sabato 26 novembre 2011

Teatro DOM di Bologna

Di grande effetto suggestivo e’ stato il concerto di ieri sera, al DOM di Bologna, tenuto da Marco Del Pane, che si e’ esibito in solitaria concludendo la rassegna dei tre incontri “Impulso” presso la Cupola del Pilastro.
Pianoforte, percussioni e fisarmonica sono gli strumenti di cui il musicista si e’ servito per rappresentare le sue visioni oniriche in un clima intimista, condito dall’eco incalzante della palestra retrostante il teatro, entro cui la performance si e’ svolta. Solcando le frequenze hertziane, l’artista ha creato un’atmosfera magica, percorrendo gli stilemi jazz-classica contemporanei, proposti in modelli di rappresentazione ripetitiva, sfiorando l’ossessione e provocando la suggestione dei presenti, indirizzati verso uno stato di trance ipnotico collettivo. Semplicita’ e chiarezza, intimita’ e introspezione, conditi da sofisticati e sobri virtuosismi, mai eccessivi nella loro apertura, sono gli ingredienti chiave che hanno ispirato l’espressione di Del Pane, il quale ha sfruttato appieno l’acustica della palestra per esaltare i piu’ impercettibili battiti nel silenzio generale degli astanti. Il suono ha forma, colore, l’onda che fluttua libera, investe i corpi vivi, li modella e li seduce, li trascina nel vortice etereo sino all’ultima vibrazione, e poi riprende forma, rinnovando il battito, in un crescendo emozionale garbato e delicato, espressione di memoria semantica. Del Pane utilizza il suono in quanto tale, rumore, melodia, dissonanze, persino un pianoforte giocattolo ha dignita’ d’esistere, con le sue tipiche corde sorde, quale dissacrazione dei modelli formali estetici.
Gradevole e interessante.
Bologna 25 novembre 2011, h. 00.16 Mario R. Zampella













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