giovedì 16 febbraio 2012

La Nuova Fede, I Nuovi Sacerdoti.

E’ interessante l’editoriale di Giorgio Agamben su Repubblica di oggi 16 febbraio, in riferimento alla nuova religione in auge con le politiche capitalistiche della finanza. Egli prende spunto dal termine “fede”, comune anche al mondo finanziario in quanto riconoscimento della fiducia o del credito a cui ognuno potrebbe ambire, cedendo alla tentazione del consumo. E gia’, il consumo diviene veicolo divinatorio del denaro, ed il mercato, individuati i punti nevralgici della fede in ambito religioso, anticipa i termini, promettendo in tempi brevi cio’ che generalmente le religioni concedono, con beneficio d’inventario, a morte avvenuta. La fede assume significato diverso, ed e’ il materialismo stesso a convalidare la convenienza di una fede “toutcourt”, spicciola e al portatore, senza molte condizioni e requisiti esistenziali, una fede aperta al consumo ed ai tempi moderni, pronta al perdono di piccole trasgressioni ma implacabile giudice imparziale verso i peccatori piu’ irriducibili, generalmente piccole tessere di un piu’ ampio mosaico, in cui i veri responsabili non pagano mai pegno per gli errori commessi. La responsabilita’ e’ la misura di un onere definito da differenti codici deontologici per cui ogni ruolo, nel contesto socio-economico, e’ gravato dell’impegno radicale a porre rimedio in ogni circostanza dannosa, e cio’ riguarda sia i fedeli che i sacerdoti, della finanza, naturalmente.
Bologna, 16 febbraio 2012 h. 3.27 pm. Mario R. Zampella










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