mercoledì 9 novembre 2011

Il Muro di Berlino, il Muro di Arcore

Le dimissioni di Berlusconi coincidono con l’anniversario della caduta del muro di Berlino, quasi a dimostrare l’analogia esistente fra la sua incrollabile ostinazione e la divisione che dal patto di Yalta in poi ha separato due popoli con conseguenze ancora rimarchevoli.
I blocchi contrapposti in Italia si sono gradualmente squilibrati, registrando il calo netto dei consensi inizialmente a favore del Premier ed ora decisamente all'opposizione, determinando la frattura necessaria alla salvezza del Paese. Una necessita' dettata dallo stesso spirito che animo' quel 9 novembre del 1989 l'esigenza di abbattere ogni limitazione alla libera circolazione ed espressione individuale in quel di Berlino.
Effettivamente Berlusconi da troppo tempo costituiva l'ostacolo principale all'affermazione dei valori italiani perduti per sua negligenza, ed i paesi esteri a gran voce hanno pregato per le sue dimissioni, per la salvezza dell'economia i cui andamenti fluttuano in relazione alle sue decisioni e per la restituzione di quell'immagine persa per cui ogni autorevole analista internazionale ha sempre portato rispetto.
Cio' che attende l'Italia e un duro e faticoso lavoro di ricostruzione, quasi postbellico, in cui le forze politiche esprimano solidarieta' unitaria all'unico scopo d'estrema emergenza di salvezza dal default che la minaccia.
Riacquisire la credibilita' smarrita con gli interlocutori internazionali, attuare le necessarie politiche riformiste in un clima di collaborazione totale, porre in essere strategie economiche tese al recupero di un deficit oramai fuori controllo.
Il cemento armato berlinese e' crollato sotto l'impulso di un onda popolare che ha rivendicato la pace e l'unione quali armi piu' efficaci di ogni possibile divisione. Il cemento armato italiano e' crollato per sua stessa fatiscenza ed obsolescenza, sotto la spinta di un onda internazionale che reclama trasparenza e affidabilita'.
Bologna, 09 novembre 2011 h. 9.37 am. Mario R. Zampella








Nessun commento:

Posta un commento