domenica 25 marzo 2012

La Democrazia e' Partecipazione

Avrebbe l’identikit di un referendum nazionale, la nuova iniziativa del Ministero della Pubblica Istruzione, che consiste in un’indagine che ha il vago sapore di marketing applicato, ma in
definitiva risulta la misura del riflesso popolare circa le nuove proposte legislative. Sul sito del Ministero, compare il nuovo link dedicato a chiunque voglia partecipare attivamente alla discussione riguardo l’attuale valore, legale e non, dei diplomi di scuola secondaria e universitari, viste le notevoli disparita’ di valutazione degli stessi, in relazione agli atenei, ai docenti, alla preparazione media degli studenti e al territorio, insomma a quel coacervo di concause che contribuiscono a differenziare il valore estrinseco del tanto agognato “pezzo di carta”. Esulando dalle considerazioni prettamente legate al tema dell’istruzione, e’ importante stabilire se l’iniziativa costituisce un momento importante per la maturazione del dialogo fra Stato e cittadini, oppure se la stessa contribuisce solamente ad un incremento d’entropia in campo istituzionale. Il Sindaco Bloomberg ha lamentato, giorni or sono, l’incessante cinguettio proveniente dai social network, dai quali quotidianamente emerge l’umore della cittadinanza in riferimento alle disposizioni varate dalla giunta comunale. Egli ha definito il fenomeno come un “referendum quotidiano” impossibile da
monitorare, fonte di confusione e manipolazioni concordate. E’ vero, le acque agitate del WEB, nell’ambito dei nuovi mezzi di socializzazione, risultano spesso impraticabili, benche’ a volte producano effetti concomitanti tesi alla rivendicazione di diritti inalienabili. L’iniziativa italiana si pone pero’ in un area abbastanza neutra, in cui, con la serenita’ dovuta, i cittadini esprimono il proprio giudizio scevro da qualsivoglia influenza limitrofa. Qualche tempo fa, per esempio e’ stata accolta la proposta di un pensionato consistente nel porre la data di scadenza dei documenti identificativi nel giorno del compleanno, ed e’ stata varata con entusiasmo. Quindi, sebbene possano ravvisarsi possibili secondari scopi in relazione al controllo del pensiero individuale, tutto sommato, in virtu’ delle garanzie che la democrazia dovrebbe tutelare, detto modello di consultazione appare accettabile, per l’incremento della partecipazione popolare al lavoro istituzionale, per le prevenzioni che possono attuarsi in riferimento a dettagli non considerati per difetto, ed infine, per una piu’ coinvolgente politica in cui si vede il cittadino protagonista.
Come Gaber cantava “La democrazia e’ partecipazione”.
Bologna 24 marzo 2012 h. 6.54 pm. Mario R. Zampella











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