lunedì 18 aprile 2011

La Deriva Fascista

La deriva fascista, il recente affondo di Berlusconi alla magistratura con tanto di manifesti in offesa alla memoria di chi ha davvero combattuto in prima linea per la difesa dello Stato democratico. “Via le BR dalle Procure”. I ruoli si invertono. Silvio Berlusconi affanna il suo diritto a non essere giudicato, Mantovani lo sostiene, ed urla e strepita, lanciando accuse agli insegnanti, di cui il 70% sarebbe di sinistra, in realta’ solo il 30% lo e’, esalta la famiglia quale nucleo modello della societa’ italiana, razzolando male, a sentir le cronache, ed ammette palesemente di aver legiferato per propri interessi personali, reato previsto dal noctro Codice di legge. A vederlo sembra in preda ad una convulsione schizofrenica, come fosse sul ring a combattere contro l’aria, solo, sempre piu’ ululante e disperato, vittima sacrificale per il censimento nazionale, come un bimbo capriccioso con eccellente pedigree e relativo complesso edipico, carenze affettive mai colmate dalle cagnette di turno. Viziato e vezzeggiato all’estremo, e’ incapace di accettare qualsiasi punizione per le sue malefatte, sbatte i piedi a terra, l’ingiustizia della giustizia, il giudizio di un Premier. Irriducibile nel suo orgoglio e potere, Berlusconi tenta di sottrarsi come puo’ al dovere della Magistratura cattiva, quella che vuole condannarlo, elogiando quella buona, che l’ha assolto per alcune delle imputazioni a suo carico. Il suo concetto di liberta’ si ispira alle innate pulsioni animali a cui ogni cittadino rinuncia per quanto puo’, in cambio di una vita socialecomoda e gratificante. L’ultima sua promessa concerne l’indirizzo legislativo futuro a completo favore del popolo. Come dire che fin’ora abbia occupato la carica di massimo potere in Italia solo per se, ma da qui in avanti la sua maggior preoccupazione sara’ il Paese. Una preghiera occulta, che sgorga dal calo di consenso e dall’immagine ridicola che si offre dell’Italia all’estero. Due piedi in una scarpa, quando le poste in gioco sono alte, e le bombe non si vogliono sganciare, forse per l’amicizia con Gheddafi, forse per difendere il Paese, forse perche’ la scarpa, l’unica, e’ anche stretta. Quindi, come due coniugi giunti al capolinea, si discute della possibilita’ di separarsi dall’UE, avanposto di civilta’ conquistato a fatica. Se siamo ancora in piedi lo dobbiamo all’Unione. Eccolo ancora, saltella sul ring come un giovincello, e’ solo, patetico, penoso, ripete costante la lagna consolidata, ha lo sguardo vitreo, si accorge della platea che muta lo osserva incuriosita da tale fenomeno (da baraccone) ……. eh si Mr. Berlusconi, l’incapacita’ di intendere e di volere, esonera da qualsiasi giudizio, potrebbe giocarla questa carta.
Fiumicino 18 aprile 2011 h. 02.21 am. Mario R. Zampella













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