lunedì 4 aprile 2011

Aspettando Godot

Domenica 3 aprile Piero Grasso, Procuratore Nazionale della Commissione Antimafia, ha partecipato a “Che tempo che fa” di Fabio Fazio, riepilogando quali siano i punti nevralgici del nostro paese rispetto al fenomeno mafioso, i successi, le perdite, le strategie e, cosa essenziale, l’individuazione della camaleontica struttura criminale che ormai ha contaminato il mondo intero. Gia’ nel suo “La mafia invisibile” egli espose le caratteristiche mutevoli del fenomeno tant’e’ che il sistema tentacolare infesta quasi tutti i settori economici e di potere in veste moderna ed insospettabile al punto da renderlo invisibile. Non solo, anche le ritorsioni poste in essere dalla piovra risultano essere di ignota matrice e apparire persino di natura metafisica. Insomma un conflitto e’ tale per l’esistenza di due o piu’ contendenti che si contrastano a vicenda, ma la situazione attuale vede attore della scena unicamente uno Stato che “brancola nel buio” per le difficolta’ oggettive nell’individuazione di un male che apparentemente non esiste. E’ emblematica la frase “la mafia non esiste”.
L’evoluzione dei tempi ha snaturato la tradizionale e provinciale organizzazione malavitosa mutandola in un complesso e ultra moderno sistema criminale che utilizza sofisticati mezzi tecnologici e acute intelligenze contro cui la lotta risulta essere impari. Le recenti proteste dei rappresentanti delle Forze dell’Ordine erano tese a migliori condizioni di vita ed anche di lavoro. I successi riscontrati sul campo hanno registrato la sconfitta di quelle realta’ legate ancora alla struttura della “famiglia” e che operano in ambienti del tutto accessibili alle indagini della magistratura e dei corpi di polizia. Il problema sembra risiedere invece per la messa a fuoco e soprattutto per la contestazione in base alla realta’ probatoria, di tutto cio’ che sovrasta ad un livello di molto superiore la semplice espressione di fenomeni mafiosi tradizionali. Pisanu stesso, anch’egli parte della stessa Commissione, lamentava l’esagerata presenza nelle candidature politiche (oltre 300 unita’), di soggetti in qualche verso impelagati con la giustizia, in beffa al codice di autoregolamentazione che prevede una rigida selezione in base ai requisiti richiesti. Ma si vola ancora bassi. Lo stesso Grasso, ha piu’ volte sostenuto l’esistenza di una non meglio identificata “entita’”, di cui anche Veltroni, altro membro della Commissione, ne ha divulgato alcuni tratti essenziali. Il termine entita’ visualizza cio’ che appunto risulta esssere di scarsa visibilita’ e riconoscimento, qualcosa che trascende i confini nazionali ed i poteri semplicemente politici, una potenziale minaccia all’intero ordine mondiale. Se l’idea di cio’ che governa ai vertici di tale manifestazione globale e’ un punto fermo, e’ altrettanto certo che l’unica via per il suo riconoscimento parte dagli strati inferiori in un percorso inerpicato che ne sveli poco a poco segreti e protezioni, membri e complicita’, in un quadro complessivo che richiedera’ non poco in termini di tempo e risorse. La realta’ politica italiana, nel suo percorso evolutivo, ha evidenziato diverse incongruenze, sia nelle relazioni fra maggioranza ed opposizione sia per il lento e progressivo adattamento delle forze di centro sinistra ad una propria realta’ conflittuale sempre piu’ blanda e non si comprende se per timore, impotenza o complicita’.Non e’ ben chiaro se il tempo che scorre sia ormai un optional, una formalita’ d’ufficio, oppure rifletta un obiettivo deterministico al quale saremo tutti invitati una volta scampati all’uragano. Forse domani arriva Godot.
Fiumicino 4 aprile 2011 h- 5.50am. Mario R. Zampella














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