redazione l’importante risultato ottenuto dal “suo” progetto “Opera”, cioe’ che i neutrini avrebbero viaggiato 6 Km al secondo piu’ veloci dei fotoni. Come Ferroni afferma, la storia della Scienza e’ colma di errori, che rappresentano il sale stesso del metodo scientifico, ma in termini assoluti, questa vicenda registra per la prima volta il pasteggio dell’informazione a disposizione del pubblico ludibrio. Ogni precedente costituiva occasione importante per la crescita culturale collettiva della comunita’ scientifica e la massa partecipava alla conoscenza di nuove scoperte solo alla certezza incontrovertibile dei risultati, anche se qualche Nobel non e’ stato sempre meritato (quello di Einstein sarebbe toccato alla moglie Mileva Maric). Questa volta, invece, essendo apparsa la notizia in anteprima su “Il Giornale”, l’equipe di Opera non ha potuto fare a meno di confermare quei dati, col beneficio di inventario. 
Ma i neutrini, a rigor di logica, avrebbero mai potuto superare la velocita’ della luce ? Stando alla teoria della relativita’ speciale no, in quanto dotati di massa, e la teoria appunto spiega che massa e tempo si dilatano ovvero assumono proporzioni sempre piu’ elevate quanto piu’ ci si avvicina al muro della luce, quindi i neutrini superando, seppur di poco quel limite, avrebbero costituito il punto di partenza per la riscrittura ex novo di una nuova teoria, in cui sarebbe stato scardinato il limite insuperabile della velocita’ della luce, e con esso le equazioni relative al tempo, alle lunghezze ed alla massa. Le nuove frontiere della quantistica, pero’, entrano in conflitto dichiarato con la Relativita’ Speciale, in quanto, in seguito all’esperimento di Alain Aspect e John Bell, hanno appurato l’esistenza di un intrinseco legame fra particelle di luce che le porrebbe in relazione tale da essere intercomunicanti simultaneamente anche a distanza di milioni di chilometri, le particelle quindi non avrebbero alcun limite di sorta nella velocita’ di comunicazione reciproca, anzi. Ma meccanica classica e quantistica ancora attendono di essere unificate in un’unica elegante teoria, e la questione, a differenza del passato, in cui la ricerca rappresentava l’esclusivo disinteressato impegno scientifico, oggi appare essere strumento al servizio di molte e non meglio accreditate entita’, in cerca soprattutto di un “copyright” d’eccezione e di fama immeritata.
Bologna 13 marzo 2012 h. 9.10 pm. Mario R. Zampella












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