lunedì 21 febbraio 2011

Energia Pulita

E’ la Legge 133/2008 che prevede la possibilita’ di installazione in Italia di nuove centrali nucleari e parallelo sviluppo degli impianti di quarta generazione, ritenuti a bassissimo rischio. Capo dell’Agenzia che sovrintendera’ alla pianificazione dei progetti e’ l’ex Senatore Umberto Veronesi, oncologo di fama internazionale. Frattanto la Consulta ha espresso parere favorevole per l’ammissione del referendum che vedrebbe ancora gli italiani ad esprimersi su un tema cosi’ delicato. Gia’ nel novembre del 1987 con l’azione referendaria, i cittadini votarono in maggioranza a sfavore dell’energia nucleare ma questa volta, 23 anni dopo, i nuclearisti sostengono una campagna di incoraggiamento pro energia nucleare, in virtu’ dei piu’ recenti ritrovati tecnologici che assicurerebbero sonni tranquilli. I nuovi impianti di terza ed i prossimi di quarta generazione, infatti, non rappresenterebbero i rischi comuni legati a quelli di piu’ vecchia concezione. Eppure, nei limiti di tolleranza delle sostanze tossiche nocive alla salute dell’uomo, il nucleare non e’ stimato da una soglia limite oltre la quale si considera tossico, bensi’ da una descrizione generica che stabilisce il limite massimo d’esposizione alle contaminazioni radioattive come “una soglia a cui sono associati effetti somatici, tumori e leucemie, che si considerano accettabili ‘a fronte dei benefici economici’ associati all’esercizio dell’impianto nucleare”. Insomma, come per l’ILVA di Taranto, dove il benzo(a)pirene, una sostanza chimica presente rilasciata nell’aria, lo scorso agosto 2010, in seduta parlamentare, e’ stato confermato non nocivo nella sua attuale misura di concentrazione per altri due anni, naturalmente “a fronte dei benefici economici” o come anche per l’arsenico o i nitrati presenti nell’acqua, che assumono valori di tolleranza diversi a seconda delle giunte comunali che presiedono il territorio. Da una ricerca commissionata dal governo tedesco (Iacona ha realizzato un eccellente servizio a riguardo) e’ emerso che esisterebbero relazioni causa-effetto fra i tumori e le leucemie sviluppatesi, soprattutto in eta’ infantile, nella popolazione residente in prossimita’ degli impianti nucleari, anche in presenza di scarsi rilasci radioattivi, e la Germania, come l’Italia nell’87, ha definitivamente abbandonato la fonte energetica nucleare. Ed e’ recentissimo il riscontro da parte dell’Electricite’ de France, che gestisce 58 installazioni nucleari, di 34 impianti mal funzionanti nel sistema di raffreddamento, con alto rischio di fusione del nocciolo. Altrettanto inquietante e’ la tesi secondo cui gia’ da diversi anni sarebbe possibile la produzione di energia nucleare dalla fusione fredda, impedita “a fronte dei benefici economici”, cioe’ costerebbe troppo la standardizzazione del sistema a fusione fredda e naturalmente intaccherebbe gli interessi dei grandi produttori di
energia nucleare che utilizzano il sistema tradizionale. Solo il 14 febbraio scorso, a Bologna, Andrea Rossi, ingegnere e Sergio Focardi, fisico, hanno implementato un nuovo sistema di produzione d’energia a mezzo di fusione fredda. Una sorta di stufetta domestica che da un investimento di 600Wh ha prodotto la bellezza di 12mila Wh. Un protone di idrogeno si introduce nel nucleo dell’atomo di nichel dando luogo alla produzione di energia. Il sistema e’ stato brevettato, ma regna lo scetticismo per cio’ che concerne l’aspetto applicativo, tenuto conto dell’enorme riconversione
necessaria ed il conseguente squilibrio dei mercati. L’economia ha le proprie soglie di tolleranza e di adeguamento progressivo ai nuovi ritrovati, e dal momento che il mercato con annessi e connessi, allo stato attuale domina persino la politica, non vi sarebbero grandi aspettative, tenuto conto che ogni cosa e persona hanno un prezzo.
Fiumicino 21 febbraio 2011 h.4.41 am. Mario R. Zampella










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