Quale e dove sia il gestore dei fili che di volta in volta regolano le azioni di tutti i burattini in scena al teatro mondo non e’ dato di sapere, anche se la sua entita’ e’ percebile costantemente in
tutte le sue manifestazioni piu’ creative. Pardon, di creativo v’e’ ben poco, attese le monotone ripetizioni del copione, attesa la squallida realta’ che via via viene proposta in virtu’ di risultati meno che apprezzabili, ma la kermesse non conosce fine, “the show must go on” benche’
di show ia rimasto ben poco. E cosi’ le scene si ripropongono sfacciatamente quale circolo vizioso in preda all’avidita’ del protagonismo, smussando qua e la’ senza effetti di rilievo sostanziale, soluzioni surrogate di una realta’ simulata con maldestra abilita’. Lo scenario e’ patetico, triste, volgare e disgustoso, eppure i burattini recitano indefessi ognuno la propria parte, innescando conflitti, risolvendo apparenti problematiche e promuovendo la prossima ennesima diatriba. Il senso di tutto cio’ appare e scompare quasi fosse uno scherzo della mente, in piena
contraddizione alla logica del reale, violentata e distorta a seconda delle convenienze, senza scrupoli e vergogna, ai limiti del buon senso comune. Volti noti e meno si alternano nella ruota che gira incessante, come una slot machine che rivela le sue carte. Signori, tutti assolti.
S. Felice al Circeo, 11 luglio 2012 h. 16.31 Mario R. Zampella
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