mercoledì 31 agosto 2011

Homeless Bologna 3 - La Vendetta

Il viaggio nel girone dei reietti continua, sempre a Bologna, nel suo percorso spinoso e impervio, nei sentieri il cui accesso e’ off limit per chi non ha troppa dimestichezza con la miseria, perche’ le regole sono ferree ed i codici di comunicazione hanno nulla in comune a quelli della cosiddetta classe abbiente. Ancora Bologna, dormitori a tempo determinato e dormitori destinati ai residenti, un agglomerato di storie individuali dietro le cui rughe si leggono le privazioni sofferte e le anime incrinate. L’unica arma davvero efficace e’ il sorriso, benche’ manchino i denti, quel sorriso interiore che non esprime felicita’, bensi’ rassegnazione, pessimismo, e gioia infantile, per chi ancora rivela tracce della propria fanciullezza.  Li vedi i poveri senza tetto, chi impotente per gravi disabilita’, chi ancora incredulo per la frustata finanziaria che gli ha sottratto il lavoro, chi in totale
solitudine lascia che il tempo gli rubi la vita. C’e’ chi reagisce, chi ha poche energie residue, ci sono i giovani pronti a tutto, gli immigrati, coloro che in regime di separazione legale dal coniuge o divorziati vedono nei figli l’unica ragione di sopravvivenza, poi ci sono gli irriducibili, quelli che a titolo di protesta rifiutano ogni tipo di aiuto o beneficio, perche’ gia’ beffati dalle istituzioni, dalla societa’, e dalla vita stessa. Una sorta di vendetta autodistruttiva, tesa a colpire l’immagine patinata di coloro che si lustrano le mostrine speculando politicamente sul settore sociale. Bertolaso, al terremoto de L’Aquila, lo descrisse bene questo fenomeno, “La passerella delle vanita’ “, ed ancora ne paga il fio, oppure com’anche definito “Il successone” nel film su L’Aquila di Sabina Guzzanti. Ma Bologna ha radici troppo radicate nel settore altruistico ed anche se la politica assottiglia gli investimenti, anche se la poverta’ e’ in aumento, il popolo sente vivo il problema. Maria, immigrata dalla Polonia in cerca di lavoro, 56 anni, dorme per strada e non si vergogna della propria fame, entra in pizzeria,  confessa il disagio, le viene offerta una pizza. Una donna dal balcone di casa le chiede di cosa necessiti, scende con panini e caffe’, Maria piange, pensando ai figli ed ai nipoti in Polonia. C’e’ Hasan, architetto rifugiato politico da Teheran, giovane e in gamba, ma condannato a non rivedere mai piu’ i propri genitori in Iran, perche’ fuggito quale dissidente del regime islamico. Poi ancora Diana, indebitata fino al collo per aver finanziato l’investimento del figlio, un ristorante in Polonia, costretta a lavorare qui in Italia per assolvere alle cambiali firmate. Una, due, cento storie diverse, unico denominatore, rabbia, incertezza, precarieta’ assoluta, il domani e’ futuro remoto, c’e’ l’oggi a cui pensare. Al loro finaco una pletora di persone aggregate in ONLUS che potrebbero sorverchiare le individualita’ che ne fanno parte, per la notevole fama nazionale, ma che invece trovano in seno personale specializzato, paziente e rassicurante, che vive all’ombra senza ricerca di successi personali o politici, esclusivamente soddisfatti del prossimo salvataggio in estremis.  La miseria, quali ne siano le cause scatenanti, e’ un vortice di grande entita’, che risucchia al suo interno senza discriminazioni chiunque, per sbaglio o per sopravvenute contingenze negative, con destinazioni segnate, che conducono al Black Hole dell’anonimato, alla perdita d’identita’, alle malattie ed infine alla morte. Amici di Piazza Grande nasce a Bologna, per contenere il fenomeno dilagante dei senza tetto. Alessandro, Simone, Giovanni, e tanti altri, dedicano se stessi a tempo pieno nell’intento divulgativo delle effettive questioni che riguardano il disagio dei senza tetto, affiancandoli nei problemi burocratici e a volte anche economici. P.zza Grande pubblica un periodico mensile e Leonardo, il direttore responsabile, spiega che in fase embrionale il giornale fu fondato esattamente da un gruppo di persone senza dimora. Vengono trattati temi di attualita’ sulla realta’ bolognese con firme di punta del panorama letterario. Al loro fianco l’associazione “Avvocati di Strada”, nata e concepita a Bologna, ma oramai una realta’ in diverse citta’ italiane.
 I piccoli problemi legali col tempo assumono proporzioni spaventose, le multe dei senza titolo di viaggio nei bus, a volte raggiungono le migliaia di euro. I divorzi dal coniuge, le tutele penali, senza l’ausilio di questa organizzazione che assiste gratuitamente chiunque si trovi in condizioni di reale disagio, diverrebbero ostacoli insormontabili, e per i costi eccessivi, e per le dimensioni dei problemi, che si espandono esponenzialmente. E’ questo il contesto in cui lo scrivente naviga, in un precariato totale, capro espiatorio di un non meglio identificato sondaggio di marketing sociale, figlio delle rispettive ere industriale, post-industriale, moderna, post-moderna e ora digitale, le cui scadenze sono ancora incerte e sconosciute, per pura volonta’ di sistema.
Bologna, 30 agosto 2011 h. 2.33 pm. Mario R. Zampella
















Nessun commento:

Posta un commento