La Cina non e' la Libia, nessuno assume la responsabilita’ politica e civile di sollevare la
questione tibetana al rango di emergenza, mentre i monaci continuano la loro personale ed isolata protesta, immolandosi a fasi alterne, per la liberta’ del Tibet ed il ritorno del Dalai Lama.
Le informazioni da quei luoghi sono come sempre frammentarie e chiunque tenti di infrangere il muro della censura, rischia con la propria pelle; numerosi i giornalisti bloccati e rispediti nel proprio paese, se tutto va bene. Le autorita’ cinesi le definiscono faccende interne di cui i paesi internazionali non hanno titolo per intervenire, e di fatto nessuno interviene, se non poche associazioni che difendono i diritti del Tibet.
Bologna 06 febbraio 2012 h. 3.10 pm Mario R. Zampella
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