mercoledì 23 maggio 2012

Famiglia o non Famiglia

Ancora si affronta in Parlamento la discussione sulla riforma del diritto di famiglia, in particolare sui tempi necessari affinche’ sia possibile lo scioglimento dal vincolo matrimoniale in assenza di prole. L’argomento e’ di grande attualita’ in considerazione delle iniziative volte al sostegno della famiglia, vista quale motore essenziale della societa’, portatrice di sviluppo economico ed etico, nucleo centrale che determina le condizioni di equilibrio dell’intera collettivita’. Il disegno di legge che vorrebbe ridurre da tre a un anno il tempo necessario per accedere al divorzio della coppia, risulta essere ancora anacronistico alla luce delle varie normative che regolano la materia nel resto d’Europa. In Grecia servono pochi giorni, come anche in Olanda, in Spagna e e nel Regno Unito sono necessari 5/6 mesi, mentre in Germania occorre un anno. Ma perche’ contrarre un matrimonio richiede pochi giorni e sciogliere il vincolo necessiterebbe tempi enormemente piu’ lunghi ? La Chiesa, a voce del Cardinal Bagnasco, esprime il suo dissenso motivando le ragioni nell’importanza sociale che la famiglia riveste e condannando la fragilita’ in cui i legami verserebbero se fossero ridotti i tempi per l’annullamento del matrimonio. Eppure moltissime sono le coppie che soffrono della legislazione attuale, intrappolate nel vincolo che non li riguarda piu’ per incompatibilita’ caratteriale o altre e variegate ragioni. In assenza di prole, gli individui in generale sono responsabili unicamente della propria vita e nulla puo’ inficiare il libero arbitrio che consente loro la scelta di essere o meno legato ad una persona divenuta estranea alla propria cultura e visione. E’ altresi’ tema attuale in Parlamento, la revisione delle norme che regolerebbero lo status di famiglia di fatto, un percorso via via sempre piu’ prediletto dalla societa’ contemporanea, per le ovvie semplificazioni e liberta’ non contemplate dai regolamenti inerenti la famiglia istituzionale. Se il vincolo matrimoniale cosi’ come previsto dal Codice Civile, non rappresentasse una sorta di trappola legale che si ripercuote inevitabilmente sulle condizioni psicologiche dell’individuo, forse la famiglia di fatto non avrebbe ragione d’essere.
Guidonia, 23 maggio 2012 h. 12.00 am. Mario R. Zampella









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