giovedì 3 febbraio 2011

La Televisione


Avendo acceso un dibattito sugli interventi posti in essere per il controllo sociale, molto ben
descritti da Chomsky ma memorabilmente anticipato da Mc Luhan, per cio’ che riguarda il
ruolo passivo ed attivo dei mezzi di comunicazione, sarebbe importante sollevare la
cinepresa per avere una panoramica piu’ esaustiva che faccia luce non piu’ sulla tipologia
della fruizione bensi’ sulla organizzazione a monte dell’offerta, cioe’ di tutto cio’ relativo alla
gestione dell’informazione e/o dell’enterteinement mediatico. Appena ieri, il Presidente
della Repubblica Napolitano, in visita al quotidiano “L’Eco di Bergamo”, in occasione della
celebrazione di 150 anni dell’Unita’ d’Italia, ha lamentato a chiare lettere l’esagerata
quantita’ di informazione telegiornalistica a favore della cronaca nera e della politica urlata ,
con evidente squilibrio a scapito degli avvenimenti internazionali, ormai bussola essenziale
della conoscenza sia per la comprensione del ruolo del nostro paese nel mondo, sia per
l’elaborazione di un “se” consapevole, seppure pulviscolo, nella visione globale planetaria.
Una mole impressionante di notizie scorre incessantemente lungo le reti mondiali della
comunicazione, si tratta di una portata di tale dimensione che sarebbe impossibile esporre
quotidianamente tutto cio’ che effettivamente accade. Si opera pertanto la selezione delle
informazioni, che dovrebbe avvenire con criteri di obiettivita’ e sensibilita’ etica oltre che
deontologica. Qui sorgono i problemi di natura politica, in quanto ogni notizia riveste un
importanza piu’ o meno relativa a seconda della testata che la diffonde e purtroppo, in
particolare per i media che rappresentano il servizio pubblico nazionale, l’etica e l’obiettivita’
deontologica cedono il passo all’audience. Periodicamente recepiamo pacchetti di
informazioni concentrati in diversi scaglioni annuali, ad esempio c’e’ il periodo dei cani impazziti che assalgono esseri umani, quasi sempre nei mesi di luglio ed agosto, oppure c’e’ il
periodo degli autisti in stato di ebbrezza che causano incidenti, maggiormente in inverno, o
ancora il periodo delle sparizioni e dei thriller complicati che di giorno in giorno, come
telenovele, evolvono con colpi di scena grotteschi e persino contraddittori, e c’e’ poi il
periodo degli scandali legati a tangenti versate o a quelli legati al sesso sfrenato senza
discriminazioni in ambito istituzionale. Insomma anche un inerme analfabeta capirebbe che
assistere e digerire questa sorta di terrorismo mediatico equivarrebbe alla condivisione
dell’ipocrisia di chi perpetra tale stato di ipnosi a domicilio. I quotidiani, sebbene abbiano
subito anch’essi una certa imposizione informativa, difendono meglio il proprio ruolo in
quanto portatori sani di opinione e quindi potenzialmente scartabili o preferibili a seconda
delle tendenze politiche del consumatore. In ambito locale, quindi, ogni direttore di testata,
opera una selezione in base alla linea editoriale seguita, sulla quantita’ di informazioni che
giungono dalle varie agenzie di stampa, che sono le vere fonti di approvigionamento. Le
agenzie sono organizzate autonomamente per l’acquisizione delle notizie direttamente nei
luoghi in cui queste si realizzano. Sorge lecita una domanda, quante notizie, della grande
massa di informazione che quotidianamente si autogenera, sono vere, ovvero trovano
riscontro nella realta’ e quante invece sono fittizie, create su progetti di gestione sociale o
anche solo per scoops mediatici ? Per rispondere a tale quesito sarebbe necessario, come
gia’ detto, sollevare la cinepresa con un dolly opportuno, diciamo un centinaio di chilometri,
e constatare con sorpresa che esiste un organizzazione superiore che sovrintende, opera, muove i fili dei burattini sociali, che decide chi come quando e senza perche’, un regime insomma, che a nostra insaputa, gestisce ogni singola vita umana con le direttive ideologiche che gli son proprie e che non hanno molto in comune con la democrazia. Mi permetto di affermare tali considerazioni sulla base del fatto che ad ogni individuo viene riconosciuta l’identita’ di essere umano, la sua dignita’ ed i suoi diritti universali e che, proprio in quanto universali, nessuna specie antagonista e tanto meno superiore, semmai esistesse (parlo di entita’ extraterrestri), possiede il diritto di gestire le menti umane ad esclusivo piacimento. Si e’ piu’ volte affermato che l’apparecchio televisivo avrebbe svolto un ruolo sociale senza pari, dal momento in cui e’ comparso in ambito domestico. Avrebbe forgiato le attuali classi dirigenti come avrebbe infuso conoscenza negli strati sociali piu’ bassi, come una psicologa a domicilio pronta ad elargire consigli o a confortare nei momenti peggiori, ed e’ possibile che cio’ sia vero, e’ possibile che all’origine delle intenzioni vi fossero standard qualitativi molto
piu’ elevati degli odierni. Fatto sta che il contesto attuale si rivela palesemente dannoso alla
salute e, tornando a Mc Luhan, mi torna in mente la famigliola amica del pompiere di Fareneight 451, che viveva l’essenza della felicita’ proprio evitando il mezzo televisivo, perche’ e’ la scatola della TV il messaggio, quasi fosse uno speciale medium ad personam, che pone in relazione subalterna il controllato ed il controllore.
Fiumicino 03 febbraio 2011 h. 04.02 p.m. Mario R. Zampella





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