mercoledì 9 maggio 2012

La Sfida Comune

Le recenti votazioni amministrative, sebbene ancora in gioco per i ballottaggi definitivi, sanciscono
il definitivo tramonto di un’era politica dedita all’enfatizzazione dei vizi di un italietta che ha prodotto dissensi internazionali di non poco conto. Lega e PDL escono dalla scena rivendicando ancora un potere che non trova riscontro nel panorama politico, se non ancora in quello che si suole definire di casta, al quale la sardegna ha contemporaneamente disposto il proprio netto dissenso. 
E  cosi’ il terreno su cui le nuove forze si misureranno nel corso dei prossimi mesi, 
in attesa delle politiche, si prospetta foriero di nuovi e rivoluzionari contributi, attesa la vittoria del M5S, i cui militanti, a differenza del loro leader, lasciano sperare in un cambiamento radicale, e nello stile di un nuovo paradigma della politica, e nell’approccio fattuale ai problemi che assillano il sistema organizzativo del paese. Un impianto ormai ridotto all’osso, in cui la protesta assume contorni  grotteschi caratterizzati da una crescente e penetrante sfiducia nel futuro che spinge ineluttabilmente al gesto fatale della rinuncia a tutto. La sfida si concentra nel ruolo determinante che l’Italia ha ed avra’ nella mappatura politica europea, alla luce dei risultati elettorali della Francia e Grecia. La prima, nella sua nuova configurazione che ha aspramente abrogato il modello sarkozyano, opportunista e di apparenza, a favore di un normale progressismo hollandiano, da tempo avversato dal rigorismo merkeliano ma oggi platealmente accettato quale possibile interlocutore per i futuri sviluppi. La seconda, nell’inedita espressione di una protesta che tende a oscillare fra due estremi opposti , entrambi pregni di criticismo nei confronti dell’Unione Europea, rea di strozzinaggio legalizzato a danno del popolo greco. Eppure l’Europa e’ indispensabile alla sopravvivenza dell’economia comune ed alla garanzia di una democrazia ancora in fase di affermazione, in special modo per gli ultimi ingressi che ancora guardano notalgicamente al modello gerarchico e dispotico. Il cammino appare lungo e difficile, soprattutto in vista dei termini di paragone rappresentati dalle democrazie occidentali. Al contrario, il confronto con economie e sistemi che versano tristemente in condizioni peggiori, non giova all’evoluzione culturale delle nostre tradizioni, se non al ribasso in un quadro borsistico globale, ove la sfida principale e’ rappresentata dall’affermazione dei diritti universali dell’uomo, visto quale entita’ autonoma e pensante e non mero valore di scambio.
Guidonia, 09 maggio 2012 h. 9.23 am. Mario R. Zampella









Nessun commento:

Posta un commento