venerdì 23 marzo 2012

Fotoni Leggibili Anche Fuori Campo

Viene concretizzandosi la possibilita’ di osservare oggetti e contesti posti fuori dalla scena che si prospetta alla nostra visione. Al M.I.T. di Cambridge, e’ stata messa a punto, almeno in fase embrionale, una telecamera superveloce, in grado di catturare brandelli di luce dispersi, provenienti da ambienti che non sottostanno alla suo obiettivo. Il principio su cui l’esperimento e’ stato condotto, si basa sulla prerogativa di cui i fotoni sono depositari, essi sono portatori di informazioni, ed e’ grazie a loro che risulta possibile osservare tutto cio’ che appare nel nostro campo visivo, anche oltre la limitata scena terrestre, seppure col debito ritardo dovuto alla loro velocita’ finita. L’esperimento consiste nel porre una speciale telecamera, la cui velocita’ di ripresa e’ sincronizzata in rapporto alla velocita’ della luce, oltre un ostacolo che inibisce la visione di una scena determinata, ed effettuando la ripresa, le immagini restituirebbero la percezione di quanto risulta nascosto dallo stesso ostacolo. Le “Lenti Gravitazionali”, e’ quell’effetto particolare studiato da Einstein ed Eddington, in cui i raggi di luce tangenti una massa che oscura la stella sorgente di luce vengono deviati permettendone cosi’ la loro lettura seppure la stella risulti nascosta. L’esperimento di Einstein costituiva la base per l’elaborazione della seconda teoria della relativita’, quella generale, che incluse il fenomeno gravitazionale non contemplato in quella speciale. 
Circola una leggenda in proposito alla lettura delle informazioni contenute nei fotoni la cui attendibilita’ e’ discutibile seppure il principio teorico sarebbe in linea con i fondamenti della fisica. Si tratta del “Cronovisore”, un apparecchio che sarebbe in grado di catturare informazioni contenute nei fotoni vaganti, relative al passato. La macchina, come spiega Daniela Ghio, in un suo articolo del “Gazzettino” del 03 agosto 2002, e’ stata creata da Padre Pellegrino Ernetti, ma per la sua pericolosita’ sociale, sarebbe stata sigillata e messa in custodia in qualche ambiente del Vaticano. Analogamente viene sfruttata anche la radiazione cosmica di fondo, il suono scoperto da Arno Penzias e Bob Wilson, proveniente dalla singolarita’ che diede vita all’universo, per ottenere ulteriori e piu’ dettagliate informazioni circa le sue origini e la velocita’ della galassie che lo compongono. La storia dell’universo viene letta sulla base di questi principi, secondo cui luce e suono sono energie che non si distruggono e la loro interpretazione costituisce il grande patrimonio informativo di cui l’essere umano dispone, per azzardare il mistero ancora racchiuso nel “Big Bang”, illeggibile per il principio di indeterminazione che lo distingue.
Bologna 23 marzo 2012 h. 10.08 am. Mario R. Zampella










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